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I mercati azionari potrebbero salire ancora per mancanza di alternative

Nonostante il costante rialzo dei tassi di interesse del mercato obbligazionario, i mercati azionari sembrano essere in grado ancora di crescere prima di consolidarsi.

9 Febbraio 2017 09:51

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Dal luglio dello scorso anno, quando furono toccati i minimi storici in molti dei mercati obbligazionari internazionali, i tassi di interesse dei titoli a reddito fisso sono aumentati in modo graduale e costante. L’esempio più evidente è quello relativo al Bund decennale tedesco che dopo aver perforato il tasso zero (arrivando a offrire un rendimento negativo a -0,2%) ora staziona tra un +0,30% e un +0,50%.

Stesso discorso per i titoli di stato USA (passati dall’1,3% all’attuale 2,4%) e quelli del Regno Unito (ora all’1,3%). Anche i bond societari di più alta qualità (investment grade) offrono rendimenti ai minimi (3,2% quelli americani e circa uno per cento quelli dell’area euro).

Per ricavare cedole più sostanziose i risparmiatori devono spostarsi sul segmento high yield e sul debito emergente che riconoscono un rendimento tra il 4% dell’high yield europeo e il 6% del debito corporate emergente (passando per il 5% dei titoli di stato dei paesi emergenti in valuta forte e il 5,8% dell’high yield americano).

Ma si tratta di scelte che espongono a rischi non indifferenti comparabili, se non in alcuni casi addirittura superiori, a quelli tipici dell’investimento azionario. Alla luce di questa considerazione gli esperti di Amundi ritengono che i mercati azionari potrebbero salire per la semplice ragione che mancano valide alternative sul mercato.

“Le Borse, che avevano chiuso bene il 2016 con un prolungato rally, hanno aperto il nuovo anno con un proseguimento moderato dei rialzi. Tuttavia, cresce il numero degli osservatori che si dichiara perplesso sulla sostenibilità di questo trend alla luce delle incertezze dell'attuale contesto” spiegano i professionisti di Amundi.

Questi ultimi fanno riferimento alle perplessità riguardanti le effettive decisioni che saranno assunte dall’amministrazione Trump, l’entità e la rapidità del rialzo dei tassi d'interesse, il possibile aumento dell'inflazione, gli esiti delle prossime elezioni politiche in Europa e, soprattutto, la convinzione che i mercati siano costosi.

“La crescita prevista dei profitti aziendali per il 2017 dovrebbe tuttavia placare questi timori. Di conseguenza, vista la mancanza di alternative, i mercati azionari dovrebbero proseguire nel loro rialzo prima di consolidarsi. Non sembra quindi ancora giunta l'ora di effettuare delle prese di beneficio” sostengono gli esperti di Amundi.

Che indicano però a cosa prestare la massima attenzione: “La verifica della dinamica di crescita degli utili attesi e dei tassi a lungo termine, da un lato, e del dollaro, dall'altro, costituiscono le variabili determinanti per valutare l'opportunità o meno di assumere posizioni più difensive”.

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