donald Trump
Mercati, perché adesso è fondamentale distinguere tra le intenzioni e i fatti
Negli Stati Uniti è ora di passare dalle dichiarazioni ai fatti, mentre in Europa i fatti (ovvero l’esito delle prossime elezioni) potrebbero rivelarsi meno preoccupanti.
20 Marzo 2017 11:05
Ai livelli cui sono giunti ora i mercati finanziari è fondamentale che gli investitori si concentrino sui fatti e lascino da parte le intenzioni. Lo sottolineano Yves Longchamp, Head of Research di ETHENEA Independent Investors (Schweiz) AG, e Guido Barthels, Portfolio Manager ETHENEA Independent Investors S.A. guardando sia agli Stati Uniti, dove si tratta di capire cosa accade quando finisce la retorica della campagna elettorale di Trump, che all’Europa, dove i rischi politici all’orizzonte sono, forse, sopravvalutati.
“Nel momento in cui scriviamo, la storica riforma fiscale annunciata da Trump non è stata ancora presentata nemmeno a grandi linee, né d’altronde sono stati diffusi i primi dettagli sulle previste modifiche della riforma sanitaria di Obama. Il gran parlare di Trumpflation sembra finora essere solo quello: un gran parlare” precisano Yves Longchamp e Guido Barthels secondo i quali sarebbe molto importante anche per noi europei se il mercato dei capitali tenesse conto dei fatti, piuttosto che correre dietro a un’idea finora illusoria.
Il mercato, infatti, dopo un’iniziale sbandata, ha cominciato a concentrarsi sugli aspetti positivi della nuova presidenza americana. Con l’affollarsi degli operatori sul carro del vincitore, i mercati azionari e obbligazionari hanno invertito la rotta e i riflettori si sono improvvisamente puntati sugli annunci di spese infrastrutturali e sui piani di deregolamentazione del settore bancario. Si è parlato di risveglio dell’animal spirit del mercato e la precedente profonda depressione ha lasciato spazio a un’incontenibile euforia. Peccato che governare sia leggermente più difficile e complesso che formulare promesse nel corso di una campagna elettorale.
“Gran parte dei recenti movimenti dei listini azionari e obbligazionari può essere attribuita a un prematuro ottimismo. Un’eventuale riesamina delle precedenti convinzioni potrebbe causare nuovi repentini mutamenti. L’entusiasmo che ha improvvisamente messo le ali ad azioni e obbligazioni potrebbe da un momento all’altro svanire” avvertono però Yves Longchamp e Guido Barthels che, pur non nascondendo che anche per l’Europa si prospettino numerosi rischi politici, ritengono che si tratti di pericoli probabilmente sopravvalutati dal mercato.
Yves Longchamp, approfondendo il funzionamento dei sistemi elettorali dei vari paesi, arriva infatti alla conclusione che il panico suscitato sui mercati da una possibile vittoria di Marine Le Pen è in larga parte eccessivo e apparentemente dovuto alla scarsa conoscenza del sistema elettorale francese.
“Per quanto riguarda gli imminenti appuntamenti elettorali non ci attendiamo grandi sorprese. Paesi Bassi, Italia e Francia non abbandoneranno l’euro e alla fine dell’anno nessuno di questi tre paesi sarà governato da forze populiste. L’incertezza tuttavia scoraggia soprattutto gli investitori internazionali dall’assumere posizioni in Europa” concludono Yves Longchamp e Guido Barthels.
“Nel momento in cui scriviamo, la storica riforma fiscale annunciata da Trump non è stata ancora presentata nemmeno a grandi linee, né d’altronde sono stati diffusi i primi dettagli sulle previste modifiche della riforma sanitaria di Obama. Il gran parlare di Trumpflation sembra finora essere solo quello: un gran parlare” precisano Yves Longchamp e Guido Barthels secondo i quali sarebbe molto importante anche per noi europei se il mercato dei capitali tenesse conto dei fatti, piuttosto che correre dietro a un’idea finora illusoria.
Il mercato, infatti, dopo un’iniziale sbandata, ha cominciato a concentrarsi sugli aspetti positivi della nuova presidenza americana. Con l’affollarsi degli operatori sul carro del vincitore, i mercati azionari e obbligazionari hanno invertito la rotta e i riflettori si sono improvvisamente puntati sugli annunci di spese infrastrutturali e sui piani di deregolamentazione del settore bancario. Si è parlato di risveglio dell’animal spirit del mercato e la precedente profonda depressione ha lasciato spazio a un’incontenibile euforia. Peccato che governare sia leggermente più difficile e complesso che formulare promesse nel corso di una campagna elettorale.
“Gran parte dei recenti movimenti dei listini azionari e obbligazionari può essere attribuita a un prematuro ottimismo. Un’eventuale riesamina delle precedenti convinzioni potrebbe causare nuovi repentini mutamenti. L’entusiasmo che ha improvvisamente messo le ali ad azioni e obbligazioni potrebbe da un momento all’altro svanire” avvertono però Yves Longchamp e Guido Barthels che, pur non nascondendo che anche per l’Europa si prospettino numerosi rischi politici, ritengono che si tratti di pericoli probabilmente sopravvalutati dal mercato.
Yves Longchamp, approfondendo il funzionamento dei sistemi elettorali dei vari paesi, arriva infatti alla conclusione che il panico suscitato sui mercati da una possibile vittoria di Marine Le Pen è in larga parte eccessivo e apparentemente dovuto alla scarsa conoscenza del sistema elettorale francese.
“Per quanto riguarda gli imminenti appuntamenti elettorali non ci attendiamo grandi sorprese. Paesi Bassi, Italia e Francia non abbandoneranno l’euro e alla fine dell’anno nessuno di questi tre paesi sarà governato da forze populiste. L’incertezza tuttavia scoraggia soprattutto gli investitori internazionali dall’assumere posizioni in Europa” concludono Yves Longchamp e Guido Barthels.