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Elezioni europee, mercati alla prova della volatilità
Le elezioni in Francia e in Germania e la situazione politica in Italia fanno prevedere un aumento della volatilità dei mercati sia azionario che obbligazionario.
23 Marzo 2017 09:38
“Le Borse possono ancora crescere prima della fine della ripresa dell’attuale ciclo economico, mentre i rendimenti obbligazionari hanno probabilmente già toccato i minimi e potrebbero aumentare nel corso dei prossimi anni, a prescindere dal clima politico” dichiara John Greenwood, Chief Economist di Invesco che non vede ragioni per essere preoccupati in base ai fondamentali economici o per le valutazioni di mercato.
Al contrario, le prossime elezioni in Francia, Germania (e, probabilmente, in Italia), potrebbero invece alimentare un aumento della volatilità. Per l’economista qualora i partiti populisti dovessero guadagnare in modo cospicuo consensi nel corso delle elezioni, i mercati obbligazionari dell’area euro potrebbero restare contraddistinti dalla pressione sui tassi e dalla volatilità finchè i problemi dell’esistenza di una singola moneta nella regione non saranno risolti in via definitiva.
Anche per quanto riguarda i mercati azionari, John Greenwood, prospetta un incremento della volatilità sulla scia di un potenziale rafforzamento dei movimenti populisti: un contesto che dovrebbe favorire le compagnie più inclini ad esportare al di fuori dell’area euro mentre le piccole e medie imprese, attive prevalentemente nei mercati domestici ed esposte in modo rilevante alle politiche locali, potrebbero diventare più volatili rispetto ai titoli a più larga capitalizzazione e alle multinazionali.
In ogni caso, per quanto John Greenwood ricordi come nel corso del 2016 la politica sia stata ricca di sorprese e la validità dei sondaggi spesso discutibile, è il nostro paese lo scacchiere politico più critico e potenzialmente esposto ai movimenti populisti.
“In Italia la considerazione generale ritiene che l’adesione all’euro sia stata un disastro per il paese. Inoltre il posizionamento geografico della penisola quale punto di passaggio per la maggior parte dei flussi migratori verso l’Europa offre un terreno fertile alle politiche populiste anti-euro, anti-austerità e anti-immigrazione. Il partito Cinque Stelle, che risulta marginalmente in testa nei sondaggi di fine febbraio, sembra deciso a portare l’Italia fuori dall’euro ma non fuori dall’Europa” specifica il Chief Economist di Invesco, che poi conclude parlando della situazione politica in Francia e in Germania.
“In Francia, Marine Le Pen, la leader del Fronte Nazionale anti-europeo, potrebbe vincere il primo turno delle elezioni presidenziali, ma è improbabile che ottenga voti sufficienti a vincere nel secondo turno. In Germania, invece, le piattaforme politiche dei due favoriti possibili cancellieri, (Angela Merkel e Martin Schulz), risultano ampiamente intercambiabili, sebbene qualunque coalizione dovrà confrontarsi con un incremento della popolarità del partito di estrema destra AfD e con la probabilità di vedere assegnati a questo partito i suoi primi seggi parlamentari”.
Al contrario, le prossime elezioni in Francia, Germania (e, probabilmente, in Italia), potrebbero invece alimentare un aumento della volatilità. Per l’economista qualora i partiti populisti dovessero guadagnare in modo cospicuo consensi nel corso delle elezioni, i mercati obbligazionari dell’area euro potrebbero restare contraddistinti dalla pressione sui tassi e dalla volatilità finchè i problemi dell’esistenza di una singola moneta nella regione non saranno risolti in via definitiva.
Anche per quanto riguarda i mercati azionari, John Greenwood, prospetta un incremento della volatilità sulla scia di un potenziale rafforzamento dei movimenti populisti: un contesto che dovrebbe favorire le compagnie più inclini ad esportare al di fuori dell’area euro mentre le piccole e medie imprese, attive prevalentemente nei mercati domestici ed esposte in modo rilevante alle politiche locali, potrebbero diventare più volatili rispetto ai titoli a più larga capitalizzazione e alle multinazionali.
In ogni caso, per quanto John Greenwood ricordi come nel corso del 2016 la politica sia stata ricca di sorprese e la validità dei sondaggi spesso discutibile, è il nostro paese lo scacchiere politico più critico e potenzialmente esposto ai movimenti populisti.
“In Italia la considerazione generale ritiene che l’adesione all’euro sia stata un disastro per il paese. Inoltre il posizionamento geografico della penisola quale punto di passaggio per la maggior parte dei flussi migratori verso l’Europa offre un terreno fertile alle politiche populiste anti-euro, anti-austerità e anti-immigrazione. Il partito Cinque Stelle, che risulta marginalmente in testa nei sondaggi di fine febbraio, sembra deciso a portare l’Italia fuori dall’euro ma non fuori dall’Europa” specifica il Chief Economist di Invesco, che poi conclude parlando della situazione politica in Francia e in Germania.
“In Francia, Marine Le Pen, la leader del Fronte Nazionale anti-europeo, potrebbe vincere il primo turno delle elezioni presidenziali, ma è improbabile che ottenga voti sufficienti a vincere nel secondo turno. In Germania, invece, le piattaforme politiche dei due favoriti possibili cancellieri, (Angela Merkel e Martin Schulz), risultano ampiamente intercambiabili, sebbene qualunque coalizione dovrà confrontarsi con un incremento della popolarità del partito di estrema destra AfD e con la probabilità di vedere assegnati a questo partito i suoi primi seggi parlamentari”.