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Debito emergente e high yield: occasioni da cogliere

Il dollaro debole favorisce i paesi emergenti, in particolare quelli in grado di operare un taglio dei tassi d’interesse.

25 Settembre 2017 10:39

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Più azionario rispetto all’obbligazionario, ma con un’attenzione particolare agli high yield e un occhio puntato all’andamento dei mercati valutari. Maria Paola Toschi, Market Strategist di JP Morgan Asset Management, fa il punto sull’outlook per l’ultimo trimestre del 2017.

“Stiamo ancora assistendo a un contesto di accelerazione della crescita – ha spiegato durante ConsulenTia17 Torino – pur con alcune sfaccettature in determinate aree. Per esempio, dagli USA sta arrivando qualche segnale di moderazione, ma nulla che possa preoccupare in termini di tenuta di questa fase espansiva. Siamo relativamente ancora orientati sull’azionario rispetto all’obbligazionario: una scelta dettata dalla volontà di sfruttare la reflazione”.

Per quanto riguarda le aree geografiche, rimanendo in ambito azionario, il contesto di crescita globale porta a favorire l’Europa, il Giappone, gli USA e gli emergenti, aiutati dal dollaro debole. “Sull’obbligazionario – ha commentato Maria Paola Toschi – vediamo un mercato ancora relativamente positivo poiché il tema dell’inflazione non è ancora emerso con chiarezza. La chiave sta nella diversificazione delle strategie che permette di cogliere le occasioni più interessanti nell’obbligazionario. Rientrano in questo ambito il debito emergente, soprattutto quello dei paesi con banche centrali in grado di abbassare i tassi d’interesse, ai bond investment grade e agli high yield. Questi ultimi, in particolare, sono sostenuti da fondamentali come il miglioramento della redditività aziendale”.

“Le valute hanno giocato un ruolo importante – ha proseguito Maria Paola Toschi – ed è interessante notare come i trend siano mutati in relazione ai cambiamenti delle aspettative delle politiche monetarie sia in Europa che negli Stati Uniti. Inoltre, sul cambio euro/dollaro, hanno inciso altri temi più strutturali, come ad esempio la bilancia commerciale negativa negli USA. Credo che nelle prossime settimane assisteremo a una fase di consolidamento dell’euro, seguita da un rafforzamento verso la fine dell’anno”.

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