High Yield
Rialzo dei tassi USA, gli impatti sul mercato high yield
A dicembre la Fed potrebbe rialzare i tassi americani ma i titoli high yield hanno dimostrato storicamente di registrare buone performance anche con i tassi crescenti.
15 Novembre 2016 09:54
La performance da inizio anno resta ampiamente in territorio positivo (+9,8%) ma nell’ultimo mese il mercato high yield USA (misurato in base all’indice Barclays US Corporate High Yield TR) ha sofferto violenti alti e bassi. Performance che, tramite la gestione attiva, sono risultate più brillanti.
Infatti, nell’ultimo mese il rendimento medio dei 193 fondi obbligazionari high yield USA si è attestata al +0,95%, mentre da inizio anno (a fronte di una performance media del +9,8%), i fondi migliori di categoria hanno saputo registrare rialzi del valor della quota tra il +14% e il +16%.
Ma sul mercato high yield USA, come peraltro per tutti i mercati obbligazionari, incombe il probabile aumento dei tassi di interesse da parte della Fed: quale sarebbe l’impatto? Premesso che il mercato sconta attualmente un rialzo di un quarto di punto a dicembre (ovvero +0,25%), seguito da modesti rialzi il prossimo anno, ogni ulteriore aumento dei tassi da parte della Fed dipenderà prevalentemente dal vigore dell’economia statunitense.
In ogni caso, il costo dell’indebitamento dovrebbe restare relativamente basso: un elemento che, in combinazione con il recupero delle quotazioni del petrolio, spiegherebbe, secondo John Fekete, Senior investment manager di Crescent Capital Group, la società che ha preso in carico la gestione del fondo [tooltip-fondi codice_isin="LU0472949915"]Pictet-US High Yield[/tooltip-fondi], l’ottima performance evidenziata del mercato high yield da gennaio. Performance peraltro il linea con quelle storiche dimostrate dall’asset class.
“I titoli high yield USA hanno storicamente registrato performance superiori alle altre asset class a reddito fisso anche nelle fasi di rialzo dei tassi d'interesse: grazie anche ad una duration (scadenza media dei titoli che riduce la sensibilità alla variazione dei tassi di interesse) più bassa rispetto alle obbligazioni investment grade o ai titoli di stato USA” sottolinea John Fekete.
In particolare, dal 1984 l’high yield USA ha registrato un rialzo medio mensile dello 0,64% nei periodi in cui i tassi decennali erano in aumento, contro lo 0,52% dei prestiti bancari (leveraged loan) e il -0,34% delle obbligazioni investment grade. Ma c’è di più. L’obbligazionario high yield americano è competitivo persino rispetto alle azioni: infatti l’high yield USA ha storicamente messo a segno un rialzo annualizzato del 6,9% con una volatilità dell’8,8%, contro una perfomance media del +9,1% ma con una volatilità media del 14,9% dell’S&P500 di Wall Street.
L’high yield USA è inoltre un mercato più ampio e diversificato rispetto all’omologo europeo e, cosa non trascurabile in questa fase, offre quasi il doppio in termini di rendimento: il mercato statunitense, che comprende più di 1000 emittenti per un totale di 1.300 miliardi di dollari di controvalore di mercato, offre attualmente un rendimento medio ponderato del 6,6%
Infatti, nell’ultimo mese il rendimento medio dei 193 fondi obbligazionari high yield USA si è attestata al +0,95%, mentre da inizio anno (a fronte di una performance media del +9,8%), i fondi migliori di categoria hanno saputo registrare rialzi del valor della quota tra il +14% e il +16%.
Ma sul mercato high yield USA, come peraltro per tutti i mercati obbligazionari, incombe il probabile aumento dei tassi di interesse da parte della Fed: quale sarebbe l’impatto? Premesso che il mercato sconta attualmente un rialzo di un quarto di punto a dicembre (ovvero +0,25%), seguito da modesti rialzi il prossimo anno, ogni ulteriore aumento dei tassi da parte della Fed dipenderà prevalentemente dal vigore dell’economia statunitense.
In ogni caso, il costo dell’indebitamento dovrebbe restare relativamente basso: un elemento che, in combinazione con il recupero delle quotazioni del petrolio, spiegherebbe, secondo John Fekete, Senior investment manager di Crescent Capital Group, la società che ha preso in carico la gestione del fondo [tooltip-fondi codice_isin="LU0472949915"]Pictet-US High Yield[/tooltip-fondi], l’ottima performance evidenziata del mercato high yield da gennaio. Performance peraltro il linea con quelle storiche dimostrate dall’asset class.
“I titoli high yield USA hanno storicamente registrato performance superiori alle altre asset class a reddito fisso anche nelle fasi di rialzo dei tassi d'interesse: grazie anche ad una duration (scadenza media dei titoli che riduce la sensibilità alla variazione dei tassi di interesse) più bassa rispetto alle obbligazioni investment grade o ai titoli di stato USA” sottolinea John Fekete.
In particolare, dal 1984 l’high yield USA ha registrato un rialzo medio mensile dello 0,64% nei periodi in cui i tassi decennali erano in aumento, contro lo 0,52% dei prestiti bancari (leveraged loan) e il -0,34% delle obbligazioni investment grade. Ma c’è di più. L’obbligazionario high yield americano è competitivo persino rispetto alle azioni: infatti l’high yield USA ha storicamente messo a segno un rialzo annualizzato del 6,9% con una volatilità dell’8,8%, contro una perfomance media del +9,1% ma con una volatilità media del 14,9% dell’S&P500 di Wall Street.
L’high yield USA è inoltre un mercato più ampio e diversificato rispetto all’omologo europeo e, cosa non trascurabile in questa fase, offre quasi il doppio in termini di rendimento: il mercato statunitense, che comprende più di 1000 emittenti per un totale di 1.300 miliardi di dollari di controvalore di mercato, offre attualmente un rendimento medio ponderato del 6,6%
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