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News & Views – 04 settembre 2017

Insight dalla redazione di FinanciaLounge su quello che si muove nelle economie e nei mercati.

4 Settembre 2017 09:45

financialounge -  bitcoin donald Trump FMI News & Views Wall Street
Mercati al test settembrino
Il nono mese dell’anno porta il dono della perplessità, secondo la strofa di una vecchia canzone. Ufficialmente a Wall Street si comincia dopo il weekend del Labor Day e storicamente è il peggior mese dell’anno, con l’S&P che cede in media lo 0,5%. Sarebbe una piccola limatura al 10% portato a casa da inizio anno. In settimana gli occhi saranno sull’euro, reduce da un bel rally, con la BCE che si riunisce giovedì: pochi si aspettano annunci su tempi e modi di uscita dal QE. Intanto a Washington si negozia sul tetto annuale al debito federale: l’uragano Harvey potrebbe dare una mano a Trump e evitare il blocco della spesa governativa. Il rientro dalle vacanze sarà anche occasione di un test per i mercati emergenti, che sono in vista del miglior risultato annuale dal 2009. Ma devono tenere il passo anche in autunno. Al centro dell’attenzione la Cina e le sue banche, tutte controllate dallo Stato, che hanno macinato utili incredibili da inizio anno. I profitti delle imprese pubbliche cinesi nei primi 7 mesi hanno fatto più 44 e passa per centro, contro un ‘magro’ 14,2% di quelle del settore privato. Più stato e meno mercato funziona a Pechino. Per quanto?

FMI prossima vittima di Trump?
Fondo Monetario e Banca Mondiale si stanno preparando per il consueto meeting autunnale a Washington, ma la governance della finanza globale da parte delle due istituzioni create con gli accordi di Bretton Woods del 1944 appare sempre più debole, e potrebbe essere arrivato il momento della resa dei conti. Non tanto per i tentativi di Cina e altri paesi in via di sviluppo, ormai diventati una componente di grande peso nell’economia mondiale, di creare istituzioni alternative, come l’Asian Infrastructure Investment Bank o la New Development Bank, oppure il Silk Road Fund, finanziato da Pechino per aprire la nuova Via della Seta. E nemmeno per il ruolo sempre più rilevante del G20 nella definizione delle strategie per mantenere in equilibrio il sistema finanziario mondiale. No, la spallata alle due istituzioni invecchiate, paternalistiche e sempre meno autorevoli potrebbe venire dall’interno, dal suo principale azionista, gli Stati Uniti. È nota l’insofferenza di Trump per la governance mondialista e la sua preferenza per l’approccio multilaterale alla soluzione dei problemi, come ha dimostrato nei confronti della NATO, degli accordi di Parigi sul clima e dello stesso G20. Senza i soldi degli americani, la rete di sicurezza finanziaria globale di FMI e Banca Mondiale diventa un colabrodo.

Bitcoin a lezione dalla vecchia banca
I fautori delle cybercurrency, come il Bitcoin, guardano con disprezzo le monete e le banche tradizionali, ma per sfondare definitivamente avrebbero invece bisogno di imparare anche qualcosa dal vecchio sistema dei pagamenti, che in ogni caso gode della fiducia di miliardi di utenti. Lo sostiene Jon Buck su Cointelegraph andando a individuare tre aree in cui la vecchia cara banca, con i suoi vecchi estratti conto, ha qualcosa da insegnare alla presunta moneta del futuro. La prima si chiama semplicità: per acquistare una singola criptovaluta bisogna prima creare conti in due o tre monete diverse, mentre fare investimenti utilizzando bitcoin e simili richiede anche qui lunghi giri, mentre con la vecchia banca è tutto a portata di click. La seconda area è la scalabilità: transazioni veloci ma importanti, con cifre a 4 o 5 zeri, sono anche qui a portata di click per il titolare di un conto bancario tradizionale, mentre con le criptovalute si può arrivare solo alle migliaia, o al massimo alle decine di migliaia di unità, limitando fortemente la possibilità di spostare denaro da un conto all’altro, a causa degli obblighi di adeguamento alle varie normative anti-riciclaggio. E infine c’è la rendicontazione: il vecchio estratto conto, con il dettaglio di ogni singolo movimento, è una sicurezza per chi si affida alla banca tradizionale che le criptovalute non sono ancora in grado di offrire.

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