Andrea Iannelli
Riunione BCE, super-euro e inflazione deludente inducono alla cautela
“L’impatto dell’eventuale tapering sarebbe controbilanciato dal reinvestimento dei titoli in scadenza” sostiene Andrea Iannelli di Fidelity.
6 Settembre 2017 17:13
I mercati sono in fermento in vista della riunione della BCE in programma domani. Dopo le scarse indicazioni arrivate a Jackson Hole e in seguito al vertice interlocutorio dello scorso luglio, Draghi è chiamato a svelare il futuro delle politiche monetarie di Francoforte. Ma ancora una volta i cambiamenti, secondo molti osservatori, dovrebbero essere molto tenui, alla luce anche dei risultati deludenti sul fronte dell’inflazione.
Andrea Iannelli, Investment Director Obbligazionario di Fidelity International, ha formulato ipotesi sulle prossime scelte della Banca centrale europea, illustrando le conseguenze per gli investitori.
"La BCE non ha margine di manovra molto ampio – commenta Iannelli - il tono aggressivo delle ultime dichiarazioni ha dato un forte slancio all'euro, che da inizio anno fa segnare un rialzo dell'8% circa (su base ponderata per gli scambi). La forza della moneta unica rappresenta un ulteriore freno all'inflazione, già bassa, dell'Eurozona”.
Secondo Iannelli, quindi, è prevedibile che il Consiglio Direttivo “assumerà una posizione cauta per evitare un ulteriore rafforzamento della moneta unica”. Tuttavia, secondo l’esperto di Fidelity, un’eventuale riduzione degli acquisti nell’ambito del programma di QE “verrà introdotta solo a partire da gennaio 2018, con un'estensione del programma di almeno sei mesi rispetto alla scadenza prevista per il prossimo marzo”.
“L'impatto netto del tapering – prosegue Iannelli - sarà inoltre controbilanciato dal reinvestimento dei titoli in scadenza attualmente detenuti dalla BCE, che dovrebbero ammontare a circa 10 miliardi di euro al mese a partire dal prossimo anno. Per quanto riguarda le valutazioni, i titoli di Stato europei si attestano su un livello abbastanza equo, tuttavia ravvisiamo uno scarso potenziale di crescita dei rendimenti rispetto alla situazione attuale, considerando i persistenti problemi di scarsità dei titoli, soprattutto dei Bund tedeschi”.
“Da un punto di vista più tattico – conclude l’Investment Director Obbligazionario di Fidelity International - il debito periferico ha tratto vantaggio dalla domanda di carry che si è originata nel corso dell'estate in un contesto di bassa volatilità. Nei mesi a venire, tuttavia, il rischio politico potrebbe tornare a preoccupare gli investitori penalizzando potenzialmente i titoli periferici".
Andrea Iannelli, Investment Director Obbligazionario di Fidelity International, ha formulato ipotesi sulle prossime scelte della Banca centrale europea, illustrando le conseguenze per gli investitori.
"La BCE non ha margine di manovra molto ampio – commenta Iannelli - il tono aggressivo delle ultime dichiarazioni ha dato un forte slancio all'euro, che da inizio anno fa segnare un rialzo dell'8% circa (su base ponderata per gli scambi). La forza della moneta unica rappresenta un ulteriore freno all'inflazione, già bassa, dell'Eurozona”.
Secondo Iannelli, quindi, è prevedibile che il Consiglio Direttivo “assumerà una posizione cauta per evitare un ulteriore rafforzamento della moneta unica”. Tuttavia, secondo l’esperto di Fidelity, un’eventuale riduzione degli acquisti nell’ambito del programma di QE “verrà introdotta solo a partire da gennaio 2018, con un'estensione del programma di almeno sei mesi rispetto alla scadenza prevista per il prossimo marzo”.
“L'impatto netto del tapering – prosegue Iannelli - sarà inoltre controbilanciato dal reinvestimento dei titoli in scadenza attualmente detenuti dalla BCE, che dovrebbero ammontare a circa 10 miliardi di euro al mese a partire dal prossimo anno. Per quanto riguarda le valutazioni, i titoli di Stato europei si attestano su un livello abbastanza equo, tuttavia ravvisiamo uno scarso potenziale di crescita dei rendimenti rispetto alla situazione attuale, considerando i persistenti problemi di scarsità dei titoli, soprattutto dei Bund tedeschi”.
“Da un punto di vista più tattico – conclude l’Investment Director Obbligazionario di Fidelity International - il debito periferico ha tratto vantaggio dalla domanda di carry che si è originata nel corso dell'estate in un contesto di bassa volatilità. Nei mesi a venire, tuttavia, il rischio politico potrebbe tornare a preoccupare gli investitori penalizzando potenzialmente i titoli periferici".