Capital Group
Europa, l’Italia rimane l’anello debole dell’Eurozona
Mentre la crescita può proseguire si delineano tre rischi: una ricaduta dell’economia globale, un errore politico nell’Eurozona e la situazione politica italiana.
26 Ottobre 2017 09:10
In Europa, grazie ad una maggiore solidità del contesto macroeconomico, il sentiment ha ripreso slancio, sia a livello di consumatore che di imprese. Si registrano segnali di una ripresa della domanda di credito, dal momento che le famiglie e le imprese iniziano a spendere e le banche sono ormai più propense a concedere prestiti. Nel frattempo gli indicatori previsionali indicano che la ripresa economica è destinata a continuare al ritmo attuale.
Insomma, dopo un lungo periodo di sottoperformance, finalmente esiste un margine per ulteriori utili nei titoli dell’Eurozona.
“Il miglioramento nel tasso di crescita dell’Eurozona riflette diversi fattori”, fa sapere Robert Lind, Economista di Capital Group. In primis, il netto miglioramento dell’attività economica globale. In secondo luogo la politica monetaria estremamente accomodante mantenuta dalla Banca Centrale Europea, e, in terzo luogo, una politica fiscale che negli ultimi tempi sta incidendo meno negativamente sulla crescita.
“Se i fondamentali economici rimarranno solidi, ci aspettiamo che i titoli dell’Eurozona possano continuare a recuperare terreno rispetto agli USA. Per ora, gran parte dei miglioramenti nei mercati europei si è concentrata nel settore dei servizi finanziari, mentre altri settori, al contrario, non hanno evidenziato un miglioramento ciclico, a riflesso delle maggiori preoccupazioni politiche e dello scetticismo degli investitori in merito alla durata della ripresa. Una ripresa più persistente potrebbe ampliare il rialzo di mercato”, sostiene Robert Lind che, tuttavia, segnala tre rischi.
Il primo consiste nella ricaduta dell’economia globale, probabilmente come conseguenza di un rallentamento della crescita negli USA e/o in Cina. Il secondo rischio potrebbe riguardare un errore a livello di politica monetaria della zona euro: dal momento che l’attività economica continua a mostrare incoraggianti segnali di recupero potrebbe incoraggiare la compiacenza dei vertici politici, il che potrebbe incentivare un prematuro inasprimento della politica fiscale o monetaria.
“Infine, l’Eurozona potrebbe essere soggetta a shock politici, ad esempio se il presidente francese Emmanuel Macron dovesse trovarsi ad affrontare una netta opposizione alle sue proposte riformiste. A nostro avviso l’Italia, con la sua situazione politica ed economica instabile, rimane l’anello debole dell’Eurozona”, conclude Robert Lind.
Insomma, dopo un lungo periodo di sottoperformance, finalmente esiste un margine per ulteriori utili nei titoli dell’Eurozona.
“Il miglioramento nel tasso di crescita dell’Eurozona riflette diversi fattori”, fa sapere Robert Lind, Economista di Capital Group. In primis, il netto miglioramento dell’attività economica globale. In secondo luogo la politica monetaria estremamente accomodante mantenuta dalla Banca Centrale Europea, e, in terzo luogo, una politica fiscale che negli ultimi tempi sta incidendo meno negativamente sulla crescita.
“Se i fondamentali economici rimarranno solidi, ci aspettiamo che i titoli dell’Eurozona possano continuare a recuperare terreno rispetto agli USA. Per ora, gran parte dei miglioramenti nei mercati europei si è concentrata nel settore dei servizi finanziari, mentre altri settori, al contrario, non hanno evidenziato un miglioramento ciclico, a riflesso delle maggiori preoccupazioni politiche e dello scetticismo degli investitori in merito alla durata della ripresa. Una ripresa più persistente potrebbe ampliare il rialzo di mercato”, sostiene Robert Lind che, tuttavia, segnala tre rischi.
Il primo consiste nella ricaduta dell’economia globale, probabilmente come conseguenza di un rallentamento della crescita negli USA e/o in Cina. Il secondo rischio potrebbe riguardare un errore a livello di politica monetaria della zona euro: dal momento che l’attività economica continua a mostrare incoraggianti segnali di recupero potrebbe incoraggiare la compiacenza dei vertici politici, il che potrebbe incentivare un prematuro inasprimento della politica fiscale o monetaria.
“Infine, l’Eurozona potrebbe essere soggetta a shock politici, ad esempio se il presidente francese Emmanuel Macron dovesse trovarsi ad affrontare una netta opposizione alle sue proposte riformiste. A nostro avviso l’Italia, con la sua situazione politica ed economica instabile, rimane l’anello debole dell’Eurozona”, conclude Robert Lind.