Bolla speculativa
Da Neymar l’assist per la prossima bolla speculativa?
Molti elementi del calciomercato odierno ricordano da vicino le condizioni economiche di fine anni Novanta. E somigliano a quelle dei giganti dell’hi tech: l’analisi di Didier Le Menestrel.
di Redazione 18 Settembre 2017 09:20
In principio furono i tulipani, poi arrivò il martedì nero del ’29. Alla fine degli anni Duemila esplose la bolla delle dotcom, seguita nel 2007-2008 dalla crisi dei subprime. Oggi in molti si chiedono se ci siano nuove bolle speculative in vista. E secondo alcuni osservatori, la prossima crisi potrebbe richiamare molto da vicino la forma sferica della bolla.
“Coloro che hanno buona memoria – commenta Didier Le Menestrel, Presidente di La Financière de l’Echiquier – vedono riuniti nel calciomercato attuale gli ingredienti di una bolla a venire. La fine degli anni ‘90 non è così lontana e simili comportamenti sono ben noti agli operatori di borsa”.
Ma quali sono gli “ingredienti” citati da Le Menestrel? Eccoli uno in fila all’altro: inflazione degli investimenti, previsione di un forte aumento dei diritti audiovisivi, un po’ di creatività contabile (il trasferimento del francese Kylian Mbappé al Psg sotto forma di prestito con opzione di riscatto obbligatorio per 145 milioni di euro più 35 di bonus), l’assenza di regolamentazione, una pressione mediatica intensa.
Per inquadrare meglio il tema, Le Menestrel snocciola le cifre di questo calciomercato 2017, da molti definito “folle”, caratterizzato dai 222 milioni di euro pagati dal Paris Saint Germain per strappare l’attaccante brasiliano Neymar al Barcellona. “Ma non è tanto il prezzo di Neymar a far sorgere domande – spiega Le Menestrel - quanto le sue conseguenze sulle altre operazioni. Una volta stabilito questo nuovo standard, i flussi finanziari dei trasferimenti prendono il volo. L’attaccante francese Ousmane Dembélé, 20 anni e 6 gol all’attivo in 32 partite l’anno scorso, è stato trasferito dal Borussia Dortmund al FC Barcellona per 105 milioni di euro. In totale, i club europei hanno sborsato oltre 5 miliardi durante il calciomercato estivo (fonte Les Echos), una cifra quasi doppia rispetto al 2015”.
Se si può discutere sull’opportunità di investire una cifra del genere su un unico giocatore (esagerazione o geniale mossa di marketing), è innegabile che l’impatto sul settore avrà una portata epocale. “C’è chi ne approfitta per far notare che anche le valorizzazioni dei GAFA (Google, Amazon, Facebook, Apple) registrano record strabilianti – prosegue Le Menestrel - come Apple, che sale di +54% su un anno mobile raggiungendo una capitalizzazione di quasi 850 miliardi di dollari. Ma basta un unico dato per illustrare la creazione reale di valore generata dall’economia digitale: nel secondo trimestre 2017, gli utili di Facebook sono aumentati del 70% attestandosi a 4 miliardi di dollari. In appena un trimestre, la società ha generato più utili rispetto all’intero 2015 (3,6 miliardi di dollari). Per mantenere lo stesso ritmo di crescita di Facebook, Neymar questa stagione dovrebbe segnare almeno 156 gol, ossia il quadruplo rispetto alla stagione 2014/2015 (39 gol). La quarta rivoluzione industriale – conclude Le Menestrel - è in cammino ed è destinata a protrarsi ben oltre l’orizzonte di una stella del calcio”.
“Coloro che hanno buona memoria – commenta Didier Le Menestrel, Presidente di La Financière de l’Echiquier – vedono riuniti nel calciomercato attuale gli ingredienti di una bolla a venire. La fine degli anni ‘90 non è così lontana e simili comportamenti sono ben noti agli operatori di borsa”.
Ma quali sono gli “ingredienti” citati da Le Menestrel? Eccoli uno in fila all’altro: inflazione degli investimenti, previsione di un forte aumento dei diritti audiovisivi, un po’ di creatività contabile (il trasferimento del francese Kylian Mbappé al Psg sotto forma di prestito con opzione di riscatto obbligatorio per 145 milioni di euro più 35 di bonus), l’assenza di regolamentazione, una pressione mediatica intensa.
Per inquadrare meglio il tema, Le Menestrel snocciola le cifre di questo calciomercato 2017, da molti definito “folle”, caratterizzato dai 222 milioni di euro pagati dal Paris Saint Germain per strappare l’attaccante brasiliano Neymar al Barcellona. “Ma non è tanto il prezzo di Neymar a far sorgere domande – spiega Le Menestrel - quanto le sue conseguenze sulle altre operazioni. Una volta stabilito questo nuovo standard, i flussi finanziari dei trasferimenti prendono il volo. L’attaccante francese Ousmane Dembélé, 20 anni e 6 gol all’attivo in 32 partite l’anno scorso, è stato trasferito dal Borussia Dortmund al FC Barcellona per 105 milioni di euro. In totale, i club europei hanno sborsato oltre 5 miliardi durante il calciomercato estivo (fonte Les Echos), una cifra quasi doppia rispetto al 2015”.
Se si può discutere sull’opportunità di investire una cifra del genere su un unico giocatore (esagerazione o geniale mossa di marketing), è innegabile che l’impatto sul settore avrà una portata epocale. “C’è chi ne approfitta per far notare che anche le valorizzazioni dei GAFA (Google, Amazon, Facebook, Apple) registrano record strabilianti – prosegue Le Menestrel - come Apple, che sale di +54% su un anno mobile raggiungendo una capitalizzazione di quasi 850 miliardi di dollari. Ma basta un unico dato per illustrare la creazione reale di valore generata dall’economia digitale: nel secondo trimestre 2017, gli utili di Facebook sono aumentati del 70% attestandosi a 4 miliardi di dollari. In appena un trimestre, la società ha generato più utili rispetto all’intero 2015 (3,6 miliardi di dollari). Per mantenere lo stesso ritmo di crescita di Facebook, Neymar questa stagione dovrebbe segnare almeno 156 gol, ossia il quadruplo rispetto alla stagione 2014/2015 (39 gol). La quarta rivoluzione industriale – conclude Le Menestrel - è in cammino ed è destinata a protrarsi ben oltre l’orizzonte di una stella del calcio”.
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