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Mercati emergenti, il rally rialzista non è ancora finito

I mercati emergenti hanno registrato performance superiori alla media da inizio anno ma conservano valutazioni attraenti rispetto ai mercati sviluppati.

19 Settembre 2017 10:48

financialounge -  Capital Group diversificazione Martyn Hole mercati emergenti performance portafoglio
Come hanno confermato anche i dati di raccolta netta del mese di luglio, le famiglie italiane continuano ad apprezzare i fondi comuni. Ne riconoscono, anche tramite i preziosi consigli dei consulenti finanziari di fiducia, il ruolo centrale nella diversificazione dei portafogli tramite la quale è possibile ridurre il rischio complessivo dei loro investimenti.

Le performance, tuttavia, restano uno dei parametri più seguiti e, in quest’ottica, occorre partire dal rendimento medio dei fondi da inizio anno che, in base all’indice generale, si attesta a un +1,87%. Una media frutto del dinamismo dei fondi azionari (+6,74%), che hanno beneficiato di un contesto positivo per le borse e dell’andamento lento dei fondi obbligazionari (+0,79%), frenati dai tassi di interesse ai minimi storici e alla tendenza al rialzo dei tassi (che ha impatti negativi sui prezzi delle obbligazioni).

In questo contesto, i mercati emergenti hanno generato performance superiori alla media di mercato. L’indice dei fondi azionari paesi emergenti, segna infatti un rialzo del +13,74% mentre quello dei fondi obbligazionari emerging markets mostra un +4,7% da inizio anno. Secondo Martyn Hole, Investment Specialist di Capital Group, dal momento che il contesto della crescita mondiale è in graduale miglioramento con prospettive positive anche per quanto riguarda i volumi delle esportazioni, il rally potrebbe ancora avere un margine di crescita.

“Brasile e Russia, stanno registrando un’espansione dopo due anni di contrazione, mentre la Cina rimane una componente critica per quanto riguarda le prospettive di crescita. Le misure di stimolo del governo sembrano aver stabilizzato la crescita cinese ed è molto probabile che i policymaker faranno il possibile per raggiungere gli obiettivi ufficiali di crescita prima dell’insediamento del nuovo governo, previsto ad ottobre” specifica Martyn Hole che sottolinea pure come i progressi di alcuni dei paesi in via di sviluppo siano stati ottenuti grazie ad una migliorata solidità dei fondamentali, compresa un’industria manifatturiera e una produzione industriale più forti e una crescita più consistente degli utili.

“Inoltre, i sistemi politici e finanziari di molti paesi in via di sviluppo hanno raggiunto la propria maturità negli ultimi vent’anni” aggiunge Martyn Hole, secondo il quale, nonostante la recente impennata dei prezzi nei mercati emergenti, le valutazioni rimangono relativamente interessanti rispetto ad alcuni mercati sviluppati.

“Alcune società, tra cui i produttori a basso costo del settore minerario, le banche indiane e le innovative società tecnologiche asiatiche, offrono ancora delle opportunità di investimento in questa fase di evoluzione dei mercati emergenti” conclude Martyn Hole.

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