Andrew Balls

Politiche monetarie e fiscali: i punti di svolta dei prossimi anni

PIMCO presenta l’Outlook secolare e mette in guardia dal rischio di “guidare senza ruota di scorta” in caso di una nuova recessione.

23 Giugno 2017 15:41

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Il Secular Forum di PIMCO, che si è tenuto a Newport Beach lo scorso 8 maggio, è stata l’occasione per fare il punto sulle prospettive dell’economia mondiale. Oltre agli esperti di PIMCO, sei relatori esterni di caratura internazionale – tra cui Ian Bremmer e Newt Gingrich - hanno preso parte all’appuntamento. I lavori hanno dato origine al Secular Outlook 2017, documento che riflette le aspettative dell'azienda sulle tendenze macroeconomiche dei prossimi tre-cinque anni e offre un pilastro importante per il processo d'investimento regolare e orientato sul lungo periodo della società.

Secondo l’analisi di PIMCO, saranno cinque i punti di svolta che incideranno sulle strategie di investimento. Il primo riguarda la politica monetaria, che dovrebbe essere caratterizzata da una normalizzazione del bilancio della Fed, ma inferiore a quanto ipotizzato da molti, con una destinazione da “nuova neutralità” per il tasso sui Fed fund. Non meno impattante sarà la svolta nelle politiche fiscali, ma con specificità diverse: l’approvazione di un pacchetto incentrato sugli sgravi fiscali più che sulla riforma tributaria negli USA e, di contro, scarsi margini di manovra fiscale in Europa.

Sul fronte della politica commerciale, gli analisti di PIMCO si aspettano che gli Stati Uniti privilegino gli accordi bilaterali (ad es. Cina, NAFTA) e un uso aggressivo dell'autorità esistente nell'ambito della WTO. Infine, per quanto riguarda politica valutaria e dinamiche geopolitiche, le previsioni sono su una tenuta dell'euro e sulla permanenza dell'Italia nell'Eurozona mentre lo yuan cinese tenderà a indebolirsi.

Tra i temi toccati durante la presentazione dell’Outlook da Scott Mather, Chief Investment Officer di PIMCO, c’è stata proprio la tenuta dell’Eurozona: “Le preoccupazioni riguardano i paesi più deboli come Grecia e Portogallo – ha specificato – e non l’Italia. Tuttavia, l’Unione europea ha bisogno di uno scatto in avanti. Serve una politica fiscale comune, non basta solo l’unione monetaria. Anche perché, ad esempio, attualmente l’euro è troppo debole per l’economia tedesca e troppo forte per quella italiana”.

Commentando invece l’Outlook secolare, Andrew Balls, CIO Globale reddito fisso di PIMCO, ha rilevato un rischio recessione abbastanza concreto: "Questi cambiamenti politici – ha spiegato - coincideranno con l'aumento del rischio di recessione in un mondo di stabilità senza certezze. Se la storia insegna qualcosa la probabilità di una recessione nei prossimi cinque anni dovrebbe attestarsi al 70% circa."
I mercati hanno dato scarso peso al risultato del voto sulla Brexit e delle elezioni presidenziali statunitensi, registrando un rally all'indomani dei due eventi. Il clima di forte propensione al rischio si è tradotto in valutazioni azionarie elevate, spread creditizi ristretti e bassa volatilità realizzata. "Crediamo che i mercati siano oggi troppo rilassati – ha commentato Dan Ivascyn, CIO del gruppo PIMCO - e i rischi a medio termine siano in aumento. In questo contesto, gli investitori dovrebbero sfruttare i rally ciclici per accumulare riserve liquide da impiegare quando i mercati subiscono una correzione e i rischi vengono rivalutati".

Per quanto concerne i rischi macroeconomici, PIMCO sottolinea come “i rischi al ribasso e al rialzo sono abbastanza bilanciati per gli Stati Uniti” mentre aumenteranno quelli avversi alla crescita, sul lungo periodo, in Europa e in Cina. Il rischio estremo di deflazione globale è “nettamente inferiore” mentre viene monitorata la possibilità che l’economia mondiale possa “guidare senza ruota di scorta”, ovvero che le banche centrali operanti “nel mondo della nuova neutralità” non avranno margini di manovra per intervenire in caso di recessione.

I consigli agli investitori, dunque, sono: restare focalizzati sulla protezione del capitale, cercare valore relativo nei tassi e nel credito, considerare una gamma di opportunità globali, inclusi i mercati emergenti e dare enfasi alle valutazioni, considerato che molte "buone notizie" sono scontate nei mercati.

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