BCE
Europa, i fondamentali sono buoni ma permangono i rischi macro globali
Crescita degli utili in netto miglioramento e rischi politici ridimensionati aiutano l’Europa, ma sullo sfondo resta il potenziale di instabilità macroeconomica globale.
19 Luglio 2017 09:59
Dai negoziati sulla Brexit alle relazioni franco-tedesche. Dall'inasprimento della politica monetaria ai movimenti populisti in tutta Europa. Fino ai timori sui potenziali rischi finanziari, politici e macroeconomici relativi all'Italia. Sono questi i principali aspetti da monitorare nei prossimi 12 mesi segnalati da Robert Lind, Economista di Capital Group.
L’economista ritiene che in Europa permangono dei rischi pur ammettendo la reazione positiva dei mercati azionari. “La diminuzione dell’incertezza politica in Europa ha finalmente permesso agli investitori di concentrarsi sugli aspetti importanti, i fondamentali sottostanti. Le imprese dell’Eurozona osserveranno un netto miglioramento nella crescita degli utili, diretta conseguenza di un contesto macroeconomico rinforzato. Dopo un lungo periodo di sottoperformance, finalmente esiste un margine per ulteriori utili nei titoli dell’Eurozona” specifica Robert Lind.
Sono diversi i fattori che hanno contribuito a sostenere il miglioramento del tasso di crescita dell’Eurozona. Tra i più rilevanti il netto miglioramento dell’attività economica globale, soprattutto negli USA e in Cina e, al contempo, la politica monetaria accomodante mantenuta dalla Banca Centrale Europea.
Anche la politica fiscale (da fonte di allentamento dell’austerità a leggero stimolo alla crescita economica) e la ripresa della domanda di credito (dal momento che le famiglie e le imprese iniziano a spendere e le banche sono ormai più propense a concedere prestiti) hanno avuto un ruolo di sostegno.
“Tuttavia, pur ammettendo che l’insieme di tutti questi fattori possa senz’altro contribuire alle prospettive positive dell’economia dell’Europa, il potenziale di instabilità macroeconomica globale può comunque incidere negativamente sull’economia europea” conclude Robert Lind.
L’economista ritiene che in Europa permangono dei rischi pur ammettendo la reazione positiva dei mercati azionari. “La diminuzione dell’incertezza politica in Europa ha finalmente permesso agli investitori di concentrarsi sugli aspetti importanti, i fondamentali sottostanti. Le imprese dell’Eurozona osserveranno un netto miglioramento nella crescita degli utili, diretta conseguenza di un contesto macroeconomico rinforzato. Dopo un lungo periodo di sottoperformance, finalmente esiste un margine per ulteriori utili nei titoli dell’Eurozona” specifica Robert Lind.
Sono diversi i fattori che hanno contribuito a sostenere il miglioramento del tasso di crescita dell’Eurozona. Tra i più rilevanti il netto miglioramento dell’attività economica globale, soprattutto negli USA e in Cina e, al contempo, la politica monetaria accomodante mantenuta dalla Banca Centrale Europea.
Anche la politica fiscale (da fonte di allentamento dell’austerità a leggero stimolo alla crescita economica) e la ripresa della domanda di credito (dal momento che le famiglie e le imprese iniziano a spendere e le banche sono ormai più propense a concedere prestiti) hanno avuto un ruolo di sostegno.
“Tuttavia, pur ammettendo che l’insieme di tutti questi fattori possa senz’altro contribuire alle prospettive positive dell’economia dell’Europa, il potenziale di instabilità macroeconomica globale può comunque incidere negativamente sull’economia europea” conclude Robert Lind.