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Credito cinese, il fattore chiave della reflazione globale

Negli ultimi tre anni emerge una correlazione tra il credito cinese e la reflazione globale molto più rilevante rispetto alle attese positive sull’economia americana.

8 Maggio 2017 10:39

financialounge -  cina crescita economica Gene Frieda mercato del credito PIMCO reflazione settore immobiliare
Esiste una certa correlazione tra l'impulso creditizio cinese e la reflazione globale. Lo stimolo massiccio della Cina al credito a partire dal 2014 ha inizialmente contribuito a far scendere i prezzi delle materie prime e la crescita dei mercati emergenti. Successivamente, l'inaspettata accelerazione degli investimenti immobiliari cinesi ha determinato un aumento delle domande e dei prezzi delle materie prime, determinando un rimbalzo della crescita dei paesi emergenti, e con esso, dei volumi del commercio globale.

“Pertanto, il fattore chiave della reflazione globale è stato la Cina, e non la promessa di stimolo fiscale e deregolamentazione negli Stati Uniti che ha contribuito a rafforzare la fiducia sul mercato” sottolinea Gene Frieda, Strategist globale di PIMCO che, a questo punto si domanda in che misura il calo del credito della Cina sia in grado di influenzare la crescita.

“Il forte calo dell'impulso creditizio cinese, iniziato nel 2016, ha causato una sostanziale frenata della crescita nei 12 mesi successivi. Se invece si osservano gli ultimi tre anni, l'impulso di credito cinese si è rivelato positivo a tratti tra la fine del 2014 e la metà del 2015. Data la volatilità del tasso di cambio in Cina nel mese di agosto 2015, c’è voluto più tempo al credito per generare la trazione. L'impulso di credito cinese ha raggiunto il picco nel marzo del 2016 per rallentare notevolmente dopo il secondo trimestre” argomenta Gene Frieda ricordando come PIMCO abbia già preso in considerazione la correlazione tra il credito e le prospettive di crescita cinese, ma il calo dell'impulso creditizio è stato più nitido e più estremo rispetto alle attese.

“La questione non è se la Cina rallenta la propria crescita ma piuttosto quanto questa decelerazione sia veloce” specifica Gene Frieda secondo il quale è altrettanto importante pure la misura in cui i prezzi delle materie prime subiranno una correzione, soprattutto alla luce dell'attuale entusiasmo circa la potenziale forza del ciclo di crescita globale. Ma c’è di più, il manager precisa che il rallentamento imminente in Cina potrebbe essere aggravato dai continui sforzi del governo di Pechino di frenare il credito bancario ombra. Per contro, ammette Gene Frieda, difficilmente la crescita cinese potrà scendere di molto dagli attuali livelli prima del 19° Congresso Nazionale del Partito di quest'autunno.

“La compiacenza per la potenziale decelerazione della Cina combinata con la maggiore probabilità che gli indicatori di fiducia degli Stati Uniti si muoveranno più in linea con dati economici deboli, suggeriscono che alcune potenziali sorprese potrebbero pervenire dai segmenti più orientati alla crescita dei mercati globali” conclude Gene Frieda.

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