Alberto Chiandetti

Dal referendum rischi e opportunità per i titoli del mercato italiano

L’esito del referendum impatterà diversamente sui titoli azionari e obbligazionari del settore bancario. Le scelte di Fidelity International.

1 Dicembre 2016 17:41

financialounge -  Alberto Chiandetti Andrea Iannelli Fidelity International italia mercati azionari referendum settore bancario
Un rischio, ma anche un’opportunità. L’ormai imminente referendum costituzionale potrà avere implicazioni sulla stabilità politica del nostro paese, ma molto probabilmente avrà conseguenze anche sulla risoluzione delle problematiche che affliggono il sistema bancario italiano.

Con il “no” in vantaggio, i mercati finanziari sostanzialmente già scontano un aumento del rischio politico: nonostante il sostegno della Banca centrale europea (BCE), i BTP sono stati penalizzati rispetto ai titoli di stato degli altri paesi europei; lo spread, il differenziale di rendimento dei BTP decennali e i titoli di stato tedeschi (Bund) di pari scadenza, è arrivato a superare il livello raggiunto all'indomani del referendum britannico in giugno, mentre quello tra i BTP e gli equivalenti titoli spagnoli è sui massimi degli ultimi quattro anni.

Cosa potrà accadere, allora, sui mercati finanziari il cinque dicembre, il giorno successivo alla consultazione referendaria? Gli esperti di Fidelity International hanno immaginato tre diversi scenari per il dopo-voto.

In quello che è considerato lo scenario-base, la vittoria del “no” determinerebbe un rimpasto di governo con Renzi ancora alla guida, oppure la formazione di un nuovo governo di coalizione formato dagli stessi partiti che compongono quello attuale, e l’impatto sui mercati sarebbe limitato. Le cose andrebbero decisamente meno bene nell’ipotesi di dimissioni di Renzi e conseguente necessità di indire nuove elezioni: i mercati, temendo una svolta anti-establishment, chiederebbero un premio per il rischio ancora più elevato per gli asset italiani. È il secondo scenario, ritenuto, tuttavia, poco probabile. Il terzo scenario è il più favorevole: una vittoria del “si” allontanerebbe le incertezze sul futuro politico del paese e favorirebbe l’eliminazione dello “sconto” oggi richiesto per investire in azioni e obbligazioni italiane e legato al rischio “politico”.

E per quanto riguarda i titoli del settore bancario? Una fase di instabilità politica a seguito del referendum, osservano in Fidelity, potrebbe intralciare il processo di ricapitalizzazione in atto, alcune delle principali banche italiane intendono effettuare un aumento di capitale, con potenziali ricadute sull'intero settore. L’impatto sarebbe negativo in particolare per gli investitori azionari. Le azioni delle banche italiane quotano mediamente già a forte sconto rispetto al settore bancario europeo, dove peraltro le valutazioni sono già storicamente basse; un andamento attribuibile alla ridotta redditività, i bassi tassi d’interesse comprimono quello che è il margine di intermediazione delle banche, ma attribuibile anche a una crescita economica anemica e, nel caso specifico dell'Italia, alle apprensioni per il livello elevato delle “sofferenze”, le esposizioni della banca verso soggetti in stato di insolvenza e che non sono pertanto in grado di rimborsare i prestiti.

“Se il risultato referendario favorisse l’instabilità politica, si potrebbe assistere a una fase di volatilità di breve periodo, che graverebbe in particolare sulle azioni bancarie italiane. L’impatto sarebbe invece probabilmente più modesto su altri settori dell’indice italiano. La volatilità potrebbe, quindi, creare opportunità per gli investitori focalizzati sulla selezione delle azioni con le migliori prospettive di apprezzamento futuro”, spiega Alberto Chiandetti, gestore di [tooltip-fondi codice_isin="LU0318940342"]FF Italy Fund[/tooltip-fondi] di Fidelity International, attualmente sottopesato sul settore finanziario, perché preferisce mantenere un'esposizione solo a banche con ritorni sul capitale sani e alle società di gestione del risparmio. Sembrano migliori, invece, le prospettive per chi investe in obbligazioni bancarie.

“Nonostante l'incertezza che si profila all'orizzonte, i titoli obbligazionari italiani offrono valore data la valutazione attuale”, è l’opinione di Andrea Iannelli, che in Fidelity International ricopre il ruolo di Investment Director obbligazionario.

“I BTP scontano già una vittoria del “no” e, a prescindere dall’esito del voto, beneficeranno a nostro avviso dell'ulteriore sostegno della BCE. Le obbligazioni emesse dalle maggiori istituzioni finanziarie nazionali dovrebbero trarre vantaggio dai processi di ricapitalizzazione in atto e dagli aumenti di capitale, a spese degli azionisti, mentre il programma di acquisti di titoli corporate della BCE manterrà sotto controllo i rendimenti delle emissioni non finanziarie”.

** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge. Una parte di contenuti e dati gentilmente concessi da Fidelity International

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