L’Università di Harvard sospende gli investimenti nei combustibili fossili

Dopo una campagna di protesta lunga cinque anni condotta da parte degli studenti e dalle associazioni ambientaliste, l’università di Harvard ha annunciato una sospensione da alcuni investimenti in carbone, petrolio e gas naturale. Lo ha annunciato, sul quotidiano Guardian, Colin Butterfield della Harvard Management Company, che gestisce le finanze dell’ateneo: l'Università di Harvard è un'università privata statunitense tra le più prestigiose al mondo e vanta un patrimonio in gestione di 36 miliardi di dollari.

“Il cambiamento climatico è un enorme problema” ha dichiarato Colin Butterfield, aggiungendo che, per questo, si è deciso di fermare ‘per il momento’ gli investimenti diretti in combustibili fossili. Sebbene Harvard non abbia proclamato una completa moratoria sui combustibili fossili, i sostenitori della campagna ‘fossil free’ hanno acclamato la pausa come un momento di svolta nella lunga lotta.

Un gruppo, chiamato Divest Harvard, chiede in particolare che l'università blocchi i nuovi investimenti nei combustibili fossili, separandosi dagli investimenti diretti nelle prime 200 società fossili pubbliche quotate in borsa e che si liberi da tutti i legami indiretti entro cinque anni.

Sempre in tema di ‘Università fossil free’, lo scorso anno, l’università di Yale ha annunciato di aver rimosso circa 10 milioni di dollari di investimenti in combustibili fossili (all’interno di un patrimonio complessivo di 25 miliardi di dollari) mentre il Dartmouth College ha annunciato una revisione delle sue partecipazioni. Nel frattempo, il consiglio di amministrazione della Cornell University ha approvato uno standard in grado di innescare la separazione in una società ‘moralmente discutibile’ senza tuttavia specificare un approccio specifico ai combustibili fossili.