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Parlano tutti inglese i vincitori della guerra dei talenti

25 Ottobre 2016 08:00

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ass="p1">USA, Gran Bretagna, Australia e Canada guidano la classifica dei paesi capaci di attirare più degli altri i talenti da tutto il mondo.

I migranti più dotati del pianeta sono sempre più concentrati in quattro destinazioni: Stati Uniti, Gran Bretagna, Canada e Australia. Che hanno in condivisione, tra le altre cose, l’uso della lingua inglese.


È quanto risulta da una recentissima ricerca della Banca Mondiale che sottolinea le difficoltà che incontrano nell’attrazione dei talenti globali i paesi non di lingua inglese e le economie emergenti.


Il fenomeno non è limitato ai primi quattro, ma investe tutti i paesi sviluppati che aderiscono all’OCSE. Secondo quanto riporta il Wall Street Journal quest’area ha visto la popolazione di lavoratori migranti altamente qualificati aumentare del 130% a 28 milioni nei 20 anni dal 1990 al 2010 con il contributo più importante dai paesi non-OCSE, pari a 17,6 milioni, con un aumento del 185%.


Tra le cause del fenomeno anche i costi dei trasporti crollati e la crescente competizione per accaparrarsi i talenti. Che ovviamente vanno in cerca di fortuna partendo da realtà meno avvantaggiate, come l’India, le Filippine e la Cina, che guidano la classifica dei "donatori" e contribuiscono ciascuna nell’ordine dei milioni, ma anche lasciando paesi molto sviluppati, come Gran Bretagna e Germania, che si piazzano al quarto e quinto posto nella classifica della Banca Mondiale dei paesi “donatori” di talenti.


Si parla molto di fuga dei cervelli dall’Italia ma il nostro paese non è fra i primi 10 “donatori”. Il quintetto di coda infatti è composto da Polonia, Russia, Messico, Corea e Ucraina. Aumenta invece il fenomeno della migrazione femminile altamente qualificata proveniente soprattutto dall’Asia, aumentata del 150% a 14,4 milioni sempre in direzione dei paesi OCSE.


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