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Il 2017 potrebbe essere l’anno del ritorno della gestione attiva

Nel 2017 la gestione attiva di portafoglio dovrebbe consentire di sfruttare, al contrario di quella passiva, le nicchie di valore ancora presenti nei mercati azionari.

30 Dicembre 2016 08:45

financialounge -  ETF GAM gestione attiva Larry Hatheway mercati azionari mercati obbligazionari
Il 2016 si sta per chiudere con risultati positivi sia per gli investimenti azionari che per quelli obbligazionari.
Al 28 dicembre scorso, per esempio, 100 euro investiti in azioni globali internazionali il 31 dicembre 2015, sarebbero diventati 112,3 euro (+12,3%) mentre 100 euro impiegati in obbligazioni internazionali sarebbero diventati 101,6 euro (+1,6%). Per ottenere questi risultati sarebbe bastato sottoscrivere, nel primo caso, un etf capace di replicare l’indice MSCI world delle Borse mondiali, oppure, nel secondo caso, un etf in grado di riflettere l’andamento dell’indice JPMorgan di titoli di stato internazionali.
Le gestioni passive, infatti, avrebbero consentito di percorrere, al ribasso e al rialzo, gli andamenti dei rispettivi indici chiudendo l’anno in territorio positivo. Un percorso che, però, sarà difficilmente replicabile il prossimo anno.

Nel 2017, infatti, si prevedono ostacoli non di poco conto sia in ambito azionario che in quello obbligazionario.
Sui mercati azionari, per esempio, le attuali quotazioni sembrano avere già incorporato buona parte delle maggiori aspettative in tema di crescita economica e inflazione: se tali aspettative andassero, anche solo in parte deluse, ecco che sarebbe inevitabile una correzione dei listini (anche perché le attuali valutazioni sono già piuttosto tirate rispetto alla media storica).
Sui mercati obbligazionari, invece, il rialzo dei tassi di interesse a medio e lungo termine potrebbe proseguire creando non poche implicazioni negative nei portafogli a reddito fisso dal momento che le attuali cedole sono vicine allo zero e, di conseguenza incapaci di compensare le perdite di capitale.

Ecco perché, come sostiene Larry Hatheway, capo economista di GAM, i fondi a indirizzo azionario che replicano gli indici, difficilmente potranno registrare buone performance nel 2017: un fenomeno che dovrebbe riportare l’attenzione degli investitori sui prodotti a gestione attiva.
“Le strategie passive ma anche quelle pseudo-attive incapaci cioè di assumere rischi in termini di scommesse direzionali, sembrano esposte a penalizzazioni di rilievo. Le possibilità di rendimenti generalizzati positivi offerti dal mercato sono davvero limitate rispetto ai rendimenti che si potranno potenzialmente ricavare sfruttando la significativa divergenza tra gestioni di tipo regionale, settoriale, di stile di gestione e specifiche su alcuni selezionati titoli” puntualizza Larry Hatheway, secondo il quale, nei mercati azionari persistono nicchie di valore, che però sembrano precluse alle strategie ad ampio spettro che, se anche ne fossero esposte, ne beneficerebbero solo in misura irrilevante.

“Stiamo privilegiando i titoli ciclici e le società che dovrebbero trarre beneficio dalla debolezza valutaria, come il mercato giapponese” puntualizza Larry Hatheway che, nel reddito fisso, vede pericoli per le strategie risk parity a seguito dei rendimenti in rialzo del mercato obbligazionario.

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