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Le stampanti 3D si mangeranno il commercio globale

Nel 2060 un quarto degli scambi di merci potrebbe letteralmente scomparire con la diffusione di massa della nuova tecnologia che consentirà la produzione di beni in loco.

5 Ottobre 2017 09:34

financialounge -  commercio globale stampanti 3D
L’industria delle stampanti 3D, che riescono a riprodurre in loco praticamente qualsiasi bene di consumo, è in rapido sviluppo, e secondo alcune stime potrebbe arrivare a erodere fino a un quarto degli scambi globali di merci fisiche di qui al 2060.

La previsione è di Raoul Leering, capo degli analisti sul commercio internazionale di ING, che lo scrive in un report ripreso da Bloomberg. Le stampanti 3-D di nuova generazione ad alta velocità stanno facendo diventare questo tipo di produzione manifatturiera un potenziale fenomeno di massa. Tra pochi anni, quando si andrà dal carrozziere a cambiare un paraurti, l’officina si limiterà a farsi inviare via e-mail un file software da inserire nella sua stampante 3-D che sfornerà il pezzo pronto per essere montato. E così per un’infinità di altri beni.

Leering calcola che circa la metà dei beni fisici oggi prodotti in fabbrica, e poi da lì inviati via nave, aereo, treno o gomma verso il resto del mondo, entro il 2060 potrebbero essere realizzati direttamente in loco dal distributore finale e consegnati al consumatore. Questo a condizione che l’attuale ritmo di investimenti nella tecnologia 3-D continui nei prossimi anni. La conseguenza sarà la riduzione di circa un quarto dei volumi attuali di commercio internazionale di merci, ma anche una riduzione drastica della forza lavoro e della necessità di importare beni intermedi e finali da paesi a basso costo del lavoro. Le bilance commerciali si contrarranno, i paesi oggi in deficit commerciale, come gli USA, ne beneficeranno, mentre quelli in avanzo, come la Cina, ne soffriranno.

Ma, sempre secondo le stime di Leering, se il ritmo degli investimenti nella tecnologia 3D dovesse accelerare drammaticamente, raddoppiando ogni 5 anni, allora gli effetti sarebbero veramente drammatici e si andranno a vaporizzare ben due quinti degli attuali volumi di scambi commerciali globali. Più che di previsioni basate su dati puntuali per ora sono ipotesi, anche perché la tecnologia è così giovane che mancano dati globali sul suo livello di diffusione a livello globale, mentre mancano ancora esempi di una sua adozione a livello di massa.

Ma sono ipotesi che danno un’idea del potenziale distruttivo delle stampanti 3D, molto più violento di quello che viene attribuito alla digitalizzazione, alla robotica e all’intelligenza artificiale.

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