BCE

Meeting della BCE di domani, in equilibrio tra crescita e rischi politici

Dati macroeconomici più robusti della zona euro e possibili rischi politici in Europa spingeranno domani la Bce a lasciare invariate le decisioni annunciate a dicembre.

8 Marzo 2017 15:14

financialounge -  BCE Eurozona Federal Reserve J.P. Morgan Asset Management Maria Paola Toschi quantitative easing tapering
“Ci aspettiamo che la BCE lasci invariata la politica monetaria” commenta senza mezzi termini Maria Paola Toschi, Market Strategist di JP Morgan Asset Management che, per l’appunto, si aspetta che Draghi domani confermi la decisione di dicembre, quando la BCE ha annunciato l’intenzione di ridurre gli acquisti mensili di titoli (l’allentamento quantitativo) da 80 a 60 miliardi di euro al mese cominciando dal prossimo aprile e fino alla fine del 2017.

Una decisione che verrà sostenuta da un contesto macroeconomico che ha dato sufficiente prova di forza e che consente questa prima riduzione dell’allentamento quantitativo.

“In questo contesto l’azione della BCE è importante per molti motivi, sia perché continua a mantenere un contesto favorevole alla crescita, sia perché può ridurre i rischi di turbolenza e volatilità sui mercati obbligazionari alla vigilia di importanti eventi elettorali che continuano ad alimentare incertezza, sia perché il costo del debito di molti paesi europei, soprattutto periferici non è mai stato così contenuto, nonostante i rapporti debito su PIL restino elevati, cosa che contribuisce a liberare risorse per la crescita e lo sviluppo” puntualizza Maria Paola Toschi.

È possibile quindi che sia necessario aspettare ancora almeno un paio di trimestri con dati macroeconomici solidi nella zona euro prima che la BCE possa maturare la decisione di annunciare un cambiamento di politica monetaria. Inoltre nei prossimi mesi l’esito delle elezioni non solo in Olanda ma soprattutto in Francia potrebbe essere cruciale per verificare gli eventuali rischi di una deriva euroscettica in Europa.

Anche questi fattori politici potrebbero essere implicitamente rilevanti per le decisioni di politica monetaria. Potremmo quindi aspettarci un cambiamento di orientamento della BCE non prima del terzo o quarto trimestre: sembra pertanto molto prematuro parlare oggi di tapering in Europa, dove per tapering si intende una riduzione continua a costante degli acquisti mensili di titoli, ovvero come quella realizzata nel 2015 dalla Fed. Potremmo quindi continuare a vedere una divergenza nella politica monetaria tra Stati Uniti e zona euro.

Secondo le ultime indicazioni emerse la Fed potrebbe decidere il prossimo rialzo dei tassi questo mese: le probabilità implicite di questa azione sono salite recentemente dal 35% al 70%. “Ciò potrebbe continuare ad alimentare un dollaro relativamente forte rispetto all’euro: mentre i tassi europei rispetto a quelli americani, nonostante alcune fasi di turbolenza indotte soprattutto dai rischi politici, si confermano più stabili e poco soggetti ai rischi di contagio e di rialzo che si stanno materializzando nei mercati americani” precisa Maria Paola Toschi.

La stessa Toschi, infine, ricorda come la BCE svolga un ruolo molto importante in un periodo di forte incertezza politica contribuendo a ridurre i rischi di attacchi speculativi nei confronti dei mercati dei titoli sovrani soprattutto di Francia (date le imminenti elezioni presidentiali) e Italia (per la quale resta un contesto politico molto incerto). “È possibile che nei prossimi mesi l’Europa continui a dover trovare una forma di compromesso tra un’economia che fornisce concreti segnali di miglioramento e un contesto politico complesso. Ricordiamo che anche la partenza di Brexit è ancora molto incerta e sta trovando una molteplicità di ostacoli nello stesso parlamento inglese, cosa che potrebbe continuare a creare un forte senso di indefinito e d’incertezza” conclude Maria Paola Toschi.

** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge. Una parte di contenuti e dati gentilmente concessi da J.P. Morgan Asset Management

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