dati macroeconomici
Mercati azionari, Europa pronta a brillare nel terzo trimestre
Crescita solida, rischio politico svanito e utili societari in aumento: l’Europa si prepara a recuperare il terreno perduto. Ma occhio anche ad alcune tipologie di obbligazioni.
12 Luglio 2017 09:39
È il momento della “fuga verso l’Europa” degli investitori? Secondo l’outlook del terzo trimestre diffuso da Fidelity International, esistono perlomeno le premesse. È il Vecchio Continente, infatti, a spiccare rispetto ad altre aree geografiche, grazie a due fattori principali: ripresa economica finalmente solida e rischio politico disinnescato.
Entrando nel dettaglio, l’asset più interessante sembra essere quello riferito alle azioni europee. “Pertanto – commentano gli esperti di Fidelity nel documento trimestrale – il filo conduttore della fase attuale è un approccio più audace più a lungo”. Questo perché le condizioni economiche favorevoli consentono alle società di incrementare gli utili e stimare un aumento dei ricavi futuri, fattori che stanno favorendo il rally europeo.
Dopo mesi di incertezza, dovuta principalmente agli appuntamenti elettorali, la politica non sembra essere più un ostacolo per la crescita dell’Europa. Incassata la vittoria di Macron in Francia, gli stessi investitori che si erano allontanati temendo le ripercussioni di una deriva populistica sulla crescita, stanno rientrando nel mercato europeo. Un dato su tutti: nella settimana successiva alle presidenziali francesi, gli afflussi netti verso l’azionario europeo si sono attestati a 6,1 miliardi di dollari, il livello più alto dal 2000.
Inoltre la crescita è comprovata dai dati macroeconomici e in particolare da disoccupazione e PIL. Quest’ultimo, in particolare, è arrivato al 2% nel primo trimestre (dati: Oxford Economics, giugno 2017) stampando così la migliore performance dal 2010.
Germania, Spagna e Olanda sembrano essere i mercati più in salute. Ma saranno buona parte delle società europee a beneficiare della crescita europea che, è bene sottolinearlo, si trova in una fase meno avanzata rispetto agli USA e quindi si segnala per i potenziali ritorni. “Le revisioni degli utili europei – spiegano gli analisti di Fidelity – sono passate in territorio stabilmente positivo dopo un periodo durato cinque anni, ormai le stime riguardanti la crescita degli utili e i ricavi superano quelle statunitensi”.
Sul fronte obbligazionario, il rischio politico ridotto – grazie anche al fatto che le elezioni italiane sembrano più lontane – ha avuto ricadute positive sull’Eurozona. Secondo gli esperti di Fidelity International, il segmento obbligazionario più interessante è l’Investment grade, grazie a un favorevole mix di migliori fondamentali aziendali ed equilibrio positivo tra domanda e offerta. “La domanda – si legge nell’outlook trimestrale – si conferma solida sia da parte degli investitori privati che della BCE. Anche se il tapering rappresenterà un rischio nel 2018, ci aspettiamo che volumi di acquisto inferiori costituiscano un problema più per i titoli di Stato che per il credito”.
Allo stesso modo, l’analisi è positiva anche sulle obbligazioni europee high yield, ovvero le obbligazioni con un profilo rischio/rendimento più elevato. “Grazie al disciplinato approccio alla gestione patrimoniale – commentano da Fidelity – la qualità del credito high yield europeo non è mai stata tanto alta, con oltre il 70% dell’universo con rating BB”.
Infine, per quanto riguarda il settore degli investimenti alternativi, potrebbe prospettarsi un maggiore afflusso di capitale sui mercati immobiliari dei principali paesi dell’Eurozona, complici anche le incertezza nel Regno Unito e negli USA.
Entrando nel dettaglio, l’asset più interessante sembra essere quello riferito alle azioni europee. “Pertanto – commentano gli esperti di Fidelity nel documento trimestrale – il filo conduttore della fase attuale è un approccio più audace più a lungo”. Questo perché le condizioni economiche favorevoli consentono alle società di incrementare gli utili e stimare un aumento dei ricavi futuri, fattori che stanno favorendo il rally europeo.
Dopo mesi di incertezza, dovuta principalmente agli appuntamenti elettorali, la politica non sembra essere più un ostacolo per la crescita dell’Europa. Incassata la vittoria di Macron in Francia, gli stessi investitori che si erano allontanati temendo le ripercussioni di una deriva populistica sulla crescita, stanno rientrando nel mercato europeo. Un dato su tutti: nella settimana successiva alle presidenziali francesi, gli afflussi netti verso l’azionario europeo si sono attestati a 6,1 miliardi di dollari, il livello più alto dal 2000.
Inoltre la crescita è comprovata dai dati macroeconomici e in particolare da disoccupazione e PIL. Quest’ultimo, in particolare, è arrivato al 2% nel primo trimestre (dati: Oxford Economics, giugno 2017) stampando così la migliore performance dal 2010.
Germania, Spagna e Olanda sembrano essere i mercati più in salute. Ma saranno buona parte delle società europee a beneficiare della crescita europea che, è bene sottolinearlo, si trova in una fase meno avanzata rispetto agli USA e quindi si segnala per i potenziali ritorni. “Le revisioni degli utili europei – spiegano gli analisti di Fidelity – sono passate in territorio stabilmente positivo dopo un periodo durato cinque anni, ormai le stime riguardanti la crescita degli utili e i ricavi superano quelle statunitensi”.
Sul fronte obbligazionario, il rischio politico ridotto – grazie anche al fatto che le elezioni italiane sembrano più lontane – ha avuto ricadute positive sull’Eurozona. Secondo gli esperti di Fidelity International, il segmento obbligazionario più interessante è l’Investment grade, grazie a un favorevole mix di migliori fondamentali aziendali ed equilibrio positivo tra domanda e offerta. “La domanda – si legge nell’outlook trimestrale – si conferma solida sia da parte degli investitori privati che della BCE. Anche se il tapering rappresenterà un rischio nel 2018, ci aspettiamo che volumi di acquisto inferiori costituiscano un problema più per i titoli di Stato che per il credito”.
Allo stesso modo, l’analisi è positiva anche sulle obbligazioni europee high yield, ovvero le obbligazioni con un profilo rischio/rendimento più elevato. “Grazie al disciplinato approccio alla gestione patrimoniale – commentano da Fidelity – la qualità del credito high yield europeo non è mai stata tanto alta, con oltre il 70% dell’universo con rating BB”.
Infine, per quanto riguarda il settore degli investimenti alternativi, potrebbe prospettarsi un maggiore afflusso di capitale sui mercati immobiliari dei principali paesi dell’Eurozona, complici anche le incertezza nel Regno Unito e negli USA.