private credit

L’investitore camaleonte alla disperata ricerca di rendimento

La disperata ricerca di rendimento spinge gli investitori a prendersi rischi crescenti, prestando soldi direttamente alle imprese.  

16 Giugno 2017 09:00

financialounge -  private credit rendimenti USA
Il rendimento è diventata una merce rara, anzi rarissima, almeno nei paesi sviluppati. E allora sempre più investitori americani cambiano letteralmente pelle e si trasformano in banche, prestando direttamente soldi alle imprese, attraverso fondi o altri strumenti specializzati in quello che viene chiamato il ‘private credit’.

Il rendimento è superiore certamente al magro 2% che danno i titoli del Tesoro a 10 anni, ma anche il rischio aumenta, e spesso viene sottovalutato per inesperienza. Il mestiere della banca non si impara in una notte.

Sono anni ormai che in America molti investitori istituzionali, come i fondi pensione o le assicurazioni sulla vita, investono in fondi specializzati che prestano soldi a medie imprese che non riescono ad accedere ai finanziamenti bancari, con i prestatori tradizionali diventati particolarmente avversi al rischio negli anni del dopo-Lehman.

Ma ora il Wall Street Journal ha scoperto che anche singoli investitori si avventurano su questo terreno rischioso e per loro inesplorato. Solo l’anno scorso gli asset manager specializzati in questo business hanno raccolto $25 miliardi da investitori globali per prestare direttamente denaro alle imprese, secondo il data provider Preqin.

Un importo più che decuplicato rispetto a 10 anni fa, quando la raccolta in questo settore viaggiava sui $2 miliardi l’anno. E gli analisti si aspettano un’accelerazione della crescita. Il cash che si accumula in questi fondi specializzati sta diventando una montagna, è arrivato a $62 miliardi, sempre secondo i dati di Preqin, contro i $12 miliardi di 10 anni fa.

Il ritorno atteso è molto allettante, si parla di una media superiore all’8% l’anno. Ma prestare direttamente alle imprese comporta anche rischi che spesso vengono sottovalutati. Intanto aumentano i fondi specializzati, da 16 attivi nel 2008 siamo arrivati a 55. E ora il mercato si sta allargando all’Europa.

Con il problema che sempre più operatori si affacciano, spesso senza un track record perché il settore è relativamente nuovo. Finché l’economia va, i rischi sono abbastanza contenuti. Ma se arriva una recessione possono essere guai molto seri per l’investitore-banchiere.

Trending