BCE
L’inflazione vola al 2% ma la BCE manterrà la barra a dritta
L’inflazione della zona euro a febbraio ha toccato il 2% (rispetto all’1,8% di gennaio) ma nei prossimi mesi la tendenza al rialzo scemerà agevolando le mosse della BCE.
6 Marzo 2017 10:02
Non più tardi di un anno fa, aleggiava sulla zona euro lo spettro della deflazione. La preoccupazione degli economisti, dei governi e della banca centrale europea consisteva nel trovare soluzioni capaci di alimentare quel poco di inflazione (stabilita intorno al livello del 2%) che garantisce una crescita sana dell’economia senza distruggere il potere d’acquisto delle famiglie.
Ma l’ultimo dato sull’inflazione europea di febbraio al 2% ha destato non poca apprensione. Se si tiene conto che negli ultimi due anni, l’inflazione della zona euro è oscillata tra +0,4% e -0,2% e che solo negli ultimi mesi ha registrato un’accelerazione, è facile intuire perché il dato relativo al costo della vita di febbraio è motivo di apprensione.
Infatti, per la prima volta dal 2013, i prezzi al consumo nella zona euro hanno raggiunto il target fissato dalla BCE complicando quindi il lavoro di Draghi che ha già il suo bel da fare a tenere a bada i tedeschi e, più in particolare, i membri della Bundesbank secondo i quali la politica monetaria della banca centrale europea è ora troppo espansiva.
“Il tasso di inflazione core (cioè i prezzi al consumo tranne le componenti energia e alimentari) è però rimasto stabile allo 0,9%” tiene tuttavia a precisare Philippe Waechter, Capo economista di Natixis Asset Management, sottolineando come tale andamento significhi che il dato dell’inflazione complessiva sia stato alimentato dal settore dell’energia.
La variabilità del tasso di inflazione è infatti correlata alle variazioni del prezzo del petrolio su base annuale che, a gennaio, ha raggiunto un picco dal momento che le quotazioni del greggio si confrontavano con quelle minime del gennaio 2016.
“Tuttavia è possibile supporre che l’impatto delle variazioni del prezzo del greggio sul tasso di inflazione sia transitorio poiché per i prossimi mesi il greggio sembra aver invertito la tendenza in corrispondenza di un livello pari a 56 dollari e al tasso di cambio pari a 1,06” puntualizza Philippe Waechter, secondo il quale nei prossimi mesi la tendenza rialzista dell’inflazione dovrebbe ridursi agevolando le mosse da parte della BCE, che potrà mantenere invariata la sua politica monetaria.
Ma l’ultimo dato sull’inflazione europea di febbraio al 2% ha destato non poca apprensione. Se si tiene conto che negli ultimi due anni, l’inflazione della zona euro è oscillata tra +0,4% e -0,2% e che solo negli ultimi mesi ha registrato un’accelerazione, è facile intuire perché il dato relativo al costo della vita di febbraio è motivo di apprensione.
Infatti, per la prima volta dal 2013, i prezzi al consumo nella zona euro hanno raggiunto il target fissato dalla BCE complicando quindi il lavoro di Draghi che ha già il suo bel da fare a tenere a bada i tedeschi e, più in particolare, i membri della Bundesbank secondo i quali la politica monetaria della banca centrale europea è ora troppo espansiva.
“Il tasso di inflazione core (cioè i prezzi al consumo tranne le componenti energia e alimentari) è però rimasto stabile allo 0,9%” tiene tuttavia a precisare Philippe Waechter, Capo economista di Natixis Asset Management, sottolineando come tale andamento significhi che il dato dell’inflazione complessiva sia stato alimentato dal settore dell’energia.
La variabilità del tasso di inflazione è infatti correlata alle variazioni del prezzo del petrolio su base annuale che, a gennaio, ha raggiunto un picco dal momento che le quotazioni del greggio si confrontavano con quelle minime del gennaio 2016.
“Tuttavia è possibile supporre che l’impatto delle variazioni del prezzo del greggio sul tasso di inflazione sia transitorio poiché per i prossimi mesi il greggio sembra aver invertito la tendenza in corrispondenza di un livello pari a 56 dollari e al tasso di cambio pari a 1,06” puntualizza Philippe Waechter, secondo il quale nei prossimi mesi la tendenza rialzista dell’inflazione dovrebbe ridursi agevolando le mosse da parte della BCE, che potrà mantenere invariata la sua politica monetaria.
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