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Credito investment grade USA, una valida alternativa ai Treasury

Tutti i vantaggi degli investment grade USA: solidità degli emittenti, scarsa correlazione con l’azionario Europa, maggiore redditività e minor volatilità rispetto ai Treasury. 

27 Aprile 2017 09:59

financialounge -  Capital Group investment grade luke farrell mercati obbligazionari REIT treasury USA
Per l’investitore obbligazionario europeo alla ricerca di extra reddito rispetto ai risicati rendimenti offerti dai titoli di stato dei paesi core della zona euro, le obbligazioni societarie investment grade (quelle cioè con rating pari o superiore a BBB / Baa) possono rappresentare un’ottima asset class per il lungo termine. Lo sostiene Luke Farrell, direttore degli investimenti nel reddito fisso di Capital Group, secondo il quale ci sono almeno quattro ragioni per sposare questa tesi.

In primis, si tratta di obbligazioni emesse dalle più note corporation americane e offrono un rendimento superiore ai Treasury su orizzonti temporali lunghi. In secondo luogo hanno mostrato una volatilità inferiore rispetto a quella degli asset più rischiosi come le azioni o le obbligazioni high yield e possono contribuire a conservare il capitale. In terzo luogo il mercato investment grade americano offre molte più opportunità e un rendimento più elevato rispetto al credito investment grade europeo. Infine, e siamo al quarto punto, i corporate bond investment grade statunitensi risultano meno correlati con il mercato azionario europeo rispetto ai titoli omologhi dell’Eurozona.

“Attualmente il nostro principale sovrappeso riguarda il settore dei beni di consumo non ciclici, al cui interno spiccano soprattutto i segmenti farmaceutico, alimentari e del tabacco” puntualizza Luke Farrell, che segnala come molte società farmaceutiche, preoccupate dalle scadenze dei brevetti e dalla redditività futura in generale, abbiano deciso acquisizioni finanziate con debito ma che, grazie ai buoni flussi di cassa, sono in grado di mantenere i propri rating e di rimborsare il debito.

“Un’altra rilevante posizione di sovrappeso riguarda il settore energetico. Nel 2015 presentavamo un sottopeso su questo comparto, ma verso fine 2015 abbiamo iniziato a incrementare l’esposizione continuando all’inizio di quest’anno a fronte del calo delle quotazioni del petrolio sotto i 30 dollari al barile: quotazioni che ritenevamo non sostenibili” precisa inoltre Luke Farrell, che poi rivela di essere interessato pure ai trust d’investimento immobiliare (REIT), perchè offrono un buon valore, mentre, al contrario, è in sottopeso sul comparto bancario, soprattutto per quanto riguarda le emissioni in dollari USA delle banche europee.
“In generale, le banche europee non hanno una capitalizzazione tanto solida quanto gli istituti americani e presentano un maggiore rischio fondamentale a causa della debolezza e del rallentamento dell’economia dell’Eurozona” conclude Luke Farrell.

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