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Mercato obbligazionario, ora forse i creditori soffriranno un po’ di più dei debitori
Il rialzo dei rendimenti obbligazionari scaturito da maggiori aspettative di inflazione ridà un po’ di fiato ai debitori: resta interessante il segmento valutario.
9 Gennaio 2017 09:34
Un leggero posizionamento rialzista sull’azionario Europa e uno che resta ancora un po’ ribassista sui titoli di stato USA e tedeschi. Con la convinzione che il segmento valutario possa continuare ad offrire interessanti opportunità per generare performance. Sono queste le ultime indicazioni di portafoglio che emergono da questa intervista a Edoardo Ugolini, Portfolio Manager di Zest Asset Management e gestore del fondo Zest Absolute Return Var 4.
Perché in ambito azionario avete azzerato l’esposizione al Giappone e mantenuto quella in Europa?
"Si tratta di un approccio puramente tattico. L’indice Nikkei della Borsa di Tokyo secondo me era un po’ eccessivamente acquistato: adesso aspettiamo prima di rientrare sul mercato azionario giapponese per assumere una posizione rialzista."
Perché invece avete venduto le opzioni OTM (out the money) call (rialziste) sull’indice FTSEMIB di Piazza Affari dopo il referendum?
"Perché abbiamo sbagliato! Pensavo che l’Italia dopo il risultato del referendum non avesse grande potenziale di rialzo e, di conseguenza, abbiamo preso profitto troppo presto. Purtroppo, nel nostro lavoro, anche prendere profitto troppo presto è un errore."
La componente valutaria di portafoglio continua ad essere strategica per la generazione di performance: come mai avete aumentato la posizione long (rialzista) sul dollaro Usd e mantenuto long quella sul dollaro australiano (AUD) mentre avete mantenuto la posizione short (ribassista) sullo yen?
"Abbiamo aumentato la posizione lunga (rialzista) sul biglietto verde sia per una questione di rendimento, e sia per la convinzione che la possibilità di tenuta politica per l’Europa nel prossimo futuro passi attraverso la crescita economica e dunque attraverso un euro relativamente debole. Il dollaro australiano è un carry trade (offre cioè un buon rendimento nell’attuale contesto di mercato), mentre per lo yen giapponese valgono le stesse considerazioni viste in precedenza per l’indice Nikkei: siamo ribassisti solo per cautela tattica."
Infine, per quali ragioni in ambito obbligazionario avete mantenuto lo short su US Treasury e Bund, riducendolo soltanto un po’?
"È nostra convinzione che le aspettative di inflazione saliranno anche per il protezionismo che verrà generato dall’amministrazione Trump. Così anche in Europa le politiche saranno più attente verso l’immigrazione (aumento del costo del lavoro) e verso la protezione delle piccole e medie aziende dalla competizione globale (deglobalizzazione). Questo genererà inflazione, che è positiva nel medio periodo, dando tempo ai debitori: i creditori soffriranno. Dopo molti anni positivi per i creditori adesso la situazione sembra cambiare."
Perché in ambito azionario avete azzerato l’esposizione al Giappone e mantenuto quella in Europa?
"Si tratta di un approccio puramente tattico. L’indice Nikkei della Borsa di Tokyo secondo me era un po’ eccessivamente acquistato: adesso aspettiamo prima di rientrare sul mercato azionario giapponese per assumere una posizione rialzista."
Perché invece avete venduto le opzioni OTM (out the money) call (rialziste) sull’indice FTSEMIB di Piazza Affari dopo il referendum?
"Perché abbiamo sbagliato! Pensavo che l’Italia dopo il risultato del referendum non avesse grande potenziale di rialzo e, di conseguenza, abbiamo preso profitto troppo presto. Purtroppo, nel nostro lavoro, anche prendere profitto troppo presto è un errore."
La componente valutaria di portafoglio continua ad essere strategica per la generazione di performance: come mai avete aumentato la posizione long (rialzista) sul dollaro Usd e mantenuto long quella sul dollaro australiano (AUD) mentre avete mantenuto la posizione short (ribassista) sullo yen?
"Abbiamo aumentato la posizione lunga (rialzista) sul biglietto verde sia per una questione di rendimento, e sia per la convinzione che la possibilità di tenuta politica per l’Europa nel prossimo futuro passi attraverso la crescita economica e dunque attraverso un euro relativamente debole. Il dollaro australiano è un carry trade (offre cioè un buon rendimento nell’attuale contesto di mercato), mentre per lo yen giapponese valgono le stesse considerazioni viste in precedenza per l’indice Nikkei: siamo ribassisti solo per cautela tattica."
Infine, per quali ragioni in ambito obbligazionario avete mantenuto lo short su US Treasury e Bund, riducendolo soltanto un po’?
"È nostra convinzione che le aspettative di inflazione saliranno anche per il protezionismo che verrà generato dall’amministrazione Trump. Così anche in Europa le politiche saranno più attente verso l’immigrazione (aumento del costo del lavoro) e verso la protezione delle piccole e medie aziende dalla competizione globale (deglobalizzazione). Questo genererà inflazione, che è positiva nel medio periodo, dando tempo ai debitori: i creditori soffriranno. Dopo molti anni positivi per i creditori adesso la situazione sembra cambiare."
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge. Una parte di contenuti e dati gentilmente concessi da Zest Asset Management Sicav
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