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Obbligazioni convertibili, l’ingrediente giusto per i portafogli 2018

L’opzione di conversione garantisce un’esposizione azionaria e la componente obbligazionaria assicura resilienza nelle fasi di correzione dei mercati azionari.

16 Novembre 2017 10:16

financialounge -  Amundi asset class diversificazione duration mercati obbligazionari Pier Luc Charron Sabine Duchesne Stephan Eckhardt
Nell'attuale contesto a basso rendimento (e che dovrebbe proseguire nella zona euro anche il prossimo anno), gli investitori devono assumere maggiori rischi per realizzare rendimenti più cospicui.

Lo scenario macro centrale di Amundi è positivo e prevede una crescita globale del 3% circa. Tuttavia è importante tenere presente che le potenziali minacce (geopolitiche, politiche, macroeconomici e le future mosse delle banche centrali) potrebbero rovinare la festa.

Alla luce di queste sfide, la diversificazione rimane la chiave del successo: evitare di mettere tutte le uova in un cesto, quando è possibile diversificare le fonti di rendimento e diluire i rischi.

Inoltre, gli investitori devono cercare di migliorare il profilo di rischio dei loro portafogli spostandosi gradualmente dalle classi di attività tradizionali con i profili di ritorno di rischio lineare verso le asset class che offrono un rendimento asimmetrico.

La più consolidata asset class, che offre un’esposizione ai mercati azionari con un profilo rischio rendimento asimmetrico, è costituita dalle obbligazioni convertibili.

L’opzione di conversione garantisce un’esposizione azionaria, mentre la componente obbligazionaria assicura resilienza nelle fasi di correzione dei mercati azionari (effetto paracadute).

Statistiche alla mano, nel lungo periodo le obbligazioni convertibili generano rendimenti comparabili alle azioni (riuscendo di norma a catturare circa i due terzi dei rialzi nel medio lungo termine) ma con una volatilità dimezzata.

Secondo Pierre Luc Charron, Head of Convertible Bonds, Stephan Eckhardt e Sabine Duchesne, Investment Specialists Amundi, sono almeno cinque i punti di forza delle obbligazioni convertibili nell’attuale contesto.

In primis, assicurano un miglioramento del profilo rischio rendimento di un portafoglio diversificato: il loro inserimento in un portafoglio azionario, obbligazionario o bilanciato migliora lo Sharpe ratio (l’indicatore di efficienza del portafoglio).

In secondo luogo la loro convessità rende le obbligazioni convertibili poco sensibili ai movimenti del mercato azionario ma con una particolarità: la sensibilità aumenta nei mercati rialzisti e diminuisce nei periodi di discesa delle Borse.

In terzo luogo il dinamismo del mercato primario europeo, sostenuto da emittenti di primaria grandezza, assicura il ‘ricambio’ dell’universo di investimento.

In quarto luogo, affiora un miglioramento del merito creditizio. Infatti il crescente numero di emittenti investment grade rafforza la qualità della componente obbligazionaria e di conseguenza la resilienza dell’universo di investimento in un contesto di stress di mercato.

Infine, ma non certo per importanza soprattutto nello scenario prossimo futuro dei mercati obbligazionari, le convertibili hanno una bassa duration: la bassa sensitività ai tassi di interesse, connaturata alle convertibili, offre una buona opportunità di diversificazione in un contesto di tassi di interesse crescenti.

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