Carlo Benetti
Perché rimanere fedeli a un metodo evitando che le emozioni ne alterino le regole
Occuparsi di investimenti significa tener sempre ben presente che non esistono modi veloci per arricchirsi e che si devono capitalizzare le decorrelazioni.
29 Novembre 2017 09:54
Cosa fare della liquidità? Meglio entrare nei mercati a questi livelli? Oppure tenerla sul conto in attesa di momenti di ingresso più favorevoli? O, addirittura, aumentarla prendendo beneficio parziale dalle posizione in portafoglio?
A questa domanda Carlo Benetti, Head of Market Research and Business Innovation di GAM (Italia) SGR nell’Alpha e Il Beta del 27 novembre 2017 ha risposto con due considerazioni.
“La borsa americana è nel secondo più lungo ciclo positivo della sua storia, su livelli decisamente più cari rispetto alle borse europee o emergenti, ma è altrettanto vero che i mercati possono restare irrazionali per molto tempo. Il primo aspetto da tenere presente riguarda dunque le caratteristiche personali dell’investitore, il livello della sua ansia o, più tecnicamente, la sua tolleranza al rischio e i suoi obiettivi, il suo orizzonte temporale. Quanto più questo è lungo, tanto più verranno assorbite le correzioni”, specifica Carlo Benetti che, a tale proposito, cita una graduatoria messa a punto dal Financial Times nella quale sono delineate tre diversi gradi di intensità di correzione dei mercati.
“La correzione ‘ciclica’ è innescata da fatti particolari come un aumento inatteso dei tassi o timori di un calo della crescita economica e dei profitti aziendali. Correzioni di questo tipo possono essere frequenti ma tendono a essere intense e brevi”, dice Carlo Benetti.
In caso di uno shock straordinario, causato per esempio da un brusco innalzamento delle tensioni geo-politiche, la correzione viene classificata come ‘event-driven’.
“Infine, le correzioni ‘strutturali’ sono l’esito di gravi disequilibri o esplosione di bolle speculative. Queste ultime possono esprimersi con marcate correzioni degli indici e richiedere anche un decennio per essere riassorbite”, puntualizza Caro Benetti il quale, al momento, non scorge segnali forti tali da suggerire modifiche all’asset llocation e alla preferenza relativa alle azioni.
“La seconda considerazione è che se stare investiti è rischioso, lo è altrettanto il tentativo di anticipare il picco di mercato”, precisa Carlo Benetti che poi aggiunge: “Situazioni inedite danno origine a reazioni incerte e, spesso, eccessive e irrazionali. Stare liquidi è costoso, meglio lasciar perdere le previsioni sul punto di inversione prossimo venturo e non cedere alla tentazione del timing e della speculazione”.
Rimanere fedeli a un metodo, non alterarne le regole sulla spinta di emozioni significa, invece, occuparsi di investimenti tenendo sempre ben presente che non esistono modi veloci per arricchirsi.
“Anticipare i picchi di mercato è giocare con la sorte, verificare periodicamente l’adeguatezza dell’allocazione tra le classi di attivo con gli obiettivi di lungo termine è saggezza. Ricordando che abbiamo la possibilità di diversificare con la scaltrezza delle decorrelazioni”, conclude Carlo Benetti.
A questa domanda Carlo Benetti, Head of Market Research and Business Innovation di GAM (Italia) SGR nell’Alpha e Il Beta del 27 novembre 2017 ha risposto con due considerazioni.
“La borsa americana è nel secondo più lungo ciclo positivo della sua storia, su livelli decisamente più cari rispetto alle borse europee o emergenti, ma è altrettanto vero che i mercati possono restare irrazionali per molto tempo. Il primo aspetto da tenere presente riguarda dunque le caratteristiche personali dell’investitore, il livello della sua ansia o, più tecnicamente, la sua tolleranza al rischio e i suoi obiettivi, il suo orizzonte temporale. Quanto più questo è lungo, tanto più verranno assorbite le correzioni”, specifica Carlo Benetti che, a tale proposito, cita una graduatoria messa a punto dal Financial Times nella quale sono delineate tre diversi gradi di intensità di correzione dei mercati.
“La correzione ‘ciclica’ è innescata da fatti particolari come un aumento inatteso dei tassi o timori di un calo della crescita economica e dei profitti aziendali. Correzioni di questo tipo possono essere frequenti ma tendono a essere intense e brevi”, dice Carlo Benetti.
In caso di uno shock straordinario, causato per esempio da un brusco innalzamento delle tensioni geo-politiche, la correzione viene classificata come ‘event-driven’.
“Infine, le correzioni ‘strutturali’ sono l’esito di gravi disequilibri o esplosione di bolle speculative. Queste ultime possono esprimersi con marcate correzioni degli indici e richiedere anche un decennio per essere riassorbite”, puntualizza Caro Benetti il quale, al momento, non scorge segnali forti tali da suggerire modifiche all’asset llocation e alla preferenza relativa alle azioni.
“La seconda considerazione è che se stare investiti è rischioso, lo è altrettanto il tentativo di anticipare il picco di mercato”, precisa Carlo Benetti che poi aggiunge: “Situazioni inedite danno origine a reazioni incerte e, spesso, eccessive e irrazionali. Stare liquidi è costoso, meglio lasciar perdere le previsioni sul punto di inversione prossimo venturo e non cedere alla tentazione del timing e della speculazione”.
Rimanere fedeli a un metodo, non alterarne le regole sulla spinta di emozioni significa, invece, occuparsi di investimenti tenendo sempre ben presente che non esistono modi veloci per arricchirsi.
“Anticipare i picchi di mercato è giocare con la sorte, verificare periodicamente l’adeguatezza dell’allocazione tra le classi di attivo con gli obiettivi di lungo termine è saggezza. Ricordando che abbiamo la possibilità di diversificare con la scaltrezza delle decorrelazioni”, conclude Carlo Benetti.