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Italia, gli effetti della manovra economica più importanti di quelli del referendum
La manovra economica presentata dall’Italia a Bruxelles potrebbe avere effetti ben più importanti sull’economia italiana dell’esito del referendum costituzionale.
19 Ottobre 2016 09:20
Una prima valutazione da parte della Commissione Europea è attesa tra circa due settimane. Ma la legge di bilancio 2017 presentata dal governo italiano a Bruxelles lo scorso 17 ottobre ha già iniziato a far discutere. A cominciare dal rapporto deficit/PIL che si dovrebbe attestare al 2,3% (contro un 2% che sarebbe stato sicuramente più gradito alla UE) e con una crescita del PIL dell’1%. Una manovra che nel suo complesso ha un valore di 27 miliardi di euro, 15,5 dei quali di entrate e tagli (sebbene il controvalore delle entrate una tantum, e quindi, non strutturali, si aggiri intorno ai 10 miliardi).
Le intenzioni dell’esecutivo guidato da Matteo Renzi sarebbero quelle di stimolare la crescita. E, in base ai primi commenti, sembra che il mondo imprenditoriale valuti la manovra un interessante cambio di metodo rispetto al passato: secondo Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, si cerca di fare uno sforzo sulla politica dei fattori di competitività.
In base ad una stima del Ministero dello Sviluppo, per esempio, si potrebbero generare 11 miliardi di investimenti aggiuntivi, otto dei quali agevolati dagli iper ammortamenti per i beni ad alta innovazione.
Ecco perché, secondo alcuni analisti, sarà più importante seguire la partita del governo Renzi a Bruxelles per l’ok alla manovra e alla effettiva messa poi in pratica dei provvedimenti che non fossilizzarsi sul referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre.
In ogni caso, come spiega Oliver Collin, gestore del team Euro Equities di Invesco, il referendum riguarda una riforma italiana interna e non comporta un rischio di contagio per l'Europa. Per Olver Collin, le opportunità d'investimento in Europa ci sono e il referendum italiano non ha modificato in alcun modo le proprie decisioni di portafoglio.
“Continuiamo a osservare un graduale miglioramento delle condizioni economiche in Europa (PMI, occupazione, massa monetaria, tassi di finanziamento), che supportano le ragioni della nostra fiducia nel posizionamento pro-ciclico” specifica Oliver Collin che ricorda come tutte le volte in cui il mercato, nel recente passato, ha concentrato l'attenzione sulla politica regionale, si sono materializzate delle occasioni di investimento che è stato poi possibile sfruttare adottando una rigorosa selezione dei titoli.
Le intenzioni dell’esecutivo guidato da Matteo Renzi sarebbero quelle di stimolare la crescita. E, in base ai primi commenti, sembra che il mondo imprenditoriale valuti la manovra un interessante cambio di metodo rispetto al passato: secondo Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, si cerca di fare uno sforzo sulla politica dei fattori di competitività.
In base ad una stima del Ministero dello Sviluppo, per esempio, si potrebbero generare 11 miliardi di investimenti aggiuntivi, otto dei quali agevolati dagli iper ammortamenti per i beni ad alta innovazione.
Ecco perché, secondo alcuni analisti, sarà più importante seguire la partita del governo Renzi a Bruxelles per l’ok alla manovra e alla effettiva messa poi in pratica dei provvedimenti che non fossilizzarsi sul referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre.
In ogni caso, come spiega Oliver Collin, gestore del team Euro Equities di Invesco, il referendum riguarda una riforma italiana interna e non comporta un rischio di contagio per l'Europa. Per Olver Collin, le opportunità d'investimento in Europa ci sono e il referendum italiano non ha modificato in alcun modo le proprie decisioni di portafoglio.
“Continuiamo a osservare un graduale miglioramento delle condizioni economiche in Europa (PMI, occupazione, massa monetaria, tassi di finanziamento), che supportano le ragioni della nostra fiducia nel posizionamento pro-ciclico” specifica Oliver Collin che ricorda come tutte le volte in cui il mercato, nel recente passato, ha concentrato l'attenzione sulla politica regionale, si sono materializzate delle occasioni di investimento che è stato poi possibile sfruttare adottando una rigorosa selezione dei titoli.
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