composizione del portafoglio
Aumentare il peso dell’equity nei portafogli degli italiani
Con il tramonto dei rendimenti obbligazionari è il momento di investire puntando su decorrelazione e diversificazione: il commento di Giuliano D’Acunti di Invesco.
21 Febbraio 2017 10:07
A margine del convegno tenutosi a ConsulenTia17 e dedicato al miglioramento del profilo rischio/rendimento che lo ha visto come relatore, FinanciaLounge ha rivolto alcune domande a Giuliano D’Acunti, Head of Sales di Invesco per l’Italia.
L’incontro è partito dal resoconto del 2016: “È stato un anno estremamente complesso – ha dichiarato Giuliano D’Acunti - che però, a consuntivo, ha avuto un risultato positivo. Tuttavia va analizzato nella sua interezza, perché non sono mancati i patemi d’animo in occasione, ad esempio, delle perdite intorno al 15% del mercato azionario nei primi mesi. Successivamente c’è stata una rotazione delle performance e dei settori. Energia e finanza, che avevano registrato performance inferiori alla media di mercato, hanno registrato un rally che ha permesso di chiudere il 2016 in positivo”.
Nonostante un inizio diverso, il 2017 potrebbe avere molte similitudini con l’anno che lo ha preceduto: “Nelle caratteristiche dinamiche l’anno in corso potrebbe ricalcare il 2016 – ha precisato l’Head of Sales per l’Italia di Invesco – ma volatilità e incertezza non mancheranno. I mercati negli ultimi anni hanno quasi snobbato gli eventi politici ma questo gap, prima o poi, potrebbe restringersi. Quindi le elezioni in programma in Francia, Germania, Olanda e, chissà, in Italia, potrebbero rappresentare un elemento di incertezza in grado di influenzare i mercati”.
Dunque come dovranno adattarsi i portafogli? “A nostro avviso – ha spiegato Giuliano D’Acunti – bisognerà privilegiare nell’impostazione i risk asset, ovvero obbligazioni high yield e investment grade di bassa qualità oltre all’equity. Quest’ultima componente dovrebbe essere aumentata soprattutto in Italia, dove i risparmiatori hanno sfruttato il trend trentennale delle obbligazioni che ora verrà a mancare. Tanto per dare delle cifre, il BTP dal 30 agosto a oggi ha avuto una perdita intorno al 10% bruciando, in pochi mesi, le cedole di 10 anni. Dunque, in ultima analisi, le parole d’ordine saranno diversificazione e decorrelazione”.
Ovviamente a ConsulenTia17 è stato affrontato anche il tema dei cambiamenti nella professione del consulente. Ecco il pensiero di Giuliano D’Acunti: “La MIFID II avrà un impatto sicuramente importante ma, ascoltando gli attori in gioco, l’industria italiana è già pronta a recepirla. La direttiva imporrà un livello qualitativo più alto al consulente e, di riflesso, anche ai fornitori. Anche noi saremo coinvolti nella crescita del cliente finale ma, nel medio termine, una maggiore conoscenza potrebbe portare il risparmiatore a diventare un investitore consapevole, come succede nei paesi finanziariamente più evoluti come Inghilterra e Stati Uniti".
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge. Una parte di contenuti e dati gentilmente concessi da Invesco
L’incontro è partito dal resoconto del 2016: “È stato un anno estremamente complesso – ha dichiarato Giuliano D’Acunti - che però, a consuntivo, ha avuto un risultato positivo. Tuttavia va analizzato nella sua interezza, perché non sono mancati i patemi d’animo in occasione, ad esempio, delle perdite intorno al 15% del mercato azionario nei primi mesi. Successivamente c’è stata una rotazione delle performance e dei settori. Energia e finanza, che avevano registrato performance inferiori alla media di mercato, hanno registrato un rally che ha permesso di chiudere il 2016 in positivo”.
Nonostante un inizio diverso, il 2017 potrebbe avere molte similitudini con l’anno che lo ha preceduto: “Nelle caratteristiche dinamiche l’anno in corso potrebbe ricalcare il 2016 – ha precisato l’Head of Sales per l’Italia di Invesco – ma volatilità e incertezza non mancheranno. I mercati negli ultimi anni hanno quasi snobbato gli eventi politici ma questo gap, prima o poi, potrebbe restringersi. Quindi le elezioni in programma in Francia, Germania, Olanda e, chissà, in Italia, potrebbero rappresentare un elemento di incertezza in grado di influenzare i mercati”.
Dunque come dovranno adattarsi i portafogli? “A nostro avviso – ha spiegato Giuliano D’Acunti – bisognerà privilegiare nell’impostazione i risk asset, ovvero obbligazioni high yield e investment grade di bassa qualità oltre all’equity. Quest’ultima componente dovrebbe essere aumentata soprattutto in Italia, dove i risparmiatori hanno sfruttato il trend trentennale delle obbligazioni che ora verrà a mancare. Tanto per dare delle cifre, il BTP dal 30 agosto a oggi ha avuto una perdita intorno al 10% bruciando, in pochi mesi, le cedole di 10 anni. Dunque, in ultima analisi, le parole d’ordine saranno diversificazione e decorrelazione”.
Ovviamente a ConsulenTia17 è stato affrontato anche il tema dei cambiamenti nella professione del consulente. Ecco il pensiero di Giuliano D’Acunti: “La MIFID II avrà un impatto sicuramente importante ma, ascoltando gli attori in gioco, l’industria italiana è già pronta a recepirla. La direttiva imporrà un livello qualitativo più alto al consulente e, di riflesso, anche ai fornitori. Anche noi saremo coinvolti nella crescita del cliente finale ma, nel medio termine, una maggiore conoscenza potrebbe portare il risparmiatore a diventare un investitore consapevole, come succede nei paesi finanziariamente più evoluti come Inghilterra e Stati Uniti".
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge. Una parte di contenuti e dati gentilmente concessi da Invesco