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Reddito fisso, con l'euro forte cresce l'appeal degli emergenti

L’euro forte (e il dollaro debole) rafforzano l’attrattività dei bond dei paesi emergenti molto indebitati nella divisa americana ma con solidi fondamentali economici.

15 Settembre 2017 11:03

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Chi avesse investito in titoli di stato USA all’inizio di quest’anno contabilizzerebbe oggi una perdita di oltre nove punti percentuali. Gli sarebbe andata male anche con i titoli di stato del Regno Unito (-3,2%) e con quelli tedeschi (-0,5%) mentre con i titoli di stato italiani si sarebbe dovuto accontentare di un guadagno di mezzo punto percentuale.

Qualcosa in più avrebbe potuto ottenere tramite i fondi obbligazionari euro corporate bond investment grade (+1,7%) mentre con i fondi obbligazionari Paesi emergenti potrebbe vantare un guadagno medio del +4,4%. È la conferma di come il contesto attuale, caratterizzato da una crescita diffusa a livello globale, con l’inflazione sotto controllo e un dollaro americano debole, tenda a beneficiare soprattutto le emissioni dei paesi in via di sviluppo, molto indebitati nella valuta di Washington e con fondamentali (crescita, bilancia commerciale, inflazione) in ordine.

“Abbiamo una serie di posizioni diversificate in portafoglio nel debito del mercato emergente, tra cui Indonesia, Argentina, Russia, Cina e India” fa sapere Marilyn Watson, Head of Global Fundamental Fixed Income Strategy di BlackRock che ha seguito con attenzione i movimenti delle banche centrali nelle varie parti del mondo nelle ultime settimane.

“Mentre la Banca del Canada ha sorpreso molti investitori con un ulteriore aumento dello 0,25% dei tassi di interesse, portandoli all'1%, (sulla scia di dati economici più forti a cominciare da una forte crescita occupazionale e salariale), la banca centrale del Brasile ha tagliato il tasso SELIC dell'1% al 9,25%. Altre banche (quali ad esempio quella dell’Indonesia e quella della Colombia) hanno ridotto i tassi di interesse nelle ultime settimane grazie ad una minore inflazione” puntualizza Marilyn Watson che, in termini di posizionamento nell'Eurozona, resta rialzista sull’euro rispetto al dollaro USD, e mantiene una posizione short (ribassista) sui titoli di stato francesi mentre ha lievemente aggiunto in portafoglio scadenze medio lunghe nei governativi tedeschi sulla base di valutazioni tecniche.

“Manteniamo, inoltre, la nostra esposizione alle obbligazioni inflazionistiche italiane. Nel resto d’Europa, dal momento che la banca centrale svedese (Riksbank) ha mantenuto invariato il tasso di repo al -0,5%, restiamo lunghi (rialzisti) sulla corona svedese e ribassisti sulla duration dei titoli di stato della Svezia” conclude Marilyn Watson.

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