Bank of Japan
Giappone, il mercato azionario beneficerà dell’azione di sostegno della BOJ
L’azionario del Giappone è correttamente valutato ma grazie alle buone prospettive aziendali ed economiche potrebbe registrare buone performance nei prossimi 12 mesi.
1 Agosto 2017 10:04
Da inizio anno l’investimento nel mercato azionario si è rivelato di gran lunga il più redditizio. Per esempio, dal primo gennaio al 27 luglio scorso, mentre l’indice generale dei fondi obbligazionari segnava un +0,6% e quello dei fondi bilanciati un +2,1%, l’indice generale dei fondi azionari vantava un +4,5%.
Tuttavia, anche all’interno dei fondi azionari si notano profonde differenze. Se i fondi azionari Italia mostravano un +15,3% quelli azionari America evidenziavano un-0,1%, se gli azionari Paesi emergenti vantavano un +11,6% quelli area euro si erano fermati a un +7,5%. Tra le categorie meno brillanti, figuravano gli azionari Giappone (+2,8%) per l’effetto combinato di un indice di Borsa che ha messo a segno un +7% e del cambio yen/euro che ha visto scendere la valuta nipponica di quasi cinque punti percentuali.
Ma nei prossimi sei mesi, il vento potrebbe spirare a favore del listino di Tokyo. Ne è convinto, per esempio, Nadège Dufossé, Head of Asset Allocation di Candriam Investors Group. “La Banca del Giappone sarà probabilmente l'ultima a ritirare il massiccio sostegno all'economia. Dal 2013 lo stato patrimoniale è aumentato di 340 mila miliardi di yen (pari a circa 2.600 miliardi di euro) attestandosi a 500 mila miliardi di yen (3.850 miliardi di euro)” argomenta lo strategist, secondo il quale le ampie iniezioni di liquidità dalla Banca del Giappone (BoJ) dovrebbero proseguire a differenza di quanto previsto invece per Federal Reserve o per la BCE che all’orizzonte prefigurano la fine dell'espansione di bilancio: ciò dovrebbe indebolire lo yen.
Per Nadège Dufossé, però, l’economia giapponese potrà contare su diversi fattori di sostegno: da un mix di politiche di supporto ad un mercato del lavoro saldo, da un miglioramento dei margini di profitto aziendali al pricing power societario.
“Prevediamo per il prossimo anno una crescita degli utili aziendali pari al 6% integrati da un rendimento da dividendo del 2%. Con i multipli leggermente inferiori a 14 volte gli utili prospettici (in base al rapporto p/e forward), riteniamo che i titoli azionari giapponesi siano attualmente valutati equamente” rivela Nadège Dufossé per il quale i rischi al ribasso sono circoscritti ad un cambiamento imprevisto dell'orientamento delle banche centrali con implicazioni sul corso dello yen.
Tuttavia, anche all’interno dei fondi azionari si notano profonde differenze. Se i fondi azionari Italia mostravano un +15,3% quelli azionari America evidenziavano un-0,1%, se gli azionari Paesi emergenti vantavano un +11,6% quelli area euro si erano fermati a un +7,5%. Tra le categorie meno brillanti, figuravano gli azionari Giappone (+2,8%) per l’effetto combinato di un indice di Borsa che ha messo a segno un +7% e del cambio yen/euro che ha visto scendere la valuta nipponica di quasi cinque punti percentuali.
Ma nei prossimi sei mesi, il vento potrebbe spirare a favore del listino di Tokyo. Ne è convinto, per esempio, Nadège Dufossé, Head of Asset Allocation di Candriam Investors Group. “La Banca del Giappone sarà probabilmente l'ultima a ritirare il massiccio sostegno all'economia. Dal 2013 lo stato patrimoniale è aumentato di 340 mila miliardi di yen (pari a circa 2.600 miliardi di euro) attestandosi a 500 mila miliardi di yen (3.850 miliardi di euro)” argomenta lo strategist, secondo il quale le ampie iniezioni di liquidità dalla Banca del Giappone (BoJ) dovrebbero proseguire a differenza di quanto previsto invece per Federal Reserve o per la BCE che all’orizzonte prefigurano la fine dell'espansione di bilancio: ciò dovrebbe indebolire lo yen.
Per Nadège Dufossé, però, l’economia giapponese potrà contare su diversi fattori di sostegno: da un mix di politiche di supporto ad un mercato del lavoro saldo, da un miglioramento dei margini di profitto aziendali al pricing power societario.
“Prevediamo per il prossimo anno una crescita degli utili aziendali pari al 6% integrati da un rendimento da dividendo del 2%. Con i multipli leggermente inferiori a 14 volte gli utili prospettici (in base al rapporto p/e forward), riteniamo che i titoli azionari giapponesi siano attualmente valutati equamente” rivela Nadège Dufossé per il quale i rischi al ribasso sono circoscritti ad un cambiamento imprevisto dell'orientamento delle banche centrali con implicazioni sul corso dello yen.
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