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Idee di investimento – Obbligazioni – 22 maggio 2017
22 Maggio 2017 09:38
rong>liquidità sui mercati obbligazionari tenderà a calare mentre le valutazioni si porteranno sui livelli più cari da molti anni. In questo contesto, gli investitori dovrebbero essere consapevoli, secondo Neil Sutherland, Fund manager, US Multi-Sector Fixed Income di Schroders, del livello di rischio nei loro portafogli obbligazionari. “Ecco perché è prudente mantenere un’ampia liquidità nei portafogli per trarre vantaggio dalle dislocazioni di mercato e investire quando le valutazioni giustificano un’allocazione” precisa nell’articolo “Portafogli obbligazionari, posizionarsi in modo liquido e opportunistico” Neil Sutherland professando soprattutto flessibilità e diversificazione, due componenti fondamentali di un portafoglio obbligazionario durante i periodi di aumento della volatilità.
Tra le scelte di tipo opportunistico se ne segnalano almeno tre: le obbligazioni societarie USA, le emissioni dei paesi emergenti e la corona svedese. Relativamente alle obbligazioni societarie statunitensi, Jeremy Cunningham, Investment Specialist di Capital Group nell’articolo “Corporate bond, perché quelli USA sono interessanti per gli investitori europei” segnala i diversi fattori a favore dell’obbligazionario USA per un investitore europeo: l’opportunità di rendimento offerta, la vasta scelta disponibile, e le operazioni di M&A (fusioni e acquisizioni). In primis le obbligazioni societarie statunitensi offrono uno spread (extra rendimento) rispetto ai titoli monetari e ai titoli di Stato che garantisce un reddito maggiore, mantenendo un profilo di rischio qualitativamente buono. Offrono inoltre rendimenti maggiori rispetto a titolo omologhi europei. In secondo luogo, l’ampiezza e la liquidità dei mercati dei capitali statunitensi, rispetto a quelli europei dove le società tendono a fare maggiore affidamento sui finanziamenti bancari, hanno poi permesso ai gestori di costruire portafogli solidi e diversificati con una maggiore flessibilità, contribuendo così ad evitare i crediti in deterioramento. In terzo luogo, l’ingente attività di M&A, ha generato opportunità a livello di valutazioni, sostenendo spesso le quotazioni di compagnie con rating più bassi ma già ristrutturate e ben gestite.
Per contro, come invece sottolineano gli esperti di Amundi nell’articolo “Stati Uniti, ora le condizioni del credito sembrano frenare la crescita”, l’attuale posizione degli Stati Uniti nel ciclo del credito sembra rendere difficile un’accelerazione di rilievo della crescita nei prossimi anni: la vendita delle automobili ha registrato una flessione per il quarto mese consecutivo mentre la crescita dei consumi, che resta sostenuta dall’aumento dei debiti contratti ‘tramite carta di credito’, perderà probabilmente colpi nei prossimi due anni.
Nell’articolo “Mercati emergenti, un modo originale per scoprire quelli più convenienti” si mette invece a conoscenza dei lettori un metodo per individuare i mercati emergenti attualmente più convenienti. Consiste nell’incrociare il rapporto prezzo/utili corretto per il ciclo economico (CAPEs, Cyclically-Adjusted P/Es) con il rapporto prezzo/utili (p/e). Ebbene, da questa analisi, risulta che i mercati emergenti nei quali le attuali valutazioni del p/e rispetto al CAPEs si dimostrano convenienti, in termini di valutazioni più basse rispetto alla media, sono la Cina, la Corea del Sud, l’Asia emergente (con la sola esclusione della Tailandia), il Sudafrica, la Polonia e la Turchia.
Infine Adrien Owens, Investment Director obbligazioni e valute di GAM, ritiene vicino un nuovo punto di svolta. “Sul mercato valutario abbiamo fiducia in una relativa sovraperformance della corona svedese rispetto all’Euro. La valuta di Stoccolma ha iniziato un percorso di rafforzamento alla fine del 2016 quando le opinioni all’interno del comitato della Riksbank erano contrastanti in tema di politica monetaria e la corona ha scambiato a livelli più bassi rispetto all’euro nel periodo della crisi del 2008/2009” puntualizza nell’articolo “Valute, cosa fare adesso che siamo vicini a un nuovo punto di svolta” Adrien Owens che poi aggiunge: “Con un’inflazione di nuovo prossima allo zero, la Banca Centrale svedese intraprenderà la strada della normalizzazione in breve tempo e la corona sembra in grado di poter registrare una performance significativa durante la fase di transizione”.
Tra le scelte di tipo opportunistico se ne segnalano almeno tre: le obbligazioni societarie USA, le emissioni dei paesi emergenti e la corona svedese. Relativamente alle obbligazioni societarie statunitensi, Jeremy Cunningham, Investment Specialist di Capital Group nell’articolo “Corporate bond, perché quelli USA sono interessanti per gli investitori europei” segnala i diversi fattori a favore dell’obbligazionario USA per un investitore europeo: l’opportunità di rendimento offerta, la vasta scelta disponibile, e le operazioni di M&A (fusioni e acquisizioni). In primis le obbligazioni societarie statunitensi offrono uno spread (extra rendimento) rispetto ai titoli monetari e ai titoli di Stato che garantisce un reddito maggiore, mantenendo un profilo di rischio qualitativamente buono. Offrono inoltre rendimenti maggiori rispetto a titolo omologhi europei. In secondo luogo, l’ampiezza e la liquidità dei mercati dei capitali statunitensi, rispetto a quelli europei dove le società tendono a fare maggiore affidamento sui finanziamenti bancari, hanno poi permesso ai gestori di costruire portafogli solidi e diversificati con una maggiore flessibilità, contribuendo così ad evitare i crediti in deterioramento. In terzo luogo, l’ingente attività di M&A, ha generato opportunità a livello di valutazioni, sostenendo spesso le quotazioni di compagnie con rating più bassi ma già ristrutturate e ben gestite.
Per contro, come invece sottolineano gli esperti di Amundi nell’articolo “Stati Uniti, ora le condizioni del credito sembrano frenare la crescita”, l’attuale posizione degli Stati Uniti nel ciclo del credito sembra rendere difficile un’accelerazione di rilievo della crescita nei prossimi anni: la vendita delle automobili ha registrato una flessione per il quarto mese consecutivo mentre la crescita dei consumi, che resta sostenuta dall’aumento dei debiti contratti ‘tramite carta di credito’, perderà probabilmente colpi nei prossimi due anni.
Nell’articolo “Mercati emergenti, un modo originale per scoprire quelli più convenienti” si mette invece a conoscenza dei lettori un metodo per individuare i mercati emergenti attualmente più convenienti. Consiste nell’incrociare il rapporto prezzo/utili corretto per il ciclo economico (CAPEs, Cyclically-Adjusted P/Es) con il rapporto prezzo/utili (p/e). Ebbene, da questa analisi, risulta che i mercati emergenti nei quali le attuali valutazioni del p/e rispetto al CAPEs si dimostrano convenienti, in termini di valutazioni più basse rispetto alla media, sono la Cina, la Corea del Sud, l’Asia emergente (con la sola esclusione della Tailandia), il Sudafrica, la Polonia e la Turchia.
Infine Adrien Owens, Investment Director obbligazioni e valute di GAM, ritiene vicino un nuovo punto di svolta. “Sul mercato valutario abbiamo fiducia in una relativa sovraperformance della corona svedese rispetto all’Euro. La valuta di Stoccolma ha iniziato un percorso di rafforzamento alla fine del 2016 quando le opinioni all’interno del comitato della Riksbank erano contrastanti in tema di politica monetaria e la corona ha scambiato a livelli più bassi rispetto all’euro nel periodo della crisi del 2008/2009” puntualizza nell’articolo “Valute, cosa fare adesso che siamo vicini a un nuovo punto di svolta” Adrien Owens che poi aggiunge: “Con un’inflazione di nuovo prossima allo zero, la Banca Centrale svedese intraprenderà la strada della normalizzazione in breve tempo e la corona sembra in grado di poter registrare una performance significativa durante la fase di transizione”.
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