Capital Group
Azionario Europa, perché selezionare anche i titoli del Regno Unito
Nel lungo termine, la selezione di aziende di qualità e con modelli di business solidi e sostenibili, sia europee ex UK che del Regno Unito, ha aggiunto valore.
30 Marzo 2017 09:35
Gli investitori che escludessero il Regno Unito da un portafoglio azionario europeo si negherebbero l’accesso a un’ampia gamma di settori.
“Ciò è particolarmente rilevante quando si cercano investimenti in grado di generare reddito, visto che alcuni settori, ad esempio quello del tabacco, offrono generalmente ottimi dividendi” sostiene Mark Denning, Gestore del fondo Capital Group European Growth and Income Fund (CGEGI) che poi specifica come soltanto un quarto dei ricavi delle società britanniche venga generato in sterline, mentre il resto è in dollari USA, euro, valute dei mercati emergenti ed altre divise: una diversificazione che consente di proteggere i profitti dal pieno impatto delle variazioni dei tassi di cambio valutari.
Gli investitori correrebbero pertanto il rischio di non investire in compagnie best-in-class domiciliate in Gran Bretagna quali, solo per fare alcuni esempi, Glencore (industria mineraria e dei metalli), Scottish & Southern Energy (servizi di pubblica utilità) e BAE Systems (aerospaziale e difesa).
“Sosteniamo da sempre un approccio orientato alla selezione di titoli di tipo bottom-up quando si investe in azioni. Un modo efficace per identificare i potenziali vincitori all’interno di una asset class, anche quando gli eventi esterni o di tipo macroeconomico hanno un impatto negativo su tale asset class nel suo complesso” spiega Mark Denning, puntualizzando che il team di gestione monitora attivamente gli eventi macroeconomici e politici ma resta comunque focalizzato sui fondamentali delle singole società.
Un approccio che nel lungo periodo, quello che secondo Mark Denning è il più indicato per un investimento azionario, ha consentito all’investimento in azioni europee implementato nel fondo CGEGI di conseguire risultati superiori sia rispetto a un’esposizione al solo Regno Unito che rispetto a un’esposizione verso Europa ex-UK.
“Inoltre, i risultati a lungo termine di CGEGI sono stati superiori anche a quelli del mercato azionario europeo nel suo complesso, evidenziando il valore aggiunto di una selezione dei titoli di tipo bottom-up ispirata dalla ricerca” sottolinea Mark Denning, secondo il quale un vantaggio ulteriore di questo approccio è rappresentato dalla sua agilità, che consente di reagire prontamente al variare del contesto macroeconomico e politico.
“Anche se il Regno Unito lascerà l’Unione Europea, resterà comunque nella regione assieme ad altri paesi non-UE. Le aziende con modelli di business posizionati in maniera difensiva continueranno ad offrire solide opportunità di investimento, indipendentemente dal luogo in cui sono domiciliate” conclude Mark Denning.
“Ciò è particolarmente rilevante quando si cercano investimenti in grado di generare reddito, visto che alcuni settori, ad esempio quello del tabacco, offrono generalmente ottimi dividendi” sostiene Mark Denning, Gestore del fondo Capital Group European Growth and Income Fund (CGEGI) che poi specifica come soltanto un quarto dei ricavi delle società britanniche venga generato in sterline, mentre il resto è in dollari USA, euro, valute dei mercati emergenti ed altre divise: una diversificazione che consente di proteggere i profitti dal pieno impatto delle variazioni dei tassi di cambio valutari.
Gli investitori correrebbero pertanto il rischio di non investire in compagnie best-in-class domiciliate in Gran Bretagna quali, solo per fare alcuni esempi, Glencore (industria mineraria e dei metalli), Scottish & Southern Energy (servizi di pubblica utilità) e BAE Systems (aerospaziale e difesa).
“Sosteniamo da sempre un approccio orientato alla selezione di titoli di tipo bottom-up quando si investe in azioni. Un modo efficace per identificare i potenziali vincitori all’interno di una asset class, anche quando gli eventi esterni o di tipo macroeconomico hanno un impatto negativo su tale asset class nel suo complesso” spiega Mark Denning, puntualizzando che il team di gestione monitora attivamente gli eventi macroeconomici e politici ma resta comunque focalizzato sui fondamentali delle singole società.
Un approccio che nel lungo periodo, quello che secondo Mark Denning è il più indicato per un investimento azionario, ha consentito all’investimento in azioni europee implementato nel fondo CGEGI di conseguire risultati superiori sia rispetto a un’esposizione al solo Regno Unito che rispetto a un’esposizione verso Europa ex-UK.
“Inoltre, i risultati a lungo termine di CGEGI sono stati superiori anche a quelli del mercato azionario europeo nel suo complesso, evidenziando il valore aggiunto di una selezione dei titoli di tipo bottom-up ispirata dalla ricerca” sottolinea Mark Denning, secondo il quale un vantaggio ulteriore di questo approccio è rappresentato dalla sua agilità, che consente di reagire prontamente al variare del contesto macroeconomico e politico.
“Anche se il Regno Unito lascerà l’Unione Europea, resterà comunque nella regione assieme ad altri paesi non-UE. Le aziende con modelli di business posizionati in maniera difensiva continueranno ad offrire solide opportunità di investimento, indipendentemente dal luogo in cui sono domiciliate” conclude Mark Denning.