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Obbligazioni emergenti, quest’anno si registreranno maggiori divergenze

Quest’anno le componenti del mercato obbligazionario emergente (governativo, societario, in valuta forte e in valuta locale) avranno andamenti e rendimenti diversi.

7 Febbraio 2017 09:20

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Nel 2016, l’investimento nel debito dei mercati emergenti si è rivelato uno dei più redditizi con una particolarità: tutte le sue componenti, dal debito sovrano a quello societario, da quello in valuta forte a quello in valuta locale, hanno registrato una performance intorno al +9%.

“Quest’anno, però, ci aspettiamo decisamente più divergenza, guidata dalle politiche dei mercati sviluppati” fa sapere James Barrineau, Co-Head of Emerging Markets Debt Relative di Schroders, che intravede diversi potenziali scenari.

Per esempio una crescita economica più forte accompagnata da stimoli fiscali negli Stati Uniti dovrebbe generare una performance più brillante da parte del debito non-investment grade sia nel settore dei governativi che in quello societario.

Al contrario, il debito investment grade in questo scenario soffrirebbe vista l’elevata correlazione con i Treasury americani: stesso discorso per l’esposizione alle valute locali che sarebbero penalizzate dal rafforzamento del dollaro sulla scia di migliori prospettive economiche per gli USA.

Tuttavia, puntualizza James Barrineau, tenendo conto che i mercati hanno sposato questa tesi (crescita economica più forte accompagnata da stimoli fiscali), qualsiasi delusione in questo senso scatenerebbe un rapido cambio di direzione, e il debito investment grade, così come le valute, potrebbe registrare buone performance.

Ma c’è di più. Se è vero che negli ultimi tre anni il rafforzamento del dollaro ha prodotto uno speculare indebolimento delle divise emergenti, un biglietto verde più debole potrebbe innescare un rally considerevole a favore delle valute dei paesi in via di sviluppo.

In tutti i casi, a prescindere dall’evoluzione del quadro macro economico mondiale, i fondamentali dei paesi emergenti continuano a migliorare al punto che non è improbabile che la loro crescita aggregata possa quasi doppiare quella dei mercati sviluppati. Inoltre, grazie alla debolezza valutaria degli ultimi anni, la maggior parte dei paesi in via di sviluppo i deficit esterni sono abbastanza modesti mentre le riserve valutarie sono state ampiamente ricostituite nel corso del 2016.

“Riteniamo che, nella maggior parte degli scenari possibili, i mercati emergenti siano in grado di offrire prospettive di ritorni attraenti, superiori a quelle della maggior parte degli altri segmenti obbligazionari, e una interessante fonte di diversificazione rispetto al rischio di tassi di interesse in aumento” conclude James Barrineau.

** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge. Una parte di contenuti e dati gentilmente concessi da Schroders


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