Europa
Mercati azionari, più Europa e Giappone e meno Wall Street
L’Europa ha ora meno handicap politici e gode di buoni fondamentali così come il Giappone mentre le valutazioni di Wall Street appaiono piuttosto care
15 Maggio 2017 10:31
Le preoccupazioni politiche per l'Europa si stanno diradando e, in parallelo, aumentano gli indici di Borsa locali. Da inizio anno al 12 maggio scorso, l’Eurostoxx (l’indice dell’azionario aerea euro) segna un +11%, contro il +4,4% del Nikkei 225 di Tokyo e il +6,9% dell’S&P500 di Wall Street. Un extra rendimento, quello dell’Eurostoxx dovuto alla minore pressione sulle elezioni politiche. Dal 15 marzo, elezioni politiche in Olanda, in poi l’indice Eurostoxx ha messo a segno un +6,7%, il Nikkei 225 un +1,9% e l’S&P500 solo il +0,4%. “In un clima politico meno incerto, possiamo finalmente concentrarci sulla relativa convenienza dei listini europei e sul miglioramento delle prospettive di utile delle aziende nel contesto della ripresa economica della regione.
La crescita in Europa resta resiliente grazie a vari fattori: la più efficace trasmissione degli stimoli monetari della BCE alle economie nazionali, le migliori condizioni esterne e i modesti progressi del mercato del lavoro. Il nostro indicatore anticipatore dell’eurozona è in territorio positivo da nove mesi consecutivi” fa sapere la Pictet Asset Management Strategy Unit (PSU), il gruppo di investimento responsabile delle linee guida di asset allocation in ambito azionario e obbligazionario, nonché in materia di valute e di commodity. La PSU continua a sovrappesare l’azionario Europa alla luce anche dell’ottimismo che emerge circa le prospettive delle imprese europee, come testimoniano i flussi record di capitali esteri (345 miliardi di dollari Usd) nella regione registrati nel primo trimestre sotto forma di fusioni e acquisizioni.
“Nella nostra esperienza, tali flussi preludono spesso a una riallocazione dei capitali sul mercato azionario da parte di fondi pensione e altri investitori istituzionali” specificano gli esperti della PSU che guardano con favore anche al mercato azionario nipponico, su cui mantengono una posizione di massimo sovrappeso, non solo a fronte di un giudizio positivo sulle prospettive economiche del Giappone e di valutazioni più allettanti rispetto a quelle di tutte le altre piazze avanzate, ma anche alla luce del supporto della Bank of Japan. Al contempo, però, la PSU mantiene il massimo sottopeso sull’azionario americano in quanto, in base ad alcuni parametri, le valutazioni sono prossime ai livelli più elevati di sempre.
“Ad esempio, il modello prezzo-utili (p/e) a 12 mesi mostra che i titoli USA scambiano attualmente a due deviazioni standard al di sopra del fair value (valutazione corretta), come a fine 1999, poco prima che scoppiasse la bolla tecnologica. Anche il rapporto prezzo-fatturato mediano, di 2,6 volte, è al massimo storico. Prezzi così alti sono tanto più preoccupanti in quanto gli analisti stanno rivedendo al ribasso le previsioni di crescita degli utili 2017 delle società statunitensi” concludono i professionisti della PSU.
La crescita in Europa resta resiliente grazie a vari fattori: la più efficace trasmissione degli stimoli monetari della BCE alle economie nazionali, le migliori condizioni esterne e i modesti progressi del mercato del lavoro. Il nostro indicatore anticipatore dell’eurozona è in territorio positivo da nove mesi consecutivi” fa sapere la Pictet Asset Management Strategy Unit (PSU), il gruppo di investimento responsabile delle linee guida di asset allocation in ambito azionario e obbligazionario, nonché in materia di valute e di commodity. La PSU continua a sovrappesare l’azionario Europa alla luce anche dell’ottimismo che emerge circa le prospettive delle imprese europee, come testimoniano i flussi record di capitali esteri (345 miliardi di dollari Usd) nella regione registrati nel primo trimestre sotto forma di fusioni e acquisizioni.
“Nella nostra esperienza, tali flussi preludono spesso a una riallocazione dei capitali sul mercato azionario da parte di fondi pensione e altri investitori istituzionali” specificano gli esperti della PSU che guardano con favore anche al mercato azionario nipponico, su cui mantengono una posizione di massimo sovrappeso, non solo a fronte di un giudizio positivo sulle prospettive economiche del Giappone e di valutazioni più allettanti rispetto a quelle di tutte le altre piazze avanzate, ma anche alla luce del supporto della Bank of Japan. Al contempo, però, la PSU mantiene il massimo sottopeso sull’azionario americano in quanto, in base ad alcuni parametri, le valutazioni sono prossime ai livelli più elevati di sempre.
“Ad esempio, il modello prezzo-utili (p/e) a 12 mesi mostra che i titoli USA scambiano attualmente a due deviazioni standard al di sopra del fair value (valutazione corretta), come a fine 1999, poco prima che scoppiasse la bolla tecnologica. Anche il rapporto prezzo-fatturato mediano, di 2,6 volte, è al massimo storico. Prezzi così alti sono tanto più preoccupanti in quanto gli analisti stanno rivedendo al ribasso le previsioni di crescita degli utili 2017 delle società statunitensi” concludono i professionisti della PSU.
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