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Euro forte, ecco l’impatto sugli utili delle società della zona euro

Il recente forte apprezzamento dell'euro farà probabilmente sentire i suoi effetti negativi sugli utili societari della zona euro già in questo trimestre.

14 Settembre 2017 09:18

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L'impatto macroeconomico del rialzo dell'euro dovrebbe essere limitato. Al contrario, gli impatti sugli utili societari potrebbero rivelarsi più sostanziali e non ci vorrà molto tempo prima che inizino a manifestarsi.

Lo fanno notare Didier Borowski, Research, Strategy and Analysis, Bastien Drut, Strategy and Economic Research e Ibra Wane, Strategy and Economic Research di Amundi che hanno esaminato le implicazioni dell'apprezzamento dell'euro.

“Anche se dovesse rimanere all'attuale livello, l’euro inizierà probabilmente a trascinare al ribasso gli utili societari già a partire dal terzo trimestre di quest’anno. L'impatto sarà tanto più significativo se il tasso di cambio effettivo dell'euro dovesse salire del 10% nel 2018” puntualizzano i tre esperti, facendo intuire che la moneta unica, dopo aver fornito un sostegno agli utili societari a partire dalla metà del 2014, dovrebbe produrre un effetto opposto nei prossimi trimestri.

“In particolare, qualora il tasso di cambio effettivo dell'euro dovesse aumentare a una media del 10%, a parità di condizioni si avrebbe un impatto negativo atteso dell'8% sugli utili per azione (eps) dell'Eurozona. Con un EPS previsto attualmente al +9% ( stime di consenso di IBES), in base a questa ipotesi l’EPS scenderebbe all’+1%” argomentano i tre manager che tengono a sottolineare che si tratta soltanto di una simulazione e, inoltre, che l’aumento del 10% del tasso di cambio effettivo dell’euro sembra piuttosto improbabile.

Se invece il tasso di cambio effettivo dell'euro rimanesse all'attuale livello per tutto il 2018, il suo aumento rispetto al 2017 sarebbe comunque del 3,6% e il taglio dell’EPS nel 2018 si aggirerebbe attorno al -2,9%.

“In definitiva, mentre l'impatto di un aumento dell'euro sulla crescita regionale sarà probabilmente molto moderato, l'impatto sugli utili sarà più significativo e si manifesterà già a partire dal terzo trimestre del 2017. Ciò nonostante, l'Eurozona presenta ancora una serie di fattori positivi” spiegano Didier Borowski, Bastien Drut, e Ibra Wane, ricordando a tale proposito come la ripresa dell'economia della zona euro stia diventando sempre più diffusa, e questo mercato, che è più ciclico della media, tende a sovraperformare quando l'economia migliora.

“Se guardiamo al di là della riduzione temporanea, il potenziale di recupero a medio termine degli utili è superiore a quello di molte altre regioni. Infine, le valutazioni rimangono relativamente interessanti e il rischio politico è stato di gran lunga sovrastimato” concludono i tre manager.

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