Borsa di Shanghai

Arriva la China Connection

Ultimi test per il link tra le Borse di Hong Kong e di Shenzhen: un’opportunità per diversificare ma anche rischi, tra cui il fattore Trump.

21 Novembre 2016 00:01

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Si chiama Stock Connect e dovrebbe realizzare il collegamento tra la Borsa di Hong Kong, da sempre aperta agli investitori internazionali, e quella di Shenzhen, su cui invece finora non si può operare direttamente. I test finali si stanno concludendo in questi giorni e la partenza del nuovo mercato, che si andrà ad aggiungere al collegamento già esistente tra Hong Kong e Shanghai, aprirà la strada alla possibilità di scambiare azioni locali cinesi senza dover chiedere l’autorizzazione alle autorità di Pechino.

Ci sarà la fila di investitori internazionali per entrare? Se lo chiede il Financial Times dandosi la risposta che il momento non potrebbe essere più propizio. Infatti l’indice di riferimento delle azioni cinesi, il CSI 300, dopo una scivolata del 50% dal picco toccato in giugno 2015 fino ai minimi di gennaio quest’anno ha poi ripreso a salire e ora è del 20% sopra i livelli toccati 10 mesi fa, il che tecnicamente viene considerato un ritorno del mercato “Toro”.

Ma cosa aggiunge Shenzhen a Shanghai? In primo luogo un accesso più ampio ai titoli tecnologici più ambiti, mentre il listino di Shanghai è dominato da società pubbliche e titoli industriali vecchia maniera. La borsa di Shenzhen, fisicamente subito passato il confine di Hong Kong, è diventata il posto di approdo non solo dei titoli high-tech, ma anche di quelli del consumo e della sanità che sono la nuova frontiera dell’economia cinese. E poi c’è una questione di numeri, Shenzhen aggiungerà ben 880 società quotate cinesi alle 567 già disponibili attraverso la connessione Hong Kong-Shanghai.

La principale attrattiva del nuovo mercato per l’investitore internazionale è costituita dall’opportunità di diversificazione su titoli che non necessariamente si muoveranno all’unisono con quelli delle altre borse asiatiche e globali. Se si decide per il fai-da-te è assolutamente indispensabile coprirsi, con il consiglio di un esperto, dal rischio di cambio: manovrare il renminbi è una delle specialità del governo di Pechino per sostenere l’economia. E questa considerazione ci porta a un altro rischio di considerare con grande attenzione.

La Cina è nel mirino del prossimo inquilino della Casa Bianca, Donald Trump, che la accusa appunto di manipolare la moneta – il cui prezzo teoricamente dovrebbe essere liberamente fissato dal mercato – per favorire le esportazioni e sostenere la crescita. Trump è noto per essere un maestro del trovare accordi, ma il cammino per arrivarci, avendo i cinesi dall’altra parte del tavolo, potrebbe essere lungo e pieno di rischi per tutte e due le parti. Meglio non trovarsi in mezzo.

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