Amundi
Nessuna inversione di tendenza al calo del rischio politico in Europa
Gli esperti di Amundi si aspettano che la volatilità generata dalla crisi catalana sia di breve durata: azoni e bond societari europei restano interessanti.
12 Ottobre 2017 10:15
Per Tristan Perrier, Strategy and Economic Research di Amundi, la situazione catalana non rappresenta una minaccia diretta per le istituzioni dell'area euro e dovrebbe avere un impatto irrisorio sull'euro.
“Su un orizzonte di un anno, ci aspettiamo che l'Euro si rafforzi moderatamente rispetto al dollaro americano, sulla scorta della forte ripresa nell’Eurozona e delle prossime modifiche al programma di Quantative Easing da parte della BCE. Nel breve periodo, però, la situazione potrebbe essere complicata dal flusso di notizie provenienti dall'altra sponda dell'Atlantico, inclusi nuovi annunci relativi alle politiche fiscali e monetarie statunitensi, che potrebbero portare ad un rimbalzo temporaneo del dollaro statunitense”, specifica Tristan Perrier, mentre i suoi colleghi, Isabelle Vic-Philippe, Head of Euro Rates & Inflation e Herve Boiral, Head of Euro Credit di Amundi, si aspettano che la volatilità generata dalla crisi catalana nel mercato obbligazionario sia di breve durata.
“Pensiamo che le obbligazioni spagnole possano offrire opportunità in una prospettiva a lungo termine, poiché sono ben sostenute dal miglioramento dei fondamentali economici, mentre il rischio estremo (di coda) potrebbe essere così dannoso che non vediamo alcun valore nelle obbligazioni della Catalogna”, spiegano i due manager, convinti che il principale driver dei tassi di interesse sia da ricercarsi nella normalizzazione della politica monetaria delle banche.
“Negli Stati Uniti, la Fed continua a suggerire di essere favorevole a un altro aumento dei tassi nel 2017, mentre la BCE è recentemente diventata più esplicita a favore del tapering (riduzione dei flussi mensili di acquisti di obbligazioni euro sul mercato). Questi due eventi, a nostro avviso, sono quelli chiave da guardare da qui a fine anno e nel 2018”, chiariscono Isabelle Vic-Philippe e Herve Boiral che mantengono una view difensiva sulla duration (scadenza media dei titoli in portafoglio) e si aspettano un irripidimento della curva dei rendimenti.
Sul lato del credito, i due manager continuano ad osservare condizioni attraenti e tecnicamente di supporto per le obbligazioni societarie sia nel segmento investment grade che in quello high yield.
“L'impatto sui mercati creditizi degli eventi in Spagna è stato relativamente benigno, ad eccezione degli emittenti catalani. Se la crisi dovesse espandersi, potremmo ravvisare una maggiore volatilità e un allargamento degli spread, ma al momento vediamo la solida crescita economica sia nell'Eurozona che negli Stati Uniti come il principale fattore di supporto per l’asset class”, argomentano Isabelle Vic-Philippe e Herve Boiral.
La battaglia per l'indipendenza catalana dovrebbe avere un impatto a medio termine molto limitato anche sulle azioni europee. Lo sostiene Diego Franzin, Co-Head of Equities di Amundi ricordando come, nei recenti trimestri, sia emerso in modo chiaro un calo del rischio politico nell’area: il manager esclude peraltro che questo evento spagnolo possa costituire una minaccia a questa tendenza.
“Potremmo vedere un possibile aumento della volatilità quando la situazione si evolverà, ma crediamo che la tendenza positiva continuerà. Per noi, i principali motori del mercato azionario europeo sono il contesto economico più positivo che stiamo vivendo e, ancora di più, il momentum positivo degli utili che le aziende della regione stanno esibendo. Mentre alcune società spagnole nazionali (come le banche nazionali) potrebbero subire una certa volatilità a breve termine, non ci aspettiamo un ulteriore peggioramento del sentiment verso l’asset class ad inizio 2018”, puntualizza Diego Franzin, che ribadisce la sua raccomandazione: gli investitori dovrebbero concentrarsi maggiormente su un approccio bottom-up nella selezione dei titoli, che potrebbe anche aiutare ad essere meno esposti a specifici eventi macro.
D’altra parte, sia gli indicatori macro globali che quelli europei continuano a segnalare un miglioramento dell'economia sottostante e una crescita sostenuta degli utili, mentre le valutazioni rimangono relativamente attraenti rispetto ad altre classi di attività.
“Riconoscendo che le rotazioni di mercato sono sempre possibili, continuiamo a favorire un approccio equilibrato tra stili e settori. Crediamo che gli investitori dovrebbero continuare a concentrarsi sui titoli delle aziende con il potenziale di offrire una crescita degli utili costante e affidabile, che vediamo come il catalizzatore chiave per un’ulteriore crescita” conclude Diego Franzin.
“Su un orizzonte di un anno, ci aspettiamo che l'Euro si rafforzi moderatamente rispetto al dollaro americano, sulla scorta della forte ripresa nell’Eurozona e delle prossime modifiche al programma di Quantative Easing da parte della BCE. Nel breve periodo, però, la situazione potrebbe essere complicata dal flusso di notizie provenienti dall'altra sponda dell'Atlantico, inclusi nuovi annunci relativi alle politiche fiscali e monetarie statunitensi, che potrebbero portare ad un rimbalzo temporaneo del dollaro statunitense”, specifica Tristan Perrier, mentre i suoi colleghi, Isabelle Vic-Philippe, Head of Euro Rates & Inflation e Herve Boiral, Head of Euro Credit di Amundi, si aspettano che la volatilità generata dalla crisi catalana nel mercato obbligazionario sia di breve durata.
“Pensiamo che le obbligazioni spagnole possano offrire opportunità in una prospettiva a lungo termine, poiché sono ben sostenute dal miglioramento dei fondamentali economici, mentre il rischio estremo (di coda) potrebbe essere così dannoso che non vediamo alcun valore nelle obbligazioni della Catalogna”, spiegano i due manager, convinti che il principale driver dei tassi di interesse sia da ricercarsi nella normalizzazione della politica monetaria delle banche.
“Negli Stati Uniti, la Fed continua a suggerire di essere favorevole a un altro aumento dei tassi nel 2017, mentre la BCE è recentemente diventata più esplicita a favore del tapering (riduzione dei flussi mensili di acquisti di obbligazioni euro sul mercato). Questi due eventi, a nostro avviso, sono quelli chiave da guardare da qui a fine anno e nel 2018”, chiariscono Isabelle Vic-Philippe e Herve Boiral che mantengono una view difensiva sulla duration (scadenza media dei titoli in portafoglio) e si aspettano un irripidimento della curva dei rendimenti.
Sul lato del credito, i due manager continuano ad osservare condizioni attraenti e tecnicamente di supporto per le obbligazioni societarie sia nel segmento investment grade che in quello high yield.
“L'impatto sui mercati creditizi degli eventi in Spagna è stato relativamente benigno, ad eccezione degli emittenti catalani. Se la crisi dovesse espandersi, potremmo ravvisare una maggiore volatilità e un allargamento degli spread, ma al momento vediamo la solida crescita economica sia nell'Eurozona che negli Stati Uniti come il principale fattore di supporto per l’asset class”, argomentano Isabelle Vic-Philippe e Herve Boiral.
La battaglia per l'indipendenza catalana dovrebbe avere un impatto a medio termine molto limitato anche sulle azioni europee. Lo sostiene Diego Franzin, Co-Head of Equities di Amundi ricordando come, nei recenti trimestri, sia emerso in modo chiaro un calo del rischio politico nell’area: il manager esclude peraltro che questo evento spagnolo possa costituire una minaccia a questa tendenza.
“Potremmo vedere un possibile aumento della volatilità quando la situazione si evolverà, ma crediamo che la tendenza positiva continuerà. Per noi, i principali motori del mercato azionario europeo sono il contesto economico più positivo che stiamo vivendo e, ancora di più, il momentum positivo degli utili che le aziende della regione stanno esibendo. Mentre alcune società spagnole nazionali (come le banche nazionali) potrebbero subire una certa volatilità a breve termine, non ci aspettiamo un ulteriore peggioramento del sentiment verso l’asset class ad inizio 2018”, puntualizza Diego Franzin, che ribadisce la sua raccomandazione: gli investitori dovrebbero concentrarsi maggiormente su un approccio bottom-up nella selezione dei titoli, che potrebbe anche aiutare ad essere meno esposti a specifici eventi macro.
D’altra parte, sia gli indicatori macro globali che quelli europei continuano a segnalare un miglioramento dell'economia sottostante e una crescita sostenuta degli utili, mentre le valutazioni rimangono relativamente attraenti rispetto ad altre classi di attività.
“Riconoscendo che le rotazioni di mercato sono sempre possibili, continuiamo a favorire un approccio equilibrato tra stili e settori. Crediamo che gli investitori dovrebbero continuare a concentrarsi sui titoli delle aziende con il potenziale di offrire una crescita degli utili costante e affidabile, che vediamo come il catalizzatore chiave per un’ulteriore crescita” conclude Diego Franzin.