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Investitori istituzionali, la maggiore preoccupazione 2017 è la volatilità

Per contrastare la volatilità, che nel 2017 dovrebbe essere il rischio maggiore, gli istituzionali punteranno sulla gestione attiva, sull’azionario e sugli alternativi.

21 Dicembre 2016 09:39

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Un ricorso nei prossimi anni alla gestione passiva inferiore a quella dichiarata negli scorsi anni. L’ammissione che la gestione attiva fornisce migliori rendimenti ponderati al rischio rispetto a quella passiva e che l’attuale contesto risulta più favorevole alla gestione attiva rispetto a quella passiva. Sono solo alcune delle principali evidenze emerse nella Global Survey of Institutional Investors 2016 promossa da Natixis Global AM.

Il sondaggio, condotto presso gli investitori istituzionali, mette in evidenza che la principale preoccupazione del prossimo anno sarà la volatilità e che, nel lungo termine, gli investitori istituzionali utilizzeranno le gestioni passive in misura inferiore rispetto a quanto avevano dichiarato negli anni passati. Al momento, infatti, gli istituzionali dichiarano che il 67% dei propri asset è gestito attivamente contro il 33% è gestito in modo passivo: quest’ultima componente di portafoglio dovrebbe crescere nei prossimi tre anni fino al 34% mentre nel sondaggio dello scorso anno, gli investitori dichiaravano che nell’arco di tre anni il 43% dei propri asset sarebbe stato gestito passivamente.

Il sondaggio ha indagato anche sull’asset allocation degli istituzionali in vista del 2017. Il 50% dei responsabili investimenti intervistati intende aumentare nei propri portafogli l’utilizzo delle strategie alternative, o in ottica di diversificazione (il 67% delle motivazioni) oppure al fine di mitigare il rischio (31%).

A livello di asset class, a fronte di un tendenziale incremento degli investimenti alternativi (dal 18% al 22%), e delle azioni (dal 34% al 36%), dovrebbe diminuire l’esposizione alle obbligazioni (dal 35 al 32%).

Per quanto riguarda invece le più promettenti fonti di rendimento per il prossimo anno, gli istituzionali indicano i mercati emergenti, nell’azionario, il private equity, negli investimenti alternativi, e l’high yield tra gli obbligazionari.

Tra le possibili delusioni, invece, Wall Street, nell’azionario, i titoli di stato a medio lungo termine, tra le obbligazioni, e il real estate, tra gli alternativi.

Infine, ci sono anche indicazioni sui settori. In ambito azionario, i finanziari dovrebbero offrire le più migliori performance e le utilities le peggiori mentre, nel private equity, i settori accreditati delle migliori performance sono i media e le telecomunicazioni, le infrastrutture e l’healthcare.

** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge. Una parte di contenuti e dati gentilmente concessi da Natixis Global Asset Management


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