Brexit
Obbligazioni societarie, in sterline le più convenienti a livello globale
Nell’ambito delle obbligazioni societarie con rating tra AA e B in euro, in dollari USD e in sterline queste ultime evidenziano un maggior livello di convenienza.
6 Aprile 2017 10:28
“Riteniamo che il mercato obbligazionario societario domestico del Regno Unito sia attualmente il più interessante a livello globale. Naturalmente vi sono dei rischi, così come vi sono rischi politici in Europa o rischi relativi ai tassi negli Stati Uniti per esempio” sostiene Chris Bowie, Portfolio manager di TwentyFour AM, una boutique di Vontobel.
Secondo il manager, però, molti dei rischi imputabili alla Brexit sono già incorporati nei prezzi, fornendo in tal modo alcune delle migliori opportunità di rendimento per gli investitori nel medio termine. L’analisi di Chris Bowie parte dalla constatazione che, sebbene vi siano evidenti segnali di debolezza della sterlina che contribuiranno a importare inflazione, il rischio che i prezzi al consumo nel Regno Unito possano superare la soglia dl 4% è ragionevolmente basso: ecco quindi che le implicazioni della Brexit relative all’inflazione sono già scontate nel mercato dei tassi, che incorpora infatti una inflazione futura del 3,44%.
Anche il mercato delle obbligazioni societarie sconta tale scenario: osservando le emissioni in euro, in dollari USD e in sterline con rating compreso tra AA e B, il mercato del credito in sterline è quello più conveniente a livello globale. Occorre ricordare, fa notare Chris Bowie, che molte di queste aziende sono società europee e statunitensi che hanno preso a prestito fondi denominati in sterline: agli investitori, però, a parità di rischio di credito in euro o in dollari, viene offerta una remunerazione in più con le emissioni in sterline grazie allo spread che le stesse aziende sostengono per il fatto che il titolo di debito è in sterline.
“In terzo luogo, la Brexit è un evento che riguarda gli utili, non la solvibilità” puntualizza Chris Bowie, ricordando come la tenuta dell’economia UK sia stata finora buona dopo la vittoria della Brexit nel referendum del 23 giugno scorso: la vera valvola di sfogo è stata la sterlina che si è indebolita. Certo, i rischi non vanno sottovalutati, ma Chris Bowie è convinto che il Regno Unito continuerà ad essere un’economia globale forte, un luogo attraente in cui fare affari e un paese in grado di offrire rendimenti interessanti sul capitale agli investitori.
La conclusione a cui giunge il manager è che le obbligazioni societarie potrebbero risultare più attraenti dei titoli azionari. E questo anche per la solidità del sistema bancario, i cui prossimi stress test dovrebbero risultare gestibili per gli istituti britannici, nonostante appaiano particolarmente penalizzanti. “Nel Regno Unito, il settore bancario ha una capitalizzazione molto più robusta rispetto alla crisi, il che sottolinea ancora una volta come i rischi riguardino gli utili (ovvero la redditività) e non la solvibilità (ovvero i fallimenti)” conclude Chris Bowie.
Secondo il manager, però, molti dei rischi imputabili alla Brexit sono già incorporati nei prezzi, fornendo in tal modo alcune delle migliori opportunità di rendimento per gli investitori nel medio termine. L’analisi di Chris Bowie parte dalla constatazione che, sebbene vi siano evidenti segnali di debolezza della sterlina che contribuiranno a importare inflazione, il rischio che i prezzi al consumo nel Regno Unito possano superare la soglia dl 4% è ragionevolmente basso: ecco quindi che le implicazioni della Brexit relative all’inflazione sono già scontate nel mercato dei tassi, che incorpora infatti una inflazione futura del 3,44%.
Anche il mercato delle obbligazioni societarie sconta tale scenario: osservando le emissioni in euro, in dollari USD e in sterline con rating compreso tra AA e B, il mercato del credito in sterline è quello più conveniente a livello globale. Occorre ricordare, fa notare Chris Bowie, che molte di queste aziende sono società europee e statunitensi che hanno preso a prestito fondi denominati in sterline: agli investitori, però, a parità di rischio di credito in euro o in dollari, viene offerta una remunerazione in più con le emissioni in sterline grazie allo spread che le stesse aziende sostengono per il fatto che il titolo di debito è in sterline.
“In terzo luogo, la Brexit è un evento che riguarda gli utili, non la solvibilità” puntualizza Chris Bowie, ricordando come la tenuta dell’economia UK sia stata finora buona dopo la vittoria della Brexit nel referendum del 23 giugno scorso: la vera valvola di sfogo è stata la sterlina che si è indebolita. Certo, i rischi non vanno sottovalutati, ma Chris Bowie è convinto che il Regno Unito continuerà ad essere un’economia globale forte, un luogo attraente in cui fare affari e un paese in grado di offrire rendimenti interessanti sul capitale agli investitori.
La conclusione a cui giunge il manager è che le obbligazioni societarie potrebbero risultare più attraenti dei titoli azionari. E questo anche per la solidità del sistema bancario, i cui prossimi stress test dovrebbero risultare gestibili per gli istituti britannici, nonostante appaiano particolarmente penalizzanti. “Nel Regno Unito, il settore bancario ha una capitalizzazione molto più robusta rispetto alla crisi, il che sottolinea ancora una volta come i rischi riguardino gli utili (ovvero la redditività) e non la solvibilità (ovvero i fallimenti)” conclude Chris Bowie.