Amundi
PIR, due soluzioni per sfruttare tutte le potenzialità delle PMI italiane
Le PMI italiane hanno mostrato di avere una marcia in più nel lungo termine: con i PIR (piani individuali di risparmio) si possono sfruttare anche i vantaggi fiscali.
6 Aprile 2017 11:50
Il tessuto economico italiano è costellato da imprese di dimensioni medie e medio piccole che, nel momento in cui hanno deciso di quotarsi in borsa, hanno rappresentato spesso esempi di eccellenza in segmenti specifici, raggiungendo posizioni di leadership in nicchie di mercato.
Inoltre, negli anni, hanno saputo sviluppare una presenza estera in paesi con crescite superiori a quelle italiane. “È importante considerare come, per esempio negli anni passati, il fatturato aggregato di un campione di mid e small cap italiane abbia subito riduzioni molto contenute anche negli anni di maggior crisi, generando utili con tassi di crescita a doppia cifra. Questa abilità è ciò che normalmente viene apprezzata dagli investitori” specifica Elena Ferrarese, Portfolio manager di Amundi Sgr che, tuttavia, esclude che si possa generalizzare: non tutti i titoli small e mid cap sono di buona qualità e non tutti sono interessanti per costituire un investimento.
Ecco perché il lavoro di selezione che precede la costruzione del portafoglio è fondamentale per cercare di evitare al massimo le brutte sorprese, sebbene non le si possa mai escludere del tutto. Allo stesso modo, è altrettanto importante adottare un approccio di medio lungo termine: “È determinate che l’investimento in titoli azionari abbia un orizzonte temporale a medio e lungo termine - ha commentato Ferrarese - i cicli economici e i piani industriali aziendali si sviluppano su base almeno triennale, se non quinquennale; per beneficiare a pieno della capacità dell’azienda di produrre utili bisogna almeno rispettare i tempi di sviluppo. Inoltre non bisogna dimenticare che i mercati finanziari sono soggetti a periodi di volatilità che possono influire negativamente sulle valutazioni delle aziende creando momenti di prezzi depressi che non rappresentano il reale valore dei titoli quotati”.
Per permettere di sfruttare tutte le potenzialità delle PMI italiane e, al contempo, beneficiare delle agevolazioni fiscali previste dalla normativa istitutiva dei PIR (piani individuali di risparmio), Amundi SGR ha ampliato la propria offerta di fondi comuni con due prodotti PIR compliant: Amundi Valore Italia PIR e Amundi Dividendo Italia. Il primo investe circa il 70% del patrimonio in obbligazioni e la restante parte in azioni (circa il 30%) e materie prime (in misura residuale).
Amundi Dividendo Italia , invece, è destinato a coloro che intendono investire principalmente in azioni delle aziende italiane. Questo è infatti un pre-esistente fondo azionario a distribuzione dei proventi focalizzato sull’Italia che dal 18 aprile sarà a tutti gli effetti “PIR compliant” e consentirà dunque di accedere ai benefici della normativa istitutiva dei PIR in classe P (con la SGR che agisce in qualità di sostituto d’imposta) e classe B (il ruolo di sostituto d’imposta potrà essere rivestito dal collocatore).
“La politica di distribuzione di Amundi Dividendo Italia prevede la distribuzione dei proventi a patto che il fondo registri un risultato positivo nell’esercizio di riferimento e, pertanto, per nessun motivo tale distribuzione dovrà comportare rimborso parziale di capitale versato dai partecipanti. A fronte della distribuzione dei proventi, i medesimi saranno esentasse con riferimento alla classe P” puntualizza infine Elena Ferrarese.
Inoltre, negli anni, hanno saputo sviluppare una presenza estera in paesi con crescite superiori a quelle italiane. “È importante considerare come, per esempio negli anni passati, il fatturato aggregato di un campione di mid e small cap italiane abbia subito riduzioni molto contenute anche negli anni di maggior crisi, generando utili con tassi di crescita a doppia cifra. Questa abilità è ciò che normalmente viene apprezzata dagli investitori” specifica Elena Ferrarese, Portfolio manager di Amundi Sgr che, tuttavia, esclude che si possa generalizzare: non tutti i titoli small e mid cap sono di buona qualità e non tutti sono interessanti per costituire un investimento.
Ecco perché il lavoro di selezione che precede la costruzione del portafoglio è fondamentale per cercare di evitare al massimo le brutte sorprese, sebbene non le si possa mai escludere del tutto. Allo stesso modo, è altrettanto importante adottare un approccio di medio lungo termine: “È determinate che l’investimento in titoli azionari abbia un orizzonte temporale a medio e lungo termine - ha commentato Ferrarese - i cicli economici e i piani industriali aziendali si sviluppano su base almeno triennale, se non quinquennale; per beneficiare a pieno della capacità dell’azienda di produrre utili bisogna almeno rispettare i tempi di sviluppo. Inoltre non bisogna dimenticare che i mercati finanziari sono soggetti a periodi di volatilità che possono influire negativamente sulle valutazioni delle aziende creando momenti di prezzi depressi che non rappresentano il reale valore dei titoli quotati”.
Per permettere di sfruttare tutte le potenzialità delle PMI italiane e, al contempo, beneficiare delle agevolazioni fiscali previste dalla normativa istitutiva dei PIR (piani individuali di risparmio), Amundi SGR ha ampliato la propria offerta di fondi comuni con due prodotti PIR compliant: Amundi Valore Italia PIR e Amundi Dividendo Italia. Il primo investe circa il 70% del patrimonio in obbligazioni e la restante parte in azioni (circa il 30%) e materie prime (in misura residuale).
Amundi Dividendo Italia , invece, è destinato a coloro che intendono investire principalmente in azioni delle aziende italiane. Questo è infatti un pre-esistente fondo azionario a distribuzione dei proventi focalizzato sull’Italia che dal 18 aprile sarà a tutti gli effetti “PIR compliant” e consentirà dunque di accedere ai benefici della normativa istitutiva dei PIR in classe P (con la SGR che agisce in qualità di sostituto d’imposta) e classe B (il ruolo di sostituto d’imposta potrà essere rivestito dal collocatore).
“La politica di distribuzione di Amundi Dividendo Italia prevede la distribuzione dei proventi a patto che il fondo registri un risultato positivo nell’esercizio di riferimento e, pertanto, per nessun motivo tale distribuzione dovrà comportare rimborso parziale di capitale versato dai partecipanti. A fronte della distribuzione dei proventi, i medesimi saranno esentasse con riferimento alla classe P” puntualizza infine Elena Ferrarese.