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Ripresa globale, perché la Cina resta l’osservato speciale

In Cina preoccupano l’indebitamento aziendale elevato, la sovraccapacità in molti settori manifatturieri e il mercato immobiliare tirato nelle grandi città.

16 Agosto 2017 09:31

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È in atto una ripresa globale piuttosto diffusa in tutte le aree del mondo, sia quelle sviluppate che quelle emergenti. Basti pensare che, dalla fine del 2016, il commercio mondiale sta crescendo ad un ritmo (5%) che rappresenta il livello più sostenuto degli ultimi anni. Questo determina un ciclo virtuoso con l’attività economica che stimola sia i consumi che gli investimenti.

Da notare che questo miglioramento deriva principalmente, negli ultimi mesi, dall'area dell'euro in cui il PIL evidenzia ormai una crescita prossima al due per cento: tenendo conto che proprio l’area euro è stata quella più in difficoltà, si intuisce come, con tutti i motori internazionali dell’economia a pieno regime o con una buona intonazione, le prospettive appaiono ancora improntate all’ottimismo per i prossimi 6-12 mesi.

Questo nuovo slancio dell’economia riflette un ambiente globale più solido, un prezzo basso e stabile del petrolio e politiche economiche accomodanti. Inoltre, la posizione della politica di bilancio è ormai neutrale e la politica monetaria della BCE dovrebbe rimanere accomodante per un periodo prolungato.

“Le politiche economiche non pesano negativamente sul momento del settore privato. Perciò, vi è un effetto di recupero sull'occupazione e sugli investimenti aziendali” puntualizza Philippe Waechter, Chief Economist di Natixis Asset Management, secondo il quale sono invece due i motivi in base ai quali lo slancio dell’economia negli Stati Uniti è più debole. In primis, il ciclo economico.

“La durata di questo ciclo economico positivo è piuttosto prolungata (si tratta della terza più lunga crescita economica degli States dalla Seconda Guerra Mondiale) ed è necessario un impulso particolare per aumentarne il ritmo attuale. Ma, e questa è la seconda ragione, l'assenza di politica economica creerà incertezza e limiterà gli investimenti: prevediamo che la crescita americana sia prossima al 2% nel 2017” sottolinea Philippe Waechter che, al contrario, è più positivo sul Giappone (la cui ripresa è solida grazie alla robusta domanda interna) e sull’Asia, l'altra fonte della recente ripresa del commercio mondiale sotto l'impulso della Cina.

“L'economia cinese è gestita dal governo e dalla banca centrale che hanno l’obiettivo di far convergere il paese su una traiettoria di crescita stabile. Ma si intravedono molti pericoli in Cina. L’indebitamento aziendale è troppo alto, ci sono sovraccapacità in molti settori manifatturieri e il mercato immobiliare è piuttosto tirato nelle grandi città. Tutte queste fonti di squilibrio sono gestiti dal governo di Pechino e dalla banca centrale. Il rischio è un costo sociale elevato che le autorità cinesi non possono accettare” conclude Philippe Waechter.

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