Anton Brender

Economia globale, crescita diffusa a livello mondiale

Dagli Stati Uniti alla zona euro, passando dai mercati emergenti, emergono dati macro che disegnano prospettive di crescita più favorevoli e diffuse in tutto il mondo.

29 Giugno 2017 09:29

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Un clima economico in netto miglioramento, sia nell’ambito delle economie sviluppate che in quelle emergenti. È quello che emerge per gli esperti di Candriam. Negli Stati Uniti, per esempio, il mercato del lavoro è solido e una graduale incremento delle retribuzioni contribuirà ad alimentare i consumi mentre una riduzione della tassazione dovrebbe essere approvata nel 2018, fattore che dovrebbe spingere la crescita al 2,5% nel 2018, rispetto a poco più del 2% di quest'anno.

“È chiaro che, ad eccezione della riforma dell'Obamacare, adottata finora solo dalla Camera dei Rappresentanti, gli altri progetti, in particolare la riforma fiscale, non hanno fatto grandi progressi, ciò malgrado il fatto che i Repubblicani godano della maggioranza al Congresso" fa presente Anton Brender, Chief Economist di Candriam, secondo il quale, tuttavia, un ritardo nella riforma fiscale non dovrebbe far deragliare la ripresa. L'economia, di fatto, continuerà a trarre beneficio dalla crescita globale. La stabilizzazione del prezzo del petrolio incoraggia la ripresa degli investimenti nel settore minerario.

Passando alla zona euro, prosegue la diffusione di dati macro economici positivi che dovrebbero consentire alla BCE di avviare un cambiamento, molto graduale, della propria politica. In questo contesto, la crescita dell’Eurozona dovrebbe sfiorare il 2% nel 2018.

Una crescita che, come sottolinea Florence Pisani, Head of Economic Research di Candriam, “è principalmente trainata dalla domanda interna”. Nonostante il rimbalzo dell'inflazione e un aumento ancora debole per le retribuzioni, attualmente i consumi delle famiglie della zona euro traggono beneficio da una creazione occupazionale più dinamica. Con il miglioramento delle prospettive della domanda e con condizioni di credito favorevoli, le aziende dovrebbero inoltre investire maggiormente.

In ogni caso, visto anche l’atteggiamento meno rigoroso che nel recente passato per riequilibrare i conti pubblici, la crescita della zona euro dovrebbe raggiungere l'1,8% nel 2017 e il 2% nel 2018. Un contesto nel quale, secondo Florence Pisani, "la BCE eviterà con cura un eccessivo aumento dei tassi di interesse a lungo termine".

Infine, ma non certo per importanza, ci sono i mercati emergenti che evidenziano un continuo miglioramento al quale ha contribuito il rientro dei timori relativi a un brusco rallentamento dell'economia cinese: un trend che ha favorito una stabilizzazione dei prezzi delle materie.

“I Paesi produttori di commodity beneficiano ormai di un clima più favorevole, dato che i proventi della produzione aumentano e l'apprezzamento delle valute ha ridotto le pressioni inflazionistiche, fornendo pertanto un ampio margine di manovra in termini di politica monetaria” concludono gli esperti di Candriam.

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