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Spread, quello tra Treasury USA e bund è ai massimi dal 1992

23 Dicembre 2016 09:27

financialounge -  bund spread titoli di stato treasury USA
ass="p1">Lo spread, il differenziale di rendimento, tra i Treasury USA e bund, è ai massimi dal 1992 ma potrebbe innestare la retromarcia con impatti sugli investitori in bond.

Dall’estate del 2011 gli italiani hanno familiarizzato con il termine spread. Un termine che indica il differenziale di rendimento tra due titoli obbligazionari di uguale durata ma emessi da differenti emittenti. In particolare, si trattava dello spread tra il rendimento dei BTP italiani a 10 anni e quello dei bund tedeschi a 10 anni.


Ma c’è un altro spread storico che interessa i mercati obbligazionari internazionali che ha una rilevanza importante: quello tra il rendimento del Treasury USA a 10 anni e il bund decennale tedesco.


Ebbene, questo spread si posiziona attualmente sul massimo degli ultimi 25 anni. Ieri, mentre il rendimento del titolo di stato americano a 10 anni era del 2,55% quello dell’omologo governativo di Berlino non andava oltre lo 0,25%: lo spread risultava quindi pari a 230 punti base (+2,30%) per l’appunto il massimo dal gennaio 1992. Da notare che tale spread ha assunto negli ultimi 25 anni andamenti oscillatori compresi, di norma, tra +1,80% e -0,90% con un valore pari allo 0,40%.


Ne deriva che l’attuale valore dello spread (+2,30%) è parecchio fuori range e, quindi, potrebbe comportare un riallineamento dello spread verso i valori di lungo periodo. Tradotto in pratica, però, significa che o il tasso di rendimento del Treasury USA a 10 anni scende o quello del bund tedesco sale o, molto più probabilmente, si materializza un mix combinato dei due movimenti.


Secondo gli addetti ai lavori, infatti, è piuttosto probabile che il governativo americano possa aver toccato un suo massimo relativo e quindi possa scendere di circa mezzo punto percentuale orientandosi verso area 2 per cento: in parallelo, invece, il rendimento del bund tedesco potrebbe salire di un +0,50% / +0,70% attestandosi a quota uno per cento: lo spread si posizionerebbe al quel punto a 100 punti base (+1,0%) ancora al di sopra della media di lungo periodo ma più vicino ad una soglia di equilibrio.


Se tali movimenti (ribasso dei tassi dei Treasury e rialzo dei rendimenti dei bund) si traducessero in realtà, i possessori di titoli di stato americani potrebbero guadagnare circa 4-5 punti percentuali (al netto però dell’effetto del cambio euro / dollaro) mentre i possessori di governativi tedeschi potrebbero accusare perdite vicine ai sei punti percentuali.


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