Columbia Threadneedle Investments
Fattori ESG, le tante opportunità da cogliere nei mercati emergenti
L’analisi ESG consente ai gestori attivi di individuare i titoli ben gestiti che esibiscono trend positivi anche, e soprattutto, nei mercati emergenti.
31 Ottobre 2017 09:52
Anche nelle economie emergenti, i fattori ambientali, sociali e di governance (ESG) stanno rapidamente assumendo un’importanza crescente. E, sebbene le sfide saranno sempre più difficili da superare, studi recenti mostrano che i gestori patrimoniali che investono in società impegnate a migliorare la propria performance ESG possono mettere a segno interessanti risultati.
“La bella notizia è che le cose stanno cambiando in meglio. Nel 2016, la Cina ha annunciato un ambizioso piano quinquennale per la protezione ecologica e ambientale. In Brasile lo scorso anno, dopo lo scandalo delle tangenti Petrobras, è stata lanciata la cosiddetta “Operazione Autolavaggio”, un progetto anticorruzione di dimensioni senza precedenti” fa sapere Lisa Lim, Portfolio Manager di Columbia Threadneedle Investments, che poi spiega: “In ciascuno degli ultimi due anni, il nostro team azionario dei mercati emergenti ha visitato oltre 600 società. Abbiamo rilevato un aumento nel livello di impegno delle società. Alcune di esse ora cercano attivamente i nostri consigli e le nostre opinioni circa le loro credenziali ESG”.
La sfida centrale per i gestori che investono nei mercati emergenti consiste nel fatto che gli standard ESG possono essere profondamente diversi da quelli adottati in Occidente. Di conseguenza, per valutare le società è necessario dialogarvi.
“In una tipica analisi ESG, si fa ricorso agli standard sulle best practice. Tuttavia in numerosi mercati emergenti, strutture di governance carenti e una scarsa trasparenza sono la norma. Ciò non significa che bisogna evitare di investire in queste piazze, quanto piuttosto che è necessario adottare una strategia di massima attenzione e impegno e che bisogna accettarne realisticamente i limiti” puntualizza Lisa Lim, specificando che non sempre le questioni sollevate dal suo team ricevono una risposta o una soluzione immediata, ma trovano comunque ascolto ed è chiaro che la mentalità sta cambiando molto rapidamente, soprattutto negli ultimi anni. Secondo la manager, il lungo elenco delle questioni da risolvere crea grandi opportunità per gli investitori seriamente interessati al settore.
“Una delle critiche storicamente mosse all’investimento ESG è che tende a sacrificare i rendimenti. La nostra esperienza ci dice tuttavia che non è così, e una crescente mole di evidenza empirica dimostra che è vero il contrario” sottolinea Lisa Lim, ricordando come le opportunità siano spesso maggiori proprio nei mercati emergenti. È quanto è emerso da uno studio del 2016 condotto da Cambridge Associates, che ha appurato che l’MSCI Emerging Markets ESG Index ha sovraperformato il più noto MSCI Emerging Markets Index nei primi tre anni dal lancio, e che più della metà della sovraperformance era ascrivibile a fattori ESG, tra cui l’emissioni di anidride carbonica, la sicurezza dei prodotti e l’etica aziendale.
“Non vi è pertanto alcun bisogno di sacrificare i rendimenti quando si investe adottando una lente ESG: al contrario, si sfruttano opportunità al fine di aggiungere valore” sostiene Lisa Lim, secondo la quale l’analisi ESG consente ai gestori attivi non solo di individuare titoli che presentano valutazioni anomale, ma anche di investire in società ben gestite che esibiscono trend positivi. Inoltre, interagendo con le società, i gestori attivi possono individuare quelle più promettenti sotto il profilo qualitativo e in un’ottica di più lungo periodo.
“La bella notizia è che le cose stanno cambiando in meglio. Nel 2016, la Cina ha annunciato un ambizioso piano quinquennale per la protezione ecologica e ambientale. In Brasile lo scorso anno, dopo lo scandalo delle tangenti Petrobras, è stata lanciata la cosiddetta “Operazione Autolavaggio”, un progetto anticorruzione di dimensioni senza precedenti” fa sapere Lisa Lim, Portfolio Manager di Columbia Threadneedle Investments, che poi spiega: “In ciascuno degli ultimi due anni, il nostro team azionario dei mercati emergenti ha visitato oltre 600 società. Abbiamo rilevato un aumento nel livello di impegno delle società. Alcune di esse ora cercano attivamente i nostri consigli e le nostre opinioni circa le loro credenziali ESG”.
La sfida centrale per i gestori che investono nei mercati emergenti consiste nel fatto che gli standard ESG possono essere profondamente diversi da quelli adottati in Occidente. Di conseguenza, per valutare le società è necessario dialogarvi.
“In una tipica analisi ESG, si fa ricorso agli standard sulle best practice. Tuttavia in numerosi mercati emergenti, strutture di governance carenti e una scarsa trasparenza sono la norma. Ciò non significa che bisogna evitare di investire in queste piazze, quanto piuttosto che è necessario adottare una strategia di massima attenzione e impegno e che bisogna accettarne realisticamente i limiti” puntualizza Lisa Lim, specificando che non sempre le questioni sollevate dal suo team ricevono una risposta o una soluzione immediata, ma trovano comunque ascolto ed è chiaro che la mentalità sta cambiando molto rapidamente, soprattutto negli ultimi anni. Secondo la manager, il lungo elenco delle questioni da risolvere crea grandi opportunità per gli investitori seriamente interessati al settore.
“Una delle critiche storicamente mosse all’investimento ESG è che tende a sacrificare i rendimenti. La nostra esperienza ci dice tuttavia che non è così, e una crescente mole di evidenza empirica dimostra che è vero il contrario” sottolinea Lisa Lim, ricordando come le opportunità siano spesso maggiori proprio nei mercati emergenti. È quanto è emerso da uno studio del 2016 condotto da Cambridge Associates, che ha appurato che l’MSCI Emerging Markets ESG Index ha sovraperformato il più noto MSCI Emerging Markets Index nei primi tre anni dal lancio, e che più della metà della sovraperformance era ascrivibile a fattori ESG, tra cui l’emissioni di anidride carbonica, la sicurezza dei prodotti e l’etica aziendale.
“Non vi è pertanto alcun bisogno di sacrificare i rendimenti quando si investe adottando una lente ESG: al contrario, si sfruttano opportunità al fine di aggiungere valore” sostiene Lisa Lim, secondo la quale l’analisi ESG consente ai gestori attivi non solo di individuare titoli che presentano valutazioni anomale, ma anche di investire in società ben gestite che esibiscono trend positivi. Inoltre, interagendo con le società, i gestori attivi possono individuare quelle più promettenti sotto il profilo qualitativo e in un’ottica di più lungo periodo.