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Giappone, gli impatti delle elezioni anticipate sui mercati azionari e obbligazionari

Previste poche implicazioni se, come probabile, Abe dovesse vincere le elezioni. Da preferire i bond inflation linked, mentre la Borsa di Tokyo resta attraente.

9 Ottobre 2017 11:49

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Assicurare al Partito Liberal Democratico (LDP) una maggioranza con una durata superiore rispetto alla naturale scadenza prevista per il prossimo anno. Sarebbe questo l’obiettivo del Primo Ministro giapponese Abe, che ha annunciato lo scioglimento della Camera dei Rappresentanti, aprendo così la strada a elezioni anticipate ad ottobre.

“Al momento, l’opposizione è ancora poco organizzata e una vittoria del partito di Abe appare l’ipotesi più probabile. Tuttavia, il governatore di Tokyo, Yuriko Koike potrebbe mettere a rischio questo scenario. Koike ha appena formato un partito nazionale e, se stringesse alleanze con gli altri partiti dell’opposizione, potrebbe rendere la prospettiva della vittoria di Abe più incerta”, spiega Alessia Berardi, Senior Economist di Amundi.

Il suo collega,Yasunori Iwanaga, CFA, CIO, Amundi Japan, invece, tratteggia le previsioni di investimento a breve e medio termine per il mercato azionario giapponese: “Da un confronto con il mercato azionario statunitense ed europeo, la Borsa di Tokyo risulta interessante. La crescita dei profitti societari su base annua dovrebbe essere a doppia cifra nel 2017 sulla scia del proseguimento della ripresa ciclica globale. Nel 2018, il PIL del Giappone dovrebbe crescere a un tasso dell’1,1% in termini reali, sostenuto dal contributo della domanda nel settore privato. A livello nazionale, Abe ha recentemente indetto elezioni anticipate per rafforzare la sua posizione politica, mentre i partiti dell’opposizione sono meno preparati”.

In ogni caso, il mercato ha reagito alla prospettiva positivamente, nell’attesa di vedere stimoli fiscali – il governo ha annunciato che rivedrà il piano di riforma fiscale per investire di più in educazione e sviluppo delle risorse umane, posticipando l’obiettivo di raggiungere un surplus nel bilancio primario entro il 2020.

Yasunori Iwanaga ricorda però che la situazione nella penisola coreana resta preoccupante. Nonostante le sanzioni delle Nazioni Unite porteranno ad alleviare un po’ la tensione nel medio termine, il sentiment del mercato potrebbe peggiorare se la Corea del Nord continuerà la politica del rischio calcolato con il lancio di missili.

“Preferiamo titoli di qualità e ‘value’, mentre siamo cauti sulle società di piccola e media capitalizzazione avendo osservato una forte rotazione dai titoli di grande capitalizzazione. A livello settoriale, siamo positivi su tecnologia e consumi discrezionali e più cauti sul segmento delle materie prime”, puntualizza Yasunori Iwanaga.

Passando invece ai mercati obbligazionari, nel breve/medio termine, quelli giapponesi secondo Arie Shinichiro, CFA, Head of Fixed Income Japan di Amundi, dovrebbero rimanere piuttosto stabili in quanto la curva dei rendimenti dovrebbe muoversi in un range ristretto fino al prossimo aprile grazie al meccanismo di “controllo della curva dei rendimenti”, stabilito dalla Banca Centrale del Giappone .

“Gli investitori stranieri farebbero bene ad investire ancora nei titoli legati all’inflazione, che sono considerati ‘sottostimati’ rispetto a quelli di altri Paesi, anche perché l’economia giapponese è cresciuta a un tasso annualizzato del 2,5% da aprile a giugno”, specifica Arie Shinichiro che, al contrario, mantiene una visione prudente sulle obbligazioni societarie dal momento che lo spread (l’extra rendimento rispetto ai titoli distato) permane su livelli minimi.

Il manager, a tale proposito, considera le obbligazioni del credito a breve termine, gli investimenti più adatti per i propri portafogli. E per quanto riguarda gli emittenti non giapponesi di titoli in yen collocati in Giappone (i cosiddetti Samurai bond) o in altri mercati internazionali (i cosiddetti Euroyen bond)? “Dovrebbero mantenere un certo appeal grazie al differenziale superiore di rendimento che garantiscono (rispetto ad emittenti giapponesi) sebbene tale extra rendimento non sia correlata ai futuri sviluppi dei mercati giapponesi del reddito fisso”, conclude Arie Shinichiro.

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