Andrea Brasili
Europa, più azioni e meno obbligazioni ma senza azzerare le strategie di copertura
La vittoria di Macron in Francia riduce nel breve termine le incertezze politiche in Europa favorendo le azioni ai bond ma è meglio mantenere le strategie di copertura.
8 Maggio 2017 13:10
Il neopresidente francese, Emmanuel Macron, propone di ridurre la spesa pubblica per finanziare i tagli all’imposta sulle società e il cuneo fiscale sul lavoro (con l’obiettivo di promuovere l’occupazione) e per favorire le contrattazioni aziendali su diversi aspetti, tra cui l’orario di lavoro più flessibile: riforme che vanno della direzione del sostegno all’attività produttiva e alla crescita.
Per quanto attiene all’Europa, invece, ha suggerito, in chiave di contrasto all’euro-scetticismo, la necessità di creare un bilancio europeo e un ministro delle finanze europeo che, all’occorrenza, abbia il potere di intervenire sia con azioni anticicliche, per favorire l’occupazione, che per promuovere progetti comuni.
Ma quali sono le probabili implicazioni della vittoria di Macron per i mercati finanziari? “Superati almeno nel breve termine i timori per le incertezze politiche, pensiamo che le scelte di investimento legate al tema della reflazione torneranno al centro dei riflettori, con rinnovato focus sui fondamentali economici” fanno sapere Andrea Brasili, Senior economist Global Asset al location research di Pioeer Investments e Monica Defend, Head of Global Asset al location research di Pioeer Investments.
D’altra parte i dati macroeconomici confermano uno scenario di crescita più solida e diffusa in Europa che dovrebbe essere di sostegno alla ripresa degli utili aziendali che, dopo diversi anni, mostrano segnali di miglioramento. Per quanto riguarda invece l’inflazione, i due manager ritengono che, dopo le recenti fiammate (che dovrebbero risultare temporanee) i prezzi al consumo manterranno nei prossimi mesi una dinamica abbastanza contenuta e, con essa, la politica monetaria espansiva della BCE.
“Siamo inclini preferire gli asset di rischio, in particolare il mercato azionario le cui valutazioni non sono eccessive (soprattutto in Europa) e il potenziale di crescita degli utili non si è ancora manifestato pienamente” riferiscono Andrea Brasili e Monica Defend che, al contrario, raccomandano di adottare una duration (scadenza media dei titoli in portafoglio) prudente nell’ambito delle scelte obbligazionarie. È vero, dicono i due manager, che i rischi politici sono diminuiti, ma la BCE potrebbe adottare l’avvio del tapering (riduzione dei volumi di acquisto mensili dei titoli obbligazionari sul mercato) mentre i tassi sui titoli di Stato potrebbero aumentare dagli attuali livelli molto contenuti (con conseguente calo dei prezzi dei titoli obbligazionari).
Non è però escluso, per Andrea Brasili e Monica Defend, un proseguimento del restringimento dello spread sui periferici e dell’OAT francese rispetto al Bund tedesco. “Siamo più cauti sul mercato del debito societario europeo rispetto all’inizio dell’anno perché le valutazioni sono meno convenienti e c’è minore spazio per assorbire un possibile aumento dei tassi. Preferiamo i titoli europei e giapponesi legati all’inflazione e ci aspettiamo una maggiore inclinazione verso l’alto delle curve legate all’inflazione” rivelano poi i due manager che, per i prossimi mesi, suggeriscono di mantenere delle strategie di copertura sui propri portafogli per tutelarsi a fronte di possibili perdite. Infatti, i rischi politici sono diminuiti ma non scomparsi. Il riferimento è al ciclo elettorale in Europa, compresi gli sviluppi politici in Italia, che ancora rappresenta una possibile fonte di instabilità.
Per quanto attiene all’Europa, invece, ha suggerito, in chiave di contrasto all’euro-scetticismo, la necessità di creare un bilancio europeo e un ministro delle finanze europeo che, all’occorrenza, abbia il potere di intervenire sia con azioni anticicliche, per favorire l’occupazione, che per promuovere progetti comuni.
Ma quali sono le probabili implicazioni della vittoria di Macron per i mercati finanziari? “Superati almeno nel breve termine i timori per le incertezze politiche, pensiamo che le scelte di investimento legate al tema della reflazione torneranno al centro dei riflettori, con rinnovato focus sui fondamentali economici” fanno sapere Andrea Brasili, Senior economist Global Asset al location research di Pioeer Investments e Monica Defend, Head of Global Asset al location research di Pioeer Investments.
D’altra parte i dati macroeconomici confermano uno scenario di crescita più solida e diffusa in Europa che dovrebbe essere di sostegno alla ripresa degli utili aziendali che, dopo diversi anni, mostrano segnali di miglioramento. Per quanto riguarda invece l’inflazione, i due manager ritengono che, dopo le recenti fiammate (che dovrebbero risultare temporanee) i prezzi al consumo manterranno nei prossimi mesi una dinamica abbastanza contenuta e, con essa, la politica monetaria espansiva della BCE.
“Siamo inclini preferire gli asset di rischio, in particolare il mercato azionario le cui valutazioni non sono eccessive (soprattutto in Europa) e il potenziale di crescita degli utili non si è ancora manifestato pienamente” riferiscono Andrea Brasili e Monica Defend che, al contrario, raccomandano di adottare una duration (scadenza media dei titoli in portafoglio) prudente nell’ambito delle scelte obbligazionarie. È vero, dicono i due manager, che i rischi politici sono diminuiti, ma la BCE potrebbe adottare l’avvio del tapering (riduzione dei volumi di acquisto mensili dei titoli obbligazionari sul mercato) mentre i tassi sui titoli di Stato potrebbero aumentare dagli attuali livelli molto contenuti (con conseguente calo dei prezzi dei titoli obbligazionari).
Non è però escluso, per Andrea Brasili e Monica Defend, un proseguimento del restringimento dello spread sui periferici e dell’OAT francese rispetto al Bund tedesco. “Siamo più cauti sul mercato del debito societario europeo rispetto all’inizio dell’anno perché le valutazioni sono meno convenienti e c’è minore spazio per assorbire un possibile aumento dei tassi. Preferiamo i titoli europei e giapponesi legati all’inflazione e ci aspettiamo una maggiore inclinazione verso l’alto delle curve legate all’inflazione” rivelano poi i due manager che, per i prossimi mesi, suggeriscono di mantenere delle strategie di copertura sui propri portafogli per tutelarsi a fronte di possibili perdite. Infatti, i rischi politici sono diminuiti ma non scomparsi. Il riferimento è al ciclo elettorale in Europa, compresi gli sviluppi politici in Italia, che ancora rappresenta una possibile fonte di instabilità.
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