Barack Obama

News & Views – 08 maggio 2017

News & Views Insight dalla redazione di FinanciaLounge su quello che si muove nelle economie e nei mercati.

8 Maggio 2017 10:39

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I metalli e la Cina: rischio o opportunità?
Quanto è seria la correzione del petrolio iniziata ad aprile che nell’ultima settimana ha contagiato altre commodity come i metalli? Cominciamo col dire che la parola crollo utilizzata in qualche titolone italiano nei giorni scorsi sembra fuori luogo. Il Brent ha perso quota $50 ma si mantiene ben sopra i livelli di prima delle elezioni americane. La caduta dei metalli si è cifrata in un -5,4% in un mese sul London Metal Exchange, con un’accelerazione la scorsa settimana. Per quanto riguarda il petrolio bisogna aspettare fine maggio, quando i principali produttori dovrebbero rinnovare i tagli alla produzione. Il discorso sui metalli è più complicato e ci porta in Cina, primo consumatore al mondo di tutti i metalli a cominciare dal rame, con il 40% del totale. Qui bisogna capire quanto le autorità cinesi intendono spingersi nella stretta alla liquidità e ai finanziamenti facili nelle costruzioni. Il settore immobiliare deve sgonfiarsi, e nella seconda parte del 2017 probabilmente vedremo a quale velocità lo sta facendo. Ce n’è abbastanza per qualche turbolenza, ma anche per qualche bella opportunità di entrare sugli storni che potrebbero investire i mercati d’estate.

Gli orari pericolosi di Juncker
Sembra che il simpatico Jean Claude Juncker, il lussemburghese che guida a sua insaputa il disastrato carrozzone europeo, si sia beccato una memorabile lavata di capo al telefono da parte della cancelliera germanica Angela Merkel. Lo riporta Spiegel spiegando che Angela è andata su tutte le furie quando ha letto sui giornali che il presidente della Commissione, dopo essere stato a cena per parlare di Brexit dalla premier britannica Theresa May, è andato a dire ai giornalisti che “l’incontro è andato malissimo, quella vive in un’altra galassia”. La May ovviamente ha replicato accusando i “burocrati europei” di voler interferire nelle elezioni britanniche dell’8 giugno e ha guadagnato qualche punto nei sondaggi come mostrano i risultati delle municipali di sabato scorso, che hanno visto i conservatori avanzare. Un forte mandato elettorale che la aiuti a negoziare la Brexit con pugno di ferro è l’ultima cosa che vuole la Merkel, di qui la sfuriata. Forse Juncker farebbe meglio a programmare gli incontri diplomatici delicati all’ora del breakfast e non della cena, quando il tasso alcolico può raggiungere e magari superare il livello di guardia.

La mano tesa di Obama e il baciamano di Trump
Donald Trump aspetta oltre quattro mesi dalla sua entrata in carica il 20 gennaio scorso per il suo primo tour fuori dagli USA. A fine mese l’Air force one prenderà il volo alla volta dell’Europa, prima tappa l’Arabia Saudita, poi Israele e Vaticano per incontrare il Papa, praticamente il giro delle capitali delle prime tre religioni monoteiste del pianeta. Il giro comprende anche il vertice Nato di Bruxelles e Taormina per il G7. Ci sarà spazio anche per il presidente dell’autorità palestinese Mahmoud Abbas. I principali leader globali The Donald li ha già ricevuti a casa sua, tra Washington e Mar-a-Lago in Florida: Theresa May, Angela Merkel, Shinzo Abe, Xi Jinping per citare i principali. Se andiamo a vedere come si era mosso il suo predecessore Obama nello stesso periodo, dopo aver giurato, la differenza salta agli occhi. Nei primi cento giorni aveva visitato già nove paesi esteri, dall’Europa, al Medio Oriente all’America Latina, non facendosi sfuggire l’occasione per fare i suoi complimenti al venezuelano Chavez. Due stili molto diversi, decisamente. L’argomento di Obama era che l’America non doveva temere di apparire debole se tendeva la mano a leader esteri a dir poco discutibili. Trump finora la mano ha preferito farsela venire a baciare alla Casa Bianca.

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