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Mercati emergenti, le prospettive da incerte sono diventate promettenti

Ripetere le ottime performance degli ultimi 12 mesi è improbabile, ma il debito emergente può dare ancora soddisfazioni grazie alle prospettive economiche promettenti.

31 Marzo 2017 09:52

financialounge -  cina donald Trump mercati emergenti PIMCO Yacov Arnopolin
Dall’elezione di Trump in poi, i mercati emergenti hanno accusato una correzione per le preoccupazioni derivanti dalle politiche protezionistiche promesse in campagna elettorale dal neopresidente americano. Tuttavia, finora, mentre l’amministrazione Trump imposta il suo ordine del giorno, non sono i mercati emergenti l'epicentro delle preoccupazioni globali quanto piuttosto i mercati sviluppati.

Gli investitori, infatti, si interrogano sulla probabilità e la dimensione dello stimolo fiscale statunitense e degli sgravi fiscali, soprattutto alla luce dell’insuccesso da parte dell’amministrazione Trump dell’eliminazione dell’Obamacare.

Nel Vecchio Continente, invece, mentre sono appena partiti i negoziati per la Brexit e c’è incertezza rispetto ai 6 miliardi di dollari in titoli greci in scadenza nel mese di luglio, sono previsti importanti appuntamenti elettorali in Francia, Germania e Italia.

“Gli investitori che hanno preferito non investire sui mercati emergenti negli ultimi anni, hanno perso su un significativo recupero” fa sapere Yacov Arnopolin, Portfolio manager per i mercati emergenti di PIMCO, il cui riferimento è al fatto che sia l’indice obbligazionari emerging markets (EM) in valuta locale che quello in dollari hanno guadagnato circa il 10% negli ultimi 12 mesi, nonostante le persistenti preoccupazioni per il commercio globale, le mosse della Fed e i prezzi delle materie prime.

Certo, ammette, Yacov Arnopolin, anche le preoccupazioni, rientrate, sulle riserve in valuta estera e sulla crescita della Cina hanno facilitato questo exploit. “Replicare tali perfomance ci sembra improbabile nei prossimi 12 mesi, tuttavia il debito emergente (sia in valuta locale che hard currency) dovrebbe comunque essere in grado di offrire un buon rendimento, soprattutto se comparato con quello ottenibile con le alternative a reddito fisso dei mercati sviluppati” precisa Yacov Arnopolin, che poi aggiunge un ulteriore potenziale plus di gestione: “Un potenziale aggiuntivo è rappresentato poi dalla possibile rivalutazione delle valute dei paesi in via di sviluppo”.

“Ovviamente, ci rendiamo conto che i rischi persistono, ma crediamo che siano molto diminuiti ora rispetto al quarto trimestre del 2016 e abbiano adesso meno probabilità di concretizzarsi nel corso del prossimo anno” conclude Yacov Arnopolin.

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