Anna Stupnytska
Fed, le certezze e i dubbi sulla nomina del nuovo presidente Powell
Powell ama le scelte consensuali ma emergono almeno 5 nodi da scogliere, a cominciare dall’indipendenza dalla Casa Bianca e i 3 posti vuoti su 7 al board della Fed.
6 Novembre 2017 09:58
“La nomina di Jerome Powell come presidente della Fed rappresenta la continuità della politica monetaria nel prossimo periodo e suggerisce una posizione monetaria leggermente più conciliante di altri candidati al ruolo” dichiara Anna Stupnytska, Global Economist di Fidelity International. "Il background di Powell è giuridico e non economico. A differenza delle recenti presidenze della Fed, quali Ben Bernanke e Janet Yellen, non ha avanzato alcuna teoria o suggerimenti, sia nei suoi discorsi pubblici che in altre situazioni, che potrebbero essere rilevanti per le sue future decisioni di politica monetaria” spiega l'esperta di Fidelity. La stessa Stupnytska aggiunge: “Ha la tendenza ad attenersi alla linea consensuale della Fed. Ciò suggerisce, ancor più che negli ultimi anni, che la Fed sarà guidata dal consenso, piuttosto che riflettere le opinioni di Powell o dei suoi più stretti collaboratori. Tutto quanto suggerisce una prosecuzione del ciclo di rialzi molto graduale, con un rischio di una pausa nel 2018 qualora l'inflazione rimanesse sorprendentemente bassa”.
Anche Keith Wade, Chief Economist di Schroders delinea uno scenario in cui i tassi americani seguiranno la strada di un graduale recupero: “A ottobre abbiamo visto un rimbalzo del mercato del lavoro americano, dopo i duri colpi subiti a causa delle tempeste e degli uragani a settembre”. “Il tasso di disoccupazione - aggiunge Wade - è sceso al 4,1% rispetto al 4,2% precedente, raggiungendo il livello minimo dal 2000. Tuttavia le retribuzioni hanno visto calare il tasso di crescita annuale dal 2,8% a 2,4%”. Un insieme di dati che, secondo Keith Wade, lascia ancora senza spiegazioni la scarsa crescita salariale. “I dati di venerdi scorso mettono la Federal Reserve sulla strada verso un nuovo rialzo dei tassi a dicembre. Probabilmente nel 2018, con il nuovo presidente Jerome Powell, la Fed alzerà i tassi altre due volte” conclude Keith Wade.
Secondo Philippe Waechter, Chief Economist di Natixis Asset Management, invece, la decisione di Donald Trump di nominare Jerome Powell a capo della Fed suscita più domande che risposte in tema di tassi interesse, dell'adozione di un modello economico, della capacità di fronteggiare gli shock esterni, della deregolamentazione e delle successive nomine. “Sarà interessante capire in che modo nei prossimi mesi Powell sarà in grado di mantenere l'indipendenza dalla Federal Reserve, dal momento che Trump è molto critico sull’attuale gestione della Fed e sulle decisioni prese in termini di tassi di interesse. Powell seguirà le indicazioni della Casa Bianca su questi punti?” puntualizza Philippe Waechter che poi passa alla seconda questione. “Sarà interessante capire quali saranno le sue reazioni se il congresso repubblicano chiederà alla Federal Reserve di adottare un modello economico basato su una determinata regola, come quello basato sulla Taylor Rule. Bernanke e Yellen si sono rifiutati di farlo: se Powell invece deciderà di seguire la Tayor rule non sarà più indipendente”. In terzo luogo, si chiede Philippe Waechter, cosa accadrà se ci saranno degli shock di fronte ai quali Powell dovrà prendere delle decisioni rapide? Inoltre, e siamo al quarto punto in sospeso per Philippe Waechter , in che modo Powell guiderà il processo di deregolamentazione: è già stato raggiunto il limite oppure no? “Un ultimo punto da ricordare è che la Fed ha ancora tre posti vuoti su sette nel board. Donald Trump ha già nominato due membri: Ronald Quarles, confermato dal congresso, e Powell, il futuro presidente. Con tre nuove nomine (e potrebbero essere quattro se la Yellen deciderà di lasciare il suo posto prematuramente), il board si comporterà in modo diverso da quello che abbiamo visto durante le presidenze di Bernanke e Yellen. E a quel punto il ruolo di Powell assumerà maggiore importanza” conclude Philippe Waechter.
Anche Keith Wade, Chief Economist di Schroders delinea uno scenario in cui i tassi americani seguiranno la strada di un graduale recupero: “A ottobre abbiamo visto un rimbalzo del mercato del lavoro americano, dopo i duri colpi subiti a causa delle tempeste e degli uragani a settembre”. “Il tasso di disoccupazione - aggiunge Wade - è sceso al 4,1% rispetto al 4,2% precedente, raggiungendo il livello minimo dal 2000. Tuttavia le retribuzioni hanno visto calare il tasso di crescita annuale dal 2,8% a 2,4%”. Un insieme di dati che, secondo Keith Wade, lascia ancora senza spiegazioni la scarsa crescita salariale. “I dati di venerdi scorso mettono la Federal Reserve sulla strada verso un nuovo rialzo dei tassi a dicembre. Probabilmente nel 2018, con il nuovo presidente Jerome Powell, la Fed alzerà i tassi altre due volte” conclude Keith Wade.
Secondo Philippe Waechter, Chief Economist di Natixis Asset Management, invece, la decisione di Donald Trump di nominare Jerome Powell a capo della Fed suscita più domande che risposte in tema di tassi interesse, dell'adozione di un modello economico, della capacità di fronteggiare gli shock esterni, della deregolamentazione e delle successive nomine. “Sarà interessante capire in che modo nei prossimi mesi Powell sarà in grado di mantenere l'indipendenza dalla Federal Reserve, dal momento che Trump è molto critico sull’attuale gestione della Fed e sulle decisioni prese in termini di tassi di interesse. Powell seguirà le indicazioni della Casa Bianca su questi punti?” puntualizza Philippe Waechter che poi passa alla seconda questione. “Sarà interessante capire quali saranno le sue reazioni se il congresso repubblicano chiederà alla Federal Reserve di adottare un modello economico basato su una determinata regola, come quello basato sulla Taylor Rule. Bernanke e Yellen si sono rifiutati di farlo: se Powell invece deciderà di seguire la Tayor rule non sarà più indipendente”. In terzo luogo, si chiede Philippe Waechter, cosa accadrà se ci saranno degli shock di fronte ai quali Powell dovrà prendere delle decisioni rapide? Inoltre, e siamo al quarto punto in sospeso per Philippe Waechter , in che modo Powell guiderà il processo di deregolamentazione: è già stato raggiunto il limite oppure no? “Un ultimo punto da ricordare è che la Fed ha ancora tre posti vuoti su sette nel board. Donald Trump ha già nominato due membri: Ronald Quarles, confermato dal congresso, e Powell, il futuro presidente. Con tre nuove nomine (e potrebbero essere quattro se la Yellen deciderà di lasciare il suo posto prematuramente), il board si comporterà in modo diverso da quello che abbiamo visto durante le presidenze di Bernanke e Yellen. E a quel punto il ruolo di Powell assumerà maggiore importanza” conclude Philippe Waechter.
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