Christophe Bernard

Portafogli, attenzione alle possibili correzioni di bund e dollaro

La corsa agli acquisti di bund e dollaro, dovuta anche alle preoccupazioni politiche europee, potrebbe invertirsi se, come è probabile, Marine Le Pen non vincerà in Francia.

10 Aprile 2017 10:50

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“Riteniamo che gli asset evitati dagli investitori per paura di una nuova sorpresa politica (soprattutto gli legati all’euro) possano mettere a segno un recupero mentre i cosiddetti porti sicuri, come i titoli di Stato tedeschi o il dollaro USA, potrebbero subire delle ondate di vendite” sostiene Christophe Bernard, Chief Strategist di Vontobel, secondo il quale il sistema elettorale francese rende molto improbabile una vittoria di Marine Le Pen che, se anche dovesse vincere le prossime elezioni presidenziali francese, ha scarsissime probabilità che il suo partito conquisti la maggioranza all’Assemblea Nazionale.

Negli Stati Uniti, invece, Christophe Bernard rimarca come la Fed non abbia lasciato dubbi sulle sue intenzioni di aumentare gradualmente i tassi di interesse e, soprattutto, di non tenere conto delle misure previste dall’amministrazione Trump per stimolare l’economia. Janet Yellen, alla luce del fallimento dell’amministrazione Trump di abolire la cosiddetta Obamacare, preferisce verificare quali iniziative, e in che modo, avranno superato i necessari ostacoli. Alla luce di questo scenario, Christophe Bernard mantiene un’allocazione neutrale nelle azioni. Da un lato, a favore dell’asset class, ci sono il momentum economico mondiale e le revisioni degli utili societari (il rapporto delle correzioni al rialzo e al ribasso degli utili da parte degli analisti) mentre dall’altro, a discapito del mercato azionario, emergono valutazioni elevate e crescenti dubbi sul programma di Trump .

“All’interno del mix azionario abbiamo spostato il sovrappeso verso l’area dell’euro perché a nostro parere gli investitori attribuiscono una probabilità eccessiva alla vittoria di Le Pen” puntualizza però Christophe Bernard che rivela inoltre perché ha eliminato quel poco di sovrappeso sul dollaro in portafoglio: “Finché la Fed mantiene il suo approccio graduale e la retorica anti-trade degli Stati Uniti non si traduce in azioni concrete, il biglietto verde dovrebbe fare fatica a guadagnare posizioni sull'euro che è peraltro sostenuto anche dagli indici dei direttori agli acquisti dell’Eurozona, che preannunciano una dinamica economica piuttosto vivace”.

Sul fronte obbligazionario, infine, Christophe Bernard ha incrementato l’esposizione nelle obbligazioni dei mercati emergenti denominate in valuta locale e in valuta forte. “Il loro rendimento corrente è attraente se confrontato con quello di altri investimenti a reddito fisso. Inoltre, la riduzione sia del rischio di un dollaro forte che di imminenti barriere all’importazione imposte dagli USA, rende il debito emergente ancora più interessante” conclude Christophe Bernard.

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